“Semplici e un po’ banali, io direi quasi prevedibili e sempre uguali …”

Ieri per radio hanno trasmesso il noto pezzo del celebre duetto Mina – Celentano, con il risultato che la sto canticchiando in continuazione.

Non solo.

L’incipit mi ha fatto venire in mente alcuni commenti sull’ultima puntata de “Il cuscino di Maelka“.

C’è chi ha scritto:

“Ottima disamina, ma ne deduco che il tipo deve essere sempre “niente male”… Quindi l’occhio è il discrimine dominante. Poi quando lo facciamo noi maschietti, siamo chiamati maschilisti…”

L’argomento in questione era l’approccio virtuale, il conquistarsi attraverso messaggini e chat, a discapito della possibilità di dare più voce agli incontri reali.

Il pensiero incriminato è nella parte finale, dove scrivevo:

” … ma passeggiando potevi incrociare lo sguardo di un tipo niente male, che magari riusciva a trovare un pretesto per darti a parlare”

Il punto in questione è dunque nel come definire un tipo “niente male” al primo sguardo, senza conoscerlo.

Apriti cielo.

Tra i vari commenti  e messaggi ricevuti in merito, ne è emerso che gli uomini, quando elargiscono apprezzamenti sulle qualità fisiche del gentil sesso, si sentono accusati ingiustamente di superficialità.

“… Sono fatti tutti così gli uomini e l’amore …”

Poverini, pure Mina punta il dito contro il loro modus vivendi.

E quindi eccoli puntualizzare che non sono i soli: anche noi donne  pensiamo all’aspetto esteriore, ma poi ci prendiamo la libertà di sottovalutare gli uomini, se a farlo son loro, considerandoli … “Semplici e un po’ banali“.

“Passeggiando incontra il tipo “niente male”, quindi carino e scatta dunque la possibilità di un approccio. Se invece il tipo in questione fosse bruttarello? Vede, non sono soltanto gli uomini a dare importanza alla bellezza! “

… mi ha scritto così un certo Alberto, in uno dei gruppi dove viene condivisa la rubrica.  E ancora, c’è chi ha osservato:

“Maelka, se a chiederle l’amicizia su Facebook è uno sconosciuto, ma con una bella foto del profilo, lei non  conferma la richiesta?”

Johnny Pollio, l’amministratore del blog,  mi ha fatto la stessa identica domanda, prima ancora della pubblicazione del commento in questione.

L’argomento chiamato in causa era espresso nella parte centrale dell’articolo:

“Io ho una regola di base. Se mi contatta uno sconosciuto, non gli rispondo proprio.  A meno che non attui un approccio educato, magari motivando il suo cercarmi con una scusa plausibile”

Che dire? Cercherò di analizzare la situazione, evitando di scivolare nel terreno friabile delle generalizzazioni.

” … Come vedi tanti aggettivi, che si incollano su noi, dai che non siamo poi cattivi …”

Visto? Non siete cattivi! Stiamo imparando ad apprezzare i vostri sforzi di essere ben visti dal variegato e complesso universo femminile.

Consentitemi, però, di premettere che non è così facile mettervi in buona luce, spesso rendete questo compito arduo.

“Acqua e sale, mi fai bere, con un colpo mi trattieni il bicchiere…”

Ma andiamo con ordine.

Prima di passare ai vari luoghi comuni che screditano (in)giustamente la vostra immagine, rispondo alle provocazioni relative all’articolo sugli approcci virtuali.

E´ ovvio che l’aspetto esteriore sia il primo criterio valutativo, no?

C’è un qualcosa che attrae, vuoi a prima vista, vuoi dopo più incontri, che di primo acchito è legato alle qualità fisiche del corteggiatore, o meglio a quel “certo non so che”, tra l’altro non sempre legato ai tradizionali canoni di bellezza.

Si può però fare dietro front se poi queste qualità non sono supportate da altre, che possono spaziare dal modo di porsi agli interessi, dalla cultura alla sensibilità, questo poi dipende dalle singole esigenze.

Se ricevo una richiesta di amicizia da uno sconosciuto di bell’aspetto, lo ammetto, prima di cestinarla, vado a sbirciare il profilo. Se ne emerge che è anche un tipo interessante per i post che pubblica, ci sono ottime probabilità sia aggiunto alla lista di amici.

Ma il punto in questione non credo sia questo.

La popolazione maschile è spesso accusata di superficialità per la considerazione “semplice e un po’ banale” delle donne, giocata quasi in toto su particolari e dettagli fisici, privilegiando perlopiù scollature e “lati B”.

Sarà un luogo comune, che dirvi. Certo, ci sono le eccezioni che confermano la regola, ma in genere è così.

Si tratta di distinguere chi si limita ad osservare e poi prendere in considerazione anche altro, e chi invece focalizza tutto l’interesse su queste qualità.

Ho assistito più volte a discorsi tra uomini intenti a guardare il passaggio di una bella donna e vi assicuro sono completamente diversi da quelli femminili.

Le nostre chiacchiere possono partire da un “Carino quel tipo con la maglia blu”, ma poi l’interesse verte anche sul modo di parlare o sul fatto che abbia un libro con sé a far scattare il fascino dell’intellettuale.

Tra i discorsi maschili, le frasi più gettonate preferisco non riportarle e mi astengo anche dal riferire gli sguardi incollati ai punti privilegiati summenzionati.

Questo non significa che noi donne non apprezziamo le qualità fisiche, attenzione. Si tratta semplicemente di modi, in genere, sottolineo in genere, diversi di esporsi.

E questo vale per tanti altri aspetti. Le differenze tra maschi e femmine ci sono, è chiaro. Ci devono essere. Non siamo uguali.

Di solito la donna è più sensibile, più presente, più attenta ai bisogni degli altri. Dicesi istinto materno.

L’uomo, invece,  è portato ad essere più preso dai propri interessi, è concentrato sul suo universo personale, è meno propenso ad occuparsi dei problemi altrui.

Sì, cari uomini, in genere è così, quindi non storcete il naso. Ci sono le dovute eccezioni dall’una e dall’altra parte, ma la stragrande maggioranza degli uomini che conosco, fa parte di questa tipologia inquadrata.

Anche quando all’apparenza sembrate premurosi e galanti, spesso, sotto sotto nascondete questo istinto egoistico, sarà una questione di gene maschile, magari non potete farci niente.

Vi ricordate del bel motociclista? Ecco, lui mi apriva la portiera della macchina, mi regalava cioccolatini. Vien da pensare a un uomo premuroso e attento. Ma, guarda caso, oberato dal lavoro, scompariva e non lo sentivo per giorni, giusto quando stavo attraversando un periodo negativo in cui sarebbe stato ben gradito un suo cenno di presenza.

“Sono fatti tutti così gli uomini e l’amore …”

E adesso immagino  le proteste maschili a questi stereotipi comuni così radicati in noi, quindi aggiungo un:

“Ma io  sono con te ogni giorno, perché di te ho bisogno, non voglio di più …”

Sì, siamo con voi ogni giorno. Stiamo imparando ad accettarvi così, a non pretendere troppo. Anche se spesso ci fate bere … acqua e sale.

Maelka