Ebbene sì, gli sportelli dell’accettazione dell’ospedale di Sorrento sono chiusi.

Nessuna possibilità di ritirare il referto.

Son venuta fin qui a vuoto, due  mattinate perse inutilmente.

Ma andiamo con ordine.

Ieri l’altro, tanto per iniziare bene la nuova settimana, una mia zia mi ha chiesto il favore di ritirarle una TAC all’ospedale di Sorrento.

Mi  armo di gran pazienza, rimando un paio di impegni in agenda ed eccomi in macchina, bloccata nel solito traffico, con cui noi abitanti della Penisola Sorrentina siamo purtroppo abituati a convivere da un bel po’ di anni.

Scelgo il tragitto alternativo a quello principale del Corso Italia, ma ovviamente c’è una deviazione dietro Piazza Angelina Lauro e mi ritocca fare il giro per il Campo Italia, per poi svoltare verso Piazza Tasso, pur sapendo che la strada che conduce all’ospedale è bloccata per lavori in corso e quindi mi toccherà fare il giro per via degli Aranci.

Fantastico.

Tra traffico e deviazioni, impiego ben quaranta minuti per arrivare a destinazione.

Vogliamo poi parlare del posto auto?

Mi è andata bene, perdo solo una decina di minuti, necessari a rendermi conto che l’unica soluzione è metterla nel parcheggio più giù. Pazienza se per un servizio veloce mi toccherà anche pagare un’intera ora di tariffa.

Questa è la necessaria premessa per comprendere meglio lo stato di stress con cui si giunge all’ospedale di Sorrento, se non ci si arrivi a piedi.

E qui mi viene da pensare che quella “simpaticona” di mia zia, che abita in pieno centro storico sorrentino, poteva andarci lei a ritirarsi la TAC, oh!

“Cara, mi faresti questo favore? Sai, io sono un po’ raffreddata!”

Ha esordito così.

E′ la stessa zia a cui dovevo portare i medicinali giusto durante il week end del Black Friday, ricordate?

Per lo shopping e le iniziative più simpatiche, però, chiama le mie cugine.

Ma io sono una nipote educata e servizievole, ecco.

E quindi, dopo quasi un’ora, riesco ad approdare alla hall della struttura ospedaliera.

Le lancette dell’orologio segnano già le dieci e un quarto, ma entrambi gli sportelli dell’accettazione sono chiusi.

Possibile?

Non mi perdo d’animo, di fronte a me c’è una vetrata con le tapparelle socchiuse, dove intravedo la sagoma di una persona.

Busso ed esce una signora, ma mi dice che quella è una sala d’attesa. Le chiedo a chi potermi rivolgere per un ritiro. Alza le spalle,  nemmeno lei sa nulla.

Mah! Non c’è nessuno a cui poter domandare informazioni.

Salgo nei piani superiori alla ricerca di qualcuno. Niente da fare: solo sale  deserte e porte chiuse.

Comincio ad innervosirmi!

Riscendo giù, ma tutto come prima, non c’è segno di vita dietro gli sportelli.

Nessun cartello, nessuna spiegazione.

Esco fuori e chiedo alla guardia giurata.

“Guardi,  in genere è aperto un solo sportello, ma oggi è chiuso perché l’addetto è influenzato. Provi a chiedere in Direzione Sanitaria.”

Vado in Direzione e un signore alle prese con telefonate e scartoffie mi fa attendere svariati minuti, per poi dirmi che è così, il dipendente ha la febbre e non c’è nessun sostituto.

Mi vien da storcere il naso.

Brontolo prima tra me e me, poi impreco ad alta voce che c’è davvero una gran disorganizzazione.

Il tipo, di nuovo indaffarato con le sue documentazioni, mi fa capire che si è trattato di un imprevisto dell’ultima ora.

Giusto.

Quando arriva l’influenza, mica dà un preavviso?

Ma proprio per questo esistono le sostituzioni!

Come può un ospedale restare un’intera giornata senza gli sportelli funzionanti?

Inutile fare questioni.

“Tornerò domani, pazienza”…

…penso tra me e me.

E così ieri mattina mi tocca arrivare di nuovo a Sorrento, con tanto di traffico più intenso, visto che il martedì è giorno di mercato. Ritorno nello stesso parcheggio di ieri, rieccomi nella hall e … sportelli di nuovo chiusi!

Non ci credo.

Vado spedita nella Direzione Sanitaria, dove c’è già un signore che le sta cantando di tutti i colori.

Doveva ritirare un referto di cui ha urgenza e questo disservizio lo sta giustamente innervosendo.

“Abbia pazienza, il dipendente è ammalato e non abbiamo nessun sostituto.”

Questa la risposta, la stessa di lunedì.

Giro i tacchi e me ne vado senza dir nulla.

Non ho voglia di aggiungere altre parole inascoltate.

Preferisco dire la mia qui, perché tra i tanti pensieri che riempiono il mio cuscino, oggi c’è anche quello sulla continua mancanza di rispetto per i diritti dei cittadini.

Maelka