Ah, che mattinata oggi!

È iniziata in modo caotico e con il solito accumulo di stress, ma si è conclusa con il sorriso.

Merito del rimedio femminile più efficace ed immediato: lo shopping.

In effetti, saranno un paio di mesi che mi sono volutamente tenuta lontana da vetrine tentatrici. Il mio guardaroba è ormai al traguardo, tra un po’ abiti, scarpe e borse mi cacceranno di casa!

Questa mattina, però, tra un imprevisto e l’altro, mi sono ritrovata a via delle Rose, nel bel mezzo del mercatino del lunedì.

Saranno anni che mancavo!

In realtà, avrei dovuto essere impegnata in ben altro. Per dirla tutta, avevo una giornata piena di cose da fare.

In primis, un appuntamento a mezzogiorno con un’editrice di Napoli, per pianificare l’eventuale pubblicazione di alcuni miei racconti.

“Possiamo anticipare alle 11?”

Ho letto questo suo messaggio appena sveglia.

Ecco come iniziare la giornata con stress.

Mi sono attaccata al telefono per cercare di organizzare gli incastri degli altri impegni in base al nuovo orario, ma niente da fare. Così ho deciso di rimandare tutto e dare la priorità a questo incontro importante e atteso da tempo.

A saperlo, mi sarei svegliata più tardi!

In compenso, sono riuscita a sistemare un po’ la casa, pensate un po’, l’ho resa quasi decente.

Data la mia abilità ad essere spesso in ritardo, mi sono anticipata di qualche minuto.

L’appuntamento era nel giardino comunale di Villa Fondi, così ne ho approfittato per fare quattro passi tra i viali del parco.

Stavo contemplando il bel panorama, quando  è arrivata la telefonata dell’editrice.

Mi ha riferito di un suo  imprevisto dell’ultima ora. Si è scusata dicendomi che mi farà sapere al più presto quando tornerà di nuovo in penisola sorrentina.

Fantastico.

Ho rimandato i miei impegni inutilmente, perdendo un’intera mattinata senza concludere nulla.

Sono uscita dalla Villa con l’aria imbronciata e senza una meta.

Fuori, come ogni lunedì mattina, c’erano le bancarelle del mercatino. Sembravano quasi invitarmi a mollare tutti i pensieri  per darmi allo shopping.

Mi sono soffermata sul via vai di gente con le mani cariche di buste. Donne che chiacchieravano allegre del più e del meno, magari dell’ultimo affare sulla bancarella di turno.

Le ho invidiate per la capacità di trascorrere una mattinata spensierata a fare spese e poi, chissà, ad andare a bere  un caffè con un’amica.

In un attimo ho deciso di accantonare il mio solito senso del dovere per concedermi anch’io un po’ di relax.

E shopping sia!

Mi sono inserita nella folla e nel giro di pochi minuti avevo anche io le mani pieni di buste con acquisti.

L’idea di andare al mercatino non mi ha mai entusiasmato, lo ammetto. Si deve avere la pazienza di rovistare e la fortuna di trovare la taglia giusta; bisogna  fare slalom tra le persone per camminare più veloce e poi nessun camerino per le prove.

Questa mattina, però, sarà  che avevo davvero un gran bisogno di svagarmi, mi son divertita e ho comprato un sacco di belle cosette.

Mentre frugavo tra gli abiti di uno stand, poi, mi son ritrovata affianco la mia amica Francesca.

Si è meravigliata non poco di vedermi lì. Non so quante volte in passato mi avrà proposto di andare con lei, ma io avevo sempre qualcosa da fare.

Abbiamo proseguito il giro insieme, quando una bancarella ha attirato la mia attenzione:

“Guarda, Francesca: i turbanti!”

Se penso alla scorsa domenica sera e a tutti i miei tentativi per improvvisarne uno con un foulard, mi vien da ridere.

Ne provo uno rosso, ma non sono convinta. Poi il tipo che vende dall’altro lato mi ha osservato con sguardo ammirato:

“Le sta proprio bene!”

Ok, turbante acquistato.

Magari andremo ad un’altra serata in cui se ne dovrà indossare uno, no? Oppure lancerò la moda.

“Signurì, cose da pazzi, qui, tutto a tre euro! Signurì, venite a vedere!”

Eh già, perché mai non dare una sbirciata  ed immergerci anche in quest’altro labirinto di stands?

Ovviamente abbiamo trovato di tutto di più, ma con dubbi sulle taglie.

“Signurì, potete provare tutto, non vi preoccupate!”

E dove?

Il tipo splendido ci ha indicato il suo furgone, zeppo di scatoloni, buste e grucce.

Per non farci mancare niente,  saliamo e … non vi dico!

A stento  c’era un metro quadro di spazio libero, non sapevamo dove poter appoggiare tutti gli indumenti  da provare e Francesca è inciampata su una gruccia. Non si vedeva niente: l’unica fonte di luce era fornita da un esiguo spiraglio della porticina scorrevole da cui siamo entrate.

La mia amica apre di più lo sportello. Vuole ammirarsi meglio davanti a una parvenza di piccolo specchio accostato  su una delle pareti,

“Francesca, chiudi! Sono mezza nuda!”

“Signurì, vi sta proprio bene!”

“Chiudiii!!”

I numeri.

Dopo mezz’ora eravamo ancora in quell’angusto spazio, a provare di tutto di più.

La nostra mattinata di relax si è poi conclusa con un bel aperitivo al bar, a chiacchierare degli ultimi acquisti e del più e del meno.

Uno stop and go da ripetere.

Piccoli, grandi piaceri della vita.

Maelka