Come al solito, sono in gran ritardo.

Per fortuna non è un orario di punta e il traffico per Sorrento scorre veloce.

Parcheggio in fretta e furia in Piazza Lauro, rischiando di toccare prima un lampione, poi la macchina che mi sta davanti. La gomma addosso al marciapiede, però, non riesco proprio ad evitarla …

Prima che possiate pensare sia una grande imbranata, ci tengo a specificare che il posto era infelice: poco lo spazio e per di più in curva.

E poi andare di corsa, si sa, gioca brutti scherzi.

Dovevo  perdere meno tempo a riempire queste buste.

Quanto pesano!

C’è di tutto qui dentro: maglie, leggins, sciarpe, jeans, camicie; ma anche soprammobili, portagioie e  bigiotteria varia.

Mi fermo un attimo per prendere fiato e sento lo squillo del cellulare:

“Allora stai venendo? Manchi solo tu!”

Cristina  è sempre ansiosa ed è capace di trasmettere anche agli altri  una buona dose di stress.

Ve la ricordate? Ve ne avevo  parlato a proposito della serata “con … turbante”. Da allora il suo umore è notevolmente peggiorato. Già di suo è piuttosto accelerata ed impaziente, poi da quando, quella sera, Giorgio le ha chiesto il divorzio, è ancora più frenetica.

Me la immagino adesso, starà sbuffando per il mio ritardo.

Aumento il passo e nel giro di qualche minuto arrivo dove dovrebbe trovarsi l’abitazione di  … com’è che si chiamava? Frugo nella borsa, ma ovviamente nessuna traccia del fogliettino dove mi ero annotata le informazioni.

Richiamo Cristina  per chiederle una dritta:

“Gira a destra, c’è un cancello verde, entra lì, è  già aperto. Muovitiii!”

Esagerata. Neanche avessi udienza da un ministro.

In verità, non ho nemmeno più questo gran genio di partecipare a … com’è il nome?

Ah, sì, lo Swap Party.  Un incontro organizzato per scambiare  vestiti, oggetti e gioielli, tutti finiti,nel dimenticatoio a prender polvere , per chissà quale motivo.

La mia amica Francesca, coinvolta nell’iniziativa da “un’amica di un’amica”, ha trascinato anche me e Cristina.

La cosa, lì per lì, mi aveva ispirato: l’idea di liberarmi di un po’ di roba superflua e nello stesso tempo concedermi qualcosa di nuovo non mi dispiaceva.

Adesso, però,  sto già pentendomi.

In fondo ho riempito le buste senza pensarci troppo, magari avrò messo anche  cose di cui in realtà non vorrei disfarmi.

Devo poi presentarmi in casa di una tipa che nemmeno conosco, dove ci saranno persone di cui finora ho ignorato l’esistenza e con le quali mi ritroverò a scambiare di tutto e di più, nonché a mostrare le mie cose.

Spingo l’anta del cancello verde  e percorro un lungo viale che mi porta a un’elegante villetta, immersa in un rigoglioso e scenografico giardino.

Tutta questa appariscenza mette quasi soggezione.

Avrei  voglia di trovare una scusa e tornare indietro, ma desisto, giusto per evitare di sorbirmi un interrogatorio da Cristina.

In fondo, poi, io e Francesca oggi ci siamo organizzate anche per tenerla distratta dalla sua travagliata vicenda coniugale.

Eccole, sono entrambe all’ingresso ad aspettarmi:

“Finalmente! Sei sempre la solita! Entra, su.”

Mi guardo intorno inibita.

Sembra di stare in una di quelle ville fotografate per le riviste glamour di arredamento.

Arriva anche la padrona di casa, una stangona bionda dall’aria sofisticata, alta almeno 15 cm più di me.

Entriamo nell’ampio salone,  animato da uno starnazzo di voci strombazzanti degne di un pollaio.

Eccole, le partecipanti, le “Swappers”.

Sono  ben accomodate, chi su un maxi divano angolare in pelle, chi su raffinate poltroncine, chi ancora su grandi pouf, sempre in pelle, abbinati al divano.

A occhio saremo una ventina, credo.

Do un rapido sguardo, mi sembra di non conoscere nessuna.

Non vedo una faccia che ispiri simpatia.

Espressioni  superficiali, discorsi frivoli e banali.

Ah, perché sono qui?

Vorrei tornarmene a casa, dal mio bel divano! Non sarà in pelle, avrà una taglia mignon rispetto a questo dove mi sono appena seduta, ma è decisamente più caldo ed accogliente.

Le tipette ganze sedute di fronte mi lanciano sguardi critici camuffati da sorrisetti di circostanza.

Praticamente mi stanno squadrando dalla testa ai piedi. Anche le miss dall’altro lato mi scrutano con aria diffidente.

Oltre che sul ritardo, avranno di sicuro da ridire sul mio abbigliamento casual e non griffato.

Loro, invece, si vede da un miglio, sono firmate dalla testa ai piedi.

Inutile aggiungere che hanno un make up perfetto, con tanto di ciglia super impregnate di mascara, sopracciglia ben disegnate, zigomi evidenziati dal fard.

Anche la manicure è impeccabile.

Nascondo le mie unghie rovinate.

Per la fretta di arrivare, stavolta non sono riuscita nemmeno a mettermi lo smalto in macchina, come al mio solito.

Credo tra un po’ raccoglieranno le firme per  cacciarmi via.

Mi sa convenga me ne vada io, di mia spontanea volontà e prima che lo Swap Party abbia inizio, visti questi presupposti.

Nelle mie anonime buste c’è un cumulo di mercanzia sicuramente in ottimo stato, come vuole la regola base di quest’incontro. Alcuni capi sono addirittura con il cartellino.

Il livello, però, non è mica di quelli da prezzi di capogiro. Si tratta di uno standard “normale”. Che poi va a capire cos’è la normalità!

Nelle loro buste –  griffate anche quelle, ovvio – campeggiano, invece, capi ed accessori d’alta moda. Mi è bastato sbirciare con una rapida panoramica a volo d’uccello per rendermene conto.

Dio mio, quando vedranno i miei foulard comprati da Abdì il senegalese  mi fucileranno!

Sto per alzarmi.

In questo lussuoso salone, con mobilio ed arredi importanti, si respira un’atmosfera malsana, l’aria è così densa che si taglia a fette.

Sguardi invidiosi, sorrisi subdoli.

Ah, quanta pochezza!

“Io me ne andrei”, canta Baglioni.

“Io me ne vado”, canto io.

La spinta a farlo per davvero arriva quando mi accorgo che in una delle mie buste è finito per sbaglio anche il  foulard  Alviero Martini.

Qualcosa firmata, ogni tanto, la compro anch’io!

Mi sarà scivolato dalla borsa, dove lo tenevo annodato.

Ma sì, adesso mi alzo.

Belle signore della Sorrento bene, è stato davvero un piacere: che peccato dovermene andare, ma mi è appena arrivato un messaggio, ho un impegno improvviso.

Dovrete fare a meno di me e delle mie cianfrusaglie da barattare con i vostri preziosi averi.

Una swapper in meno, pazienza.

Anzi, tre swappers in meno:  guarda un po’, Cristina e Francesca ne approfittano per svignarsela con me.

Stavo giusto chiedendomi come riuscissero a resistere a questi modi così sofisticati e pretenziosi.

Questa domenica pomeriggio, per fortuna, prende una piega diversa.

Dallo Swap Party alla cioccolata calda al bar.

Con tanto di chiacchiere e pettegolezzi.

Le mie amiche vogliono sapere del bel motociclista, ma io mi svincolo dalle loro domande curiose e giro la frittata a Cristina.

Praticamente le do il “La” per iniziare il suo solito sermone contro l’ex marito.

E chi la ferma più adesso!

Francesca mi lancia uno sguardo imbronciato.  Avrebbe preferito sapere di me e del seguito del giro in moto.

Sarà per un’altra volta.

Ora ascoltiamo le imprecazioni di Cristina.

Sempre le stesse da un anno a questa parte, ma non fa niente.

Meglio sorbirsi i suoi lamenti che le tipe “simpatiche” dello Swap Party

Maelka