Le note allegre di “Tanto pe’ cantà” rompono il silenzio di casa.

Ho un leggero sussulto.

La TV era rimasta accesa per un bel po’, ma senza segnale, ovviamente.

All’improvviso è tornata la frequenza a uno dei canali radio su cui mi sintonizzo di solito, ed ecco a voi, signore e signori, un servizio dedicato a Nino Manfredi.

“…per far la vita meno amara, me so comprato sta chitara…”

Quanti anni saranno trascorsi dall’introduzione in Italia della televisione digitale terrestre?

Non ricordo, ma mi torna bene in mente che ho dovuto sostituire tre televisori.

Tre.

Avevano pochi anni di vita, ma con decoder ed inestetici fili volanti i canali non si vedevano bene.

“L’unica soluzione è sostituire le televisioni, con i decoder non avrà mai un buon segnale!”

… così si era espresso il tecnico.

Ho dunque seguito il suo consiglio, ma la situazione con le tre TV nuove di zecca non era affatto migliorata.

A tutt’oggi “No signal” compare sovente sul monitor del televisore in salotto.

Schermata nera due volte sì ed una no, invece, per la TV della cucina.

E ancora in camera da letto, il terzo apparecchio, quello che mi fa innervosire di più, quando non prende bene il segnale, ossia quasi sempre, fa un ronzio assordante e l’immagine si frantuma in un bizzarro mosaico di luci e colori.

Morale della favola, da un po’ di anni a questa parte, ho cambiato abitudini di vita domestica.

Non che fossi questa grande appassionata di TV, sia ben chiaro. Anche perché il target dei programmi d’intrattenimento e la selezione di film nella piattaforma televisiva italiana lascia molto a desiderare.

Però seguivo qualche trasmissione che riempiva determinate fasce orarie delle mie giornate. Per esempio, quando ero a tavola ci scappava il TG o il quiz di turno. La sera, a letto, prima di dormire, un film faceva da sottofondo alle mie letture.

E adesso? Canali radio a go, go.

Quelli di solito prendono bene. Evviva la musica. Italiana, straniera, non importa.

Evviva Nino Manfredi e il suo “Tanto pe’ cantà“.

“…tanto pe’ sognà, perché ner petto me ce naschi un fiore. Fiore de lillà, che m’ariporti verso er primo amore…”

Almeno in questo caso, se salta il segnale, perdi una canzone, non la trama di un film giallo o la risposta di un quiz, o la notizia del TG.

E come ho già scritto nella scorsa puntata, in merito alle foto digitali, ribadisco anche qui: progresso, regresso!

“La qualità immagine ed audio del digitale terrestre è notevolmente migliore!”

… dicevano.

Certo, quando c’è il segnale, però.

“Avrete un considerevole numero di canali disponibili!”

… sostenevano. Sì, di televendite, oroscopi, chiromanti ed emittenti locali di paesini sperduti. Grandioso.

Inutile specificare che questi canali prendono alla meraviglia. Ma la RAI o i tradizionali Rete 4, Canale 5 ed Italia 1 son sempre ballerini e fantasmi.

In uno dei tre televisori nuovi, poi, cambia sempre la sintonizzazione dei canali.

Non mi chiedete il perché.

Scoprire a quale numero corrisponda RAI 1 o Canale 5 diventa una caccia al tesoro.

E allora lasciamo stare.

Le mie TV, come vi dicevo prima, ormai sono sintonizzate soltanto ai canali radio.

Dovrebbero saperlo quelli delle agenzie delle entrate quando riscuotono il mio pagamento annuale del canone.

Chissà, magari mi farebbero uno sconto.

“Lo sconto se lo faccia fare tra quattro anni per gli acquisti di nuove televisioni”, mi suggerisce sempre il tecnico, chiamato  l’ennesima volta per un controllo dell’antenna.

“Si spieghi meglio!”

“Nel 2022 è prevista l’introduzione del DVB T2 e sarà necessario cambiare di nuovo le TV, è la nuova era del digitale terrestre!”, mi risponde.

Beh, sa una cosa, caro signor tecnico? Non comprerò proprio niente.

“…nun è gnente de straordinario, è roba del paese nostro…”

… continua intanto a cantare Nino, così, tanto pe’ cantà.

Intanto noi, tanto per farne un’altra, ci adeguiamo all’Europa solo per queste trovate geniali, per le quali non siamo nemmeno ben organizzati.

Pensassero piuttosto a farci adeguare ai migliori standards qualitativi di ricerca, istruzione e sanità.

Ma forse così si chiede la luna!

E poi questi non sono discorsi da “Il cuscino di Maelka“, quindi lasciamo stare, per oggi me la canto con  Nino Manfredi, così, tanto pe’ cantà.

Maelka