L’immagine di copertina che avevo selezionato per questo articolo, non è quella che compare adesso sotto il titolo.

Eccola, qui sotto, la foto prescelta in origine e in accordo con i musicisti. Qui hanno una messa in posa studiata, con tanto di espressioni fiere e sguardo determinato: siamo i Soul Players e siamo tornati.

Stavolta, però, ho fatto di testa mia e mi sono presa la libertà di inserire come foto in evidenza uno scatto rubato.

Un fermo immagine in cui si respira allegria e giocosità; ma anche energia e carica positiva.

Le stesse che emergono dalla loro musica,  dai brani blues, o da quelli rock.

Ed ecco che il garage adibito a sala prove, tapezzato di locandine e poster in cui poter scovare tracce dei loro trascorsi musicali, diventa uno spazio che vibra insieme agli accordi di basso e chitarra, rimbomba con i colpi di percussione della batteria, fluisce nella voce del cantante.

L’altra sera io ero in quel garage ad assistere a una prova, poiché quando si scrive, si deve prima toccare con mano ciò di cui si scrive.

Così  scattavo foto e annotavo  impressioni a ritmo di musica, coinvolta anche da quello scanzonato clima di ilarità che avevo attorno.

Ma andiamo con ordine.

Chi sono i Soulplayers e perché si parla di un loro ritorno?

Tutto ha avuto inizio nell’ormai lontana estate del 2003, quando in una festa privata, tra canti, suoni e balli, il batterista Michele Stinga fa la conoscenza del cantautore Nicola Caso.

Un incontro che si trasforma in un incipit. e non solo nell’ambito musicale.

Michele diventa un importante punto di riferimento per il giovane Nicola, una sorta di guida, nella musica come nella vita.

Nel giro di pochi giorni viene convocato il bassista Ciro Grieco, con cui Michele già suonava da diversi anni e, dopo qualche mese, al trio si unisce anche il chitarrista Cicci Bellarosa.

“Qual è il vostro nome?”, viene chiesto loro, in occasione di una delle prime esibizioni.

Ma il nome non c’era ancora.

Pensa e ripensa, ecco l’idea: Nicola già si era identificato come un Soulplayer, un’anima che suona o un giocatore d’anima, che dir si voglia.

Dal singolare si passa, quindi, al plurale.

Così nascono The Soulplayers.

Prova dopo prova, la nuova band colleziona serate in costiera e nel napoletano.

Le loro note dirompenti dilagano dall’Artis Domus di Sorrento  al Carney Park di Napoli.

Complici nella musica, come nel divertimento e in quegli inevitabili legami amichevoli rafforzati dalle passioni comuni; gli stessi legami che ho percepito l’altra sera, quando li ho visti suonare.

Di nuovo insieme, dopo più di dieci anni di assenza dalla scena.

Sì, perché l’avventura dei Soulplayers è intensa, ma breve.

Segnata da quel 6 maggio 2007.

Quando suonano a Sant’Agnello, in piazzetta Angri.

Le note dell’ultima canzone, Couldn’t stand the Weather,  ancora nell’aria.

“Comin’ through this business of life”, Corro attraverso questa vita indaffarata …

Corrono gli strumenti, i suoni, i concerti. Corrono le bacchette su piatti e tamburi.

“Changes come before we can grow”, I cambiamenti avvengono prima che possiamo crescere

I cambiamenti sono in agguato, pronti a sorprendere, mentre si sta crescendo insieme.

Tum, tum.

Gli ultimi colpi sferrati sulla batteria.

Il pezzo sta per finire.

“Understand, it’s time to get ready for the storm”, Capisci, è il tempo di prepararsi per la tempesta

E a volte le tempeste arrivano nel bel mezzo del sereno, quando non immagini possa cambiare lo scenario che si ha intorno.

Quando la musica sembra vincere su tutto.

Tum, tum.

I suoni sordi delle bacchette di Michele  rimbombano ancora.

Per l’ultima volta.

“Se potessi scegliere come morire, vorrei morire suonando”.

Aveva esordito così, appena qualche giorno prima.

I Soulplayers erano nel garage insonorizzato a provare. E tra una canzone e l’altra, si era finiti con il commentare il tragico incidente del primo maggio 2007, in piazza Sant’Antonino a Sorrento, quello costato la vita a due donne per il crollo di una gru.

Così Michele aveva profetizzato queste parole.

Se ne è andato mentre suonava, riuscendo a concludere tutto il concerto.

L’incredulità, i soccorsi, i vani tentativi di rianimazione.

I Soulplayers non sono più gli stessi.

Non possono esserlo.

Provano a suonare ancora, ad andare avanti, come è giusto che sia.

The show must go on.

Ma non sempre lo spettacolo può continuare.

Arrivano le tensioni, i disaccordi.

C’è il vuoto di una perdita troppo grande.

Manca la presenza bonaria e rassicurante di Michele.

Nicola non si arrende a questo vuoto. Lo grida con rabbia. Lo piange, per poi arrendersi a ciò che non si può cambiare.

“Nun ce pozz’ parià / E so’ egoist’ se te voglio ancora cca / Ma tu me può capì / Se nun ‘o cerc cchiù ‘n amic’ comme a te / Puortame addo tte / Puortame addo ‘e suon’ nun s’hanna sunnà / Pecché già stann’ tutt’là…

Ne nasce una canzone, Addò ttè, che dopo qualche mese viene ripresa per la realizzazione di un video-tributo (per la visione, cliccare qui )

Song for you è invece il titolo del brano composto ed eseguito da Cicci Bellarosa per ricordare Michele.

Con lui, Ciro Grieco al basso, mentre alla tastiera Carlo Fiorentino, che si è occupato anche dell’arrangiamento (per l’ascolto del brano, cliccare qui).

I mesi trascorrono, si continua a suonare in qualche occasione, ma alla fine ognuno prende la sua strada.

Finché lo scorso agosto, a Massa Lubrense, Nicola e Ciro s’incontrano per caso e tra una chiacchiera e l’altra, si arriva al: “Ma perché non riformiamo la band?”

Presto detto.

Nel giro di pochi giorni viene contattato Cicci Bellarosa, mentre alla batteria subentra Sabatino Romano.

Così, il prossimo venerdì 14 settembre, alle ore 22, al bar Syrenuse di Sorrento, i nuovi Soulplayers si esibiranno di nuovo insieme.

Quando la musica chiama, le anime suonano. E suoneranno anche per chi non è più con loro.

Perché questo nuovo inizio varrà più di un qualsiasi tributo.

Perché quando la musica chiama, la vita pulsa di nuovo.

Mariaelena Castellano