Dopo l’affondo sull’armatore Gianluigi Aponte mi ero ripromesso di non farlo più o, meglio, di non farlo più a breve. Invece ci sono ricascato. E’ stato troppo più forte di me. 

Allora eccomi a colpire un altro intoccabile, il “Capo a tutto” degli albergatori della Terra delle Sirene: Costanzo Iaccarino

Sia chiaro, non ho nulla contro Costanzo, che peraltro conosco da anni, ma la sua sortita sulle reti RAI mi ha fatto proprio vergognare. Vergognare di essere sorrentino, napoletano, uomo del Sud, persino essere umano. Per un attimo ho pensato ai tanti miei amici che vivono tra Lombardia, Emilia, Veneto. Lì dove i morti ormai li contano con la calcolatrice. Ho pensato alle lezioni di vita che ogni anno impartisco loro sotto il sole cocente del Salento.

Quando provo a spiegare la differenza abissale che esiste tra noi Terroni e loro abitanti della Polentonia. 

Quando parafrasando la buonanima del Professore Bellavista tiro fuori la storiella dei napoletani come popolo d’amore e dei milanesi come popolo di libertà, dove libertà sta per propri interessi.

Poi riascolto Costanzo, per essere sicuro di non aver capito male, e mi crolla tutto il castello. Altro che popolo d’amore, così passiamo per popolo di merda. 

Nel giorno in cui l’Italia registra la Caporetto del Coronavirus, con quasi 800 morti, con interi Comuni costretti a mettere in fila e contare le bare, lui, Costanzo, che fa? Va in tivvù e ci racconta delle prenotazioni degli hotel cancellate.

L’apoteosi del cinismo?

No, l’apoteosi dell’incoscienza.

Costanzo, come il celebre direttore dell’orchestrina del Titanic, è salito sul palchetto e si è messo a suonare. Mentre il transatlantico andava giù, ingoiandosi centinaia di vittime, lui pensava allo Stradivari che gelosamente teneva custodito in cabina.

Allora davvero non abbiamo capito un cazzo.

Come osi parlare così? Il tuo è delirio di onnipotenza.

Già mi rimbombano nelle orecchie le parole dell’amico avvocato Antonio Maresca.

No, nessuna onnipotenza, caso mai il mio è un delirio di impotenza.

Di frustrazione.

Di chi sa che niente sarà più come prima. Che, quanto meno la mia generazione, non rivedrà più il benessere che abbiamo avuto sino a solo un mese fa.

Lo dico, lo ripeto da giorni, da settimane, ma nessuno mi crede. 

Niente sarà più come prima.

La Terra, quella stessa Terra che pensavamo di governare, ci ha sbattuto in faccia il cartellino giallo. Non si è fidata nemmeno della ragazzina svedese e delle sue battaglia plastic free. Troppo poco.

Una presa per il culo.

La Terra ha deciso di fare di testa sua. Non ci sopporta più. Oggi il Coronavirus, domani chissà. O ci diamo una regolata o sarà sempre peggio.

Altro che prenotazioni cancellate.

Qui dobbiamo riformattare tutto e ricominciare daccapo, se non lo facciamo noi ci penserà lei: la Terra.

A modo suo.

Allora ecco che a partire già da stasera mi aspetto che l’altoparlante della Protezione Civile oltre a ricordarci di restare a casa ci suggerisca anche di fermarci a riflettere.

Di non pensare più alle prenotazioni cancellate, ma al sacrificio in termini di vite umane e, soprattutto, ad un futuro diverso. 

Un futuro fatto di amore, non di libertà ed interessi. 

Amici della Polentonia vi voglio bene e, credetemi, non siamo tutti così.

Non vi ho preso per il culo.

Johnny Pollio