L’anno domini 2013 è un anno che resterà scolpito a lungo nella storia di Sant’Agnello e del suo territorio.

L’anno domini 2013 (27 maggio per la precisione) è l’anno in cui, dopo cinque anni di forzato allontanamento, l’attuale Sindaco Piergiorgio Sagristani torna ufficialmente ad indossare la fascia tricolore.

L’anno domini 2013 (26 giugno per la precisione) è l’anno in cui prende il via l’affare housing sociale.

L’anno domini 2013 (16 luglio per la precisione) è l’anno in cui parte anche l’operazione Casa Albergo per anziani.

L’anno domini 2013 (8 luglio per la precisione) è l’anno in cui inizia a muovere i primi passi la vicenda Canile.

Tutto concentrato in quelle poche settimane. Poche settimane in cui verranno complessivamente sacrificati, sull’altare del mattone, oltre 20 mila metri quadrati del già scempiato ventre di Madre Natura.

Delle prime due vicende, housing e Casa Anziani, vi abbiamo già abbondantemente documentato in nostre precedenti inchieste. Oggi è della terza che ci andremo ad occupare.

Del Canile di via Nastro d’Argento. Sempre lì.

Un Canile a tempo determinato e scoprirete il perché.

Un Canile che non s’aveva da fare ed anche di questo scoprirete il perché.

La sua storia, come anticipato, nasce ufficialmente l’8 luglio del 2013.

Al protocollo del Comune di Sant’Agnello arriva una curiosa nota. A protocollarla è l’avvocato De Cesare Mariano, Presidente della Fondazione Villaggio degli Amici dell’Uomo. In essa c’è scritto che la Fondazione si rende…

“…disponibile a svolgere l’attività di promozione di affidi ed adozioni dei cani abbandonati o riscattati da situazioni di maltrattamento ricoverati presso canili e rifugi nonché a svolgere ogni attività finalizzata al loro recupero ed inserimento secondo sani criteri zoofili attraverso adozioni durature e responsabili”.

Va bene così.

L’avvocato De Cesare sicuramente conosce molto bene Accardi Chiara detta Clara (sempre lei), da poco nominata vice-Sindaco.

Non c’è motivo di pensare il contrario.

In quell’epoca, infatti, la Accardi è dipendente della società MARIMAR srl, una società che poi verrà  cancellata, ma che nel luglio del 2013 è per il 52% nelle mani proprio di De Cesare.

Accardi o non Accardi, al Comune di Sant’Agnello leggono quella nota e fanno scattare l’INTUIZIONE. Non disponendo di una propria struttura da destinare a canile comunale, decidono di attivarsi per…

“…l’individuazione di un sito idoneo ove la Fondazione Villaggio degli Amici dell’Uomo, disponibile, in ossequio ai suoi scopi statutari, alla realizzazione di rifugio di accoglienza per cani e gatti randagi sul territorio, possa realizzare tale struttura”.

Insomma si mettono a fare i sensali.

Sono anche decisamente fortunati in questa ricerca. Nel giro di pochi mesi rinvengono un fondo “abbandonato” che viene considerato proprio congeniale. Proprietario di quel fondo ritenuto congeniale è Gargiulo Agostino. Gargiulo già per il passato si era convenzionato proprio con il Comune di Sant’Agnello. Sia per realizzare l’isola ecologica, sia per realizzare un parcheggio in via San Sergio. Capita proprio come il cacio sui maccheroni.

Un vero colpo di culo.

Così, senza star lì a menar il can per l’aia (è proprio il caso di dirlo), il 24 aprile del 2014 la Fondazione Villaggio degli Amici dell’Uomo, presieduta dall’avvocato Mariano De Cesare richiede il rilascio di un permesso di costruire…

“…per la realizzazione della struttura da adibire a rifugio cinofilo in Sant’Agnello, in un’area avente accesso dalla Via Nastro d’Argento, della estensione complessiva di metri 2640 individuato e riportato nel NCT al Fg. 11, particelle 182, 184 e 137, ricadente in zona E4 del P.R.G.”.

Proprio sul fondo del signor Gargiulo Agostino. Il convenzionato storico del Comune.

In pari data (vale a dire sempre il 24 aprile del 2014), con istanza protocollo successiva a quella riguardante il rilascio di permesso a costruire, la Fondazione richiede anche l’autorizzazione paesaggistica.

Al Comune rasentano l’ingresso nel Guinness dei primati.

Dopo solo sei giorni, il 30 aprile, la Commissione Edilizia esprime il suo parere favorevole. Sei giorni che in realtà sono appena tre. Già perché il 25, venerdì, è la Festa della Liberazione. Poi c’è il 26 sabato ed il 27 domenica. Tolti i tre festivi, dei sei giorni di calendario ne restano appunto tre effettivi. Tre giorni per convocare la Commissione, studiarsi le carte a tempo di record ed esprimere parere favorevole.

L’inchino è d’obbligo.

A mettersi di traverso è però la Soprintendenza che chiede chiarimenti. Evidentemente qualcosa non quadra. Per realizzare una struttura di circa 130 metri quadrati di superficie e quasi 300 metri cubi di volume, non sono certamente sufficienti i 2 mila e 600 metri di quel fondo ritenuto congeniale. Stando agli indici di costruzione occorrerebbe più del triplo.

Come si fa? Che si fa?

Il 4 luglio, sempre del 2014, il signor Gargiulo Agostino, il proprietario del fondo congeniale, protocolla un atto che in gergo si chiama…

“…impegno all’asservimento dell’area necessaria per la realizzazione della struttura”.

In pratica è una dichiarazione con la quale il Gargiulo  “aggiunge” al fondo ritenuto congeniale altre particelle di terreno contigue. Sempre di sua proprietà.

Questo significa asservire.

Per effetto di quella dichiarazione di asservimento l’area complessiva cresce e raggiunge i metri quadri necessari a far costruire la struttura. Ovviamente sull’area assentita non ci sarà più possibilità di costruire, né eventualmente di condonare, qualora la normativa dovesse restare invariata.

Il Gargiulo, però, queste particelle contigue da asservire al fondo ritenuto congeniale ce le ha?

A questo quesito risponderemo nelle prossime puntate.

Ora, visto che abbiamo preso fiato, possiamo ricominciare a correre insieme all’iter.

L’8 luglio del 2014, i chiarimenti arrivano alla Soprintendenza che li riceve il giorno seguente e si mette alacremente al lavoro. Infatti il 16 rilascia il suo parere favorevole.

E’ fatta.

Passano appena cinque giorni (tre se si escludono il sabato e la domenica) ed il geometra Francesco Ambrosio, il funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di Sant’Agnello, firma l’autorizzazione ambientale.

Anche questa è fatta.

C’è però ancora tanto lavoro da fare.

Innanzitutto si deve passare in Consiglio comunale per approvare la convenzione che legherà il Comune alla Fondazione, poi si dovrà rilasciare il permesso a costruire. Per fare tutto questo, però, serve qualche altra cosa. Anzi forse sarebbe stata già utile averla, ma nessuno – né al Comune né alla Soprintendenza – se ne è sino a quel punto ancora accorto.

Che brutti scherzi tira la fretta.

Serve un titolo.

Già perché il fondo ritenuto congeniale è di proprietà del signor Gargiulo Agostino. Che c’entra allora la Fondazione Villaggio degli Amici dell’Uomo, presieduta dall’avvocato De Cesare Mariano?

A quale titolo cioè la Fondazione Villaggio degli Amici dell’Uomo, presieduta dall’avvocato De Cesare Mariano sta facendo tutto questo po’ po’ di ben di Dio?

Detto fatto.

Il 6 o il 16 ottobre del 2014 (su questa data gli atti ufficiali non concordano) viene sottoscritto un contratto di comodato gratuito, per una durata di quindici anni, tra il signor Gargiulo Agostino e la Fondazione Villaggio degli Amici dell’Uomo, presieduta dall’avvocato De Cesare Mariano.

Problema risolto.

Finalmente si può sbarcare in Consiglio comunale. L’argomento viene trattato nella seduta del 30 ottobre (sempre 2014).

Questi sono veloci per davvero, mica a chiacchiere.

All’adunata risultano assenti in due: Massa Attilio per la maggioranza e  Coppola Antonino per l’opposizione. A prendere la parola è il vice-Sindaco Accardi Chiara (detta Clara) che nel frattempo non è più alle dipendenze della società MARIMAR srl di proprietà, per il 52%, dell’avvocato De Cesare Mariano Presidente della Fondazione Villaggio degli Amici dell’Uomo.

La Accardi illustra la proposta di delibera. Per la verità si limita a leggerla, insieme al protocollo d’intesa.

Dopo di che interviene il Sindaco Piergiorgio Sagristani che prima ricorda a tutti che il giorno seguente ci sarà la presentazione della restaurata statua di Sant’Agnello e poi, rivolgendosi al capogruppo di minoranza Gianmichele Orlando, gli “rinfresca la memoria” sull’argomento…

“…Per quanto riguarda il rifugio non è altro che una continuità a quello che avevi fatto tu nei passati anni, perché questa storia è partita con il Sindaco Orlando che ha cercato anche lui delle ipotesi a volte bloccate dalla Soprintendenza, perché c’è stata sempre questa volontà della Fondazione Amici degli animali (in realtà sarebbe degli uomini ndr) di realizzare questa opera. Fortunatamente si risolto il problema”.

Che tradotto suona presso a poco così:

“In pochi mesi sono riuscito a fare ciò che tu hai provato a fare, senza riuscirci, per cinque anni. Perciò mo’ statte zitto”.

Il senso talmente  chiaro che dopo l’intervento monito di Sagristani il Presidente dell’assise, Maria De Martino, mette subito in votazione l’argomento.

Nessuno fiata più.

Tutti favorevoli.

(FINE PRIMA PUNTATA)

Clan di Bertoldo