Mi piace scrivere, ma mi piace anche leggere e riflettere dopo aver letto. Riflettere sul significato di ciò che ho letto, per poter poi magari scrivere. 

E’ una sorta di circolo vizioso.

Un circolo vizioso che questa volta è partito da questa frase.

Per cortesia fammi concludere e poi parli perché le donne devono essere, prima di tutto, educate.

Una frase proferita in una data speciale: l’8 marzo. Rivolta ad una donna da una persona “speciale” (uomo), di cui non vi rivelerò l’identità per non condizionarvi.

Una frase di una quindicina di parole in tutto, con un attacco (“Per cortesia”), che a prima vista la fa apparire quasi garbata.

A rileggerla, però, altro che garbata. E’ una frase sgradevole ed inopportuna.

Una vera e propria frase del cacchio.

E’ una frase che potrebbe rappresentare l’essenza stessa del cosiddetto sessismo. Molto più di un volgare appellativo diretto.

Perché?

Perché è subdola. E’ inzuppata di un sessismo stratificato, atavico, quasi genetico.

Ricorda quel…

…quanno parla n’ommo ‘a femmena s’adda stà zitta…

…che era quasi un principio codificato sino a qualche decennio fa.

E’ una frase che ci fa capire che al di là di quote rose ed altre menate varie c’è tanto da fare da un punto di vista culturale.

Perché, checché, se ne dica gli uomini e le donne sono e resteranno diversi. Diversi per struttura corporale, per sensibilità, per inclinazioni. Però una cosa è certa: l’educazione non può essere diversa.

Una persona deve essere prima di tutto educata: non un uomo, né una donna.

Una persona.

Johnny Pollio