Sarà da un’oretta abbondante che me ne sto coricata sul divano con le gambe all’insù. Serve a riattivare la circolazione, sembra rinvigorisca starsene a piedi in aria.

Stamattina ho anche preso un multivitaminico e un integratore di potassio e magnesio.

Riposiziono le gambe sui cuscini e provo a farmi dei massaggi in  punti  specifici per far risalire la pressione. Osservo le immagini dal manuale dell’auto-massaggio per eseguirli in modo corretto, mentre mastico liquirizia. Non le radici amarognole, però. Sto “ruminando” le più gustose rotelline, che alla fine sembra non facciano chissà quale effetto per rialzare la minima, ma almeno son buone.

Comunque, niente da fare: la mia, di pressione, oggi ha deciso di restare giù, che più giù non si può ed io mi sento uno zerbino.

Se penso a tutto quello che dovrei fare!

La pressione bassa è così. Quando scende, c’è poco da sperare.

Bisogna soltanto rassegnarsi ad una giornata da inetta, in cui ciondoli per la casa, ti butti sul divano e imprechi  perché mancano le energie, per cui pur volendo non  riesci a fare niente di niente.

Lampo di genio: il vino!

Ma sì, un bel bicchiere di vino rosso, come da detto antico, sarà un toccasana.

“ Buon vino fa buon sangue”

Devo soltanto riuscire nell’impresa di alzarmi dal divano per raggiungere la cucina.

Riempio un bel calice di Primitivo di Manduria.

Mi piace il suo colore: un elegante rosso rubino.

Già dal primo sorso  ne assaporo il gusto pieno, così intenso, ma nello stesso tempo gradevole. Ne respiro poi l’aroma speziato, dal retrogusto di frutti di bosco e tabacco.

Ovviamente tutte queste informazioni le ho spulciate su internet per darmi l’aria da intenditrice di vino, lo ammetto! Ho preso a caso la prima bottiglia …

Buono, però.

A metà bicchiere non solo ho sempre la pressione a terra, ma mi sento anche girar la testa. Sarà che non sono abituata a bere, tra l’altro a stomaco vuoto … forse non è stata una grande idea, questa!

Il letto.

Voglio il mio letto. Altro che divano.

Sono appena le sei, il sole deve ancora tramontare, ma oggi è così. Mi corico con largo anticipo, con il vinello al seguito, così magari mi addormenterò prima.

Testa sul cuscino, gambe sollevate. Tento di rilissarmi, ma la mente non è d’accordo.  Avvilita, rimugino di nuovo sulle commissioni e sui lavori previsti per questa giornata e rimandati a chissà quando.

Primitivo di Manduria a me!

Sorseggio lentamente.

Guardo il bicchiere ora riempito per metà e mi viene in mente la metafora del mezzo pieno o mezzo vuoto.

Ci provo sempre a vederlo mezzo pieno il bicchiere della vita, credo sia fondamentale concentrarsi sul positivo, su ciò che hai e non su quello che ti manca.

Voglio farlo anche adesso questo gioco.

Mezzo pieno: ben venga la pressione bassa, mi ha fatto staccare la spina, rallentare i ritmi, prendere una giornata di riposo.

Forse ultimamente ho un po’ esagerato. Questa mia stanchezza non sarà soltanto dovuta al calo della minima.

Corri di qua, corri di là, riduci le ore di sonno, dai e dai … alla fine il corpo  ti chiede una pausa.

Vorrei capire perché sono così ostinata a non riuscire mai a rilassarmi come si deve! Mi sovraccarico di impegni e faccio di tutto per portarli a termine quanto prima.

Eppure me lo dico e ridico che dovrei imparare a ritagliare più tempo da destinare al puro ozio.

E invece no.

Se non riesco ad assolvere ai compiti che io stessa mi sono impartita, finisce addirittura che mi sento in colpa.

Beviamoci su.

Adesso il bicchiere è riempito a un terzo. Ma va visto sempre mezzo pieno, no?

Voglio liberarmi da questo modus vivendi castigato.

Sì, imparerò a rilassarmi, a godere di più la vita.

A partire da adesso: musica, riviste e relax.

Al diavolo quel che si doveva fare!

Il mondo è stato creato in sei giorni; il settimo Dio si riposò.

Prendiamo esempio!

Bip!

Arriva un messaggio sul cellulare.

“Ti sei ricordata di inviare la mail?”

Certo che no.

Ultimo lungo sorso di Primitivo e afferro il tablet.

Dopo aver inviato la mail, ne approfitto per ultimare un racconto a cui sto lavorando da un paio di giorni.

Scrivo, ma non sono poi così convinta di quello che butto fuori. Quando non sei in vena è meglio lasciar perdere, ma oramai sono alla tastiera e continuo.

Mi alzo, non mi è mai piaciuto usare il tablet coricata.

Mi sento un po’ meglio, mica il vinello avrà fatto effetto?

Continuo a scrivere, ma più per inerzia, per il mio solito senso del dovere.

Le dieci di sera, ma anche se assonnata, sono ancora davanti allo schermo del tablet. A un certo punto gli occhi quasi si chiudono. Inizio anche a sbadigliare.

Bello il mio relax, vero?

C’è poco da sperare …

…”Chi nasce tondo non può morire quadrato”

Nonostante tutti i miei buoni propositi,  non sono riuscita a concedermi una pausa. Per che cosa poi? Per scrivere pagine buttate giù senza cognizione, che probabilmente dovrò rifare ex novo, perdendo più tempo.

Insomma, il bicchiere è decisamente mezzo vuoto.

Solo  per questa volta, però!

                             Maelka