Quando un Sindaco uscente si ripresenta al voto e raccoglie l’80% dei voti può dire solo una cosa: ha stravinto le elezioni.

Quando un Partito/Movimento politico nazionale si presenta per la prima volta al voto in un piccolo Comune e riesce, in un sol colpo, a piazzare tre dei suoi candidati in Consiglio comunale può dire solo una cosa: ha stravinto le elezioni.

Quando due o tre persone, quasi per gioco o per scommessa da bar, tirano su dal niente una lista. Riescono a presentarla ed entrano anche in Consiglio comunale possono dire solo una cosa: hanno stravinto le elezioni.

Questo hanno detto che è successo a Sant’Agnello nella tornata elettorale di domenica scorsa

Effettivamente tutti e tre i contendenti possono dire di aver vinto le elezioni, anzi di più: di averle stravinte.

Non a caso le dichiarazioni dei protagonisti hanno viaggiato tutte in questa direzione.

Un successone. Il titolo a caratteri cubitali non poteva essere che questo.

Non volendosi però fermare solo al titolo, e volendo invece andare un attimino oltre, qualcosa di diverso c’è stato.

Vediamo perché.

La lista guidata dal Sindaco riconfermato Piergiorgio Sagristani domenica ha raccolto 3.750 voti

Il 79,31% dei voti validamente espressi, ma anche il 48,66% degli elettori che sono 7.707. Vale a dire più della metà cittadini aventi diritto al voto non ha accordato a Sagristani la propria preferenza.

Alle elezioni del 2013, Piergiorgio Sagristani raccolse invece 3.362 voti voti. Il 58,25% dei voti validamente espressi ed il 44,13% degli elettori che all’epoca erano 7618. Anche all’epoca più della metà dei cittadini aventi diritto al voto non gli accordò la propria preferenza, ma con tanti però che poi analizzerò.

Insomma, in cinque anni da Sindaco, Sagristani ha guadagnato il consenso ulteriore di soli 388 elettori, eppure si è visto schizzare la sua percentuale dal 58 all’80 per cento.

Com’è possibile?

La spiegazione è semplice, anzi semplicissima. Nel 2013 si recarono alle urne ed espressero un voto valido 5.668 elettori, nel 2018 gli elettori sono scesi a 4.728. Ne mancano all’appello circa 1000, vale a dire il 13,4% degli aventi diritto. Non a caso l’affluenza è scesa dal 75,8 al 62,4 per cento.

Questi sono numeri, mica bruscolini!

Eppure, nel 2018, a differenza che nel 2013, Sagristani si presentava al voto da Sindaco uscente, non da sfidante del Sindaco uscente. Si presentava cioè da colui che aveva governato e “…benissimo” per cinque anni.

Eppure, nel 2018, a differenza che nel 2013, Sagristani presentava ai blocchi di partenza due candidati in più, visto che per effetto della riforma della Legge la lista quest’anno era composta da dodici elementi e non più da dieci.

Eppure, nel 2018, a differenza che nel 2013, Sagristani si presentava al voto con ben quattro candidati prelevati direttamente dalla lista del suo avversario di cinque anni prima, mentre i suoi che non si ricandidavano – almeno sulla carta – sempre per lui tiravano la volata.

Tutti questi eppure, però, gli sono valsi la misera somma di 388 elettori in più.

Un po’ pochi. Troppo pochi. Talmente pochi da poter far dire, nei sottotitoli, che Sagristani non ha solo stravinto le elezioni, ma le ha anche perse. Questo fermandosi solo ai numeri, senza cioè nemmeno volersi addentrare nelle dinamiche di chi è stato eletto e chi no. Delle classifiche interne e dei conseguenti malumori.

Nei prossimi giorni ci sarà tempo per affrontare anche questi argomenti.

La lista del Movimento 5 Stelle guidata da Fabio Aponte domenica ha raccolto 717 voti

Il 15,16% dei voti validamente espressi, ma anche il 9,3% degli elettori che sono sempre 7.707, ma anche meno di un terzo dei voti raccolti dallo stesso Movimento alle elezioni politiche tenutesi appena tre mesi fa.

E’ vero le elezioni politiche sono diverse dalle amministrative. Nelle amministrative i candidati contano molto più del simbolo. E’ vero anche, però, che quei circa mille cittadini che hanno scelto di non recarsi alle urne non hanno scelto altri. Se ne sono rimasti tranquillamente a casa.

Circa mille scontenti non sono stati affascinati dal Movimento degli scontenti. Un vero paradosso. Tanto da poter far dire, nei sottotitoli, che il 5 Stelle non ha solo stravinto le elezioni, ma le ha anche perse.

La lista ORA X guidata da Gennaro Rocco ha raccolto 261 voti

Il 5,52% dei voti validamente espressi, ma anche il 3,38%, degli elettori che sono sempre 7.707.

In questo caso è vero, e l’ho anche precisato, che si tratta di una lista nata per il rotto della cuffia, ma è anche vero che si proponeva come la più antisistema.

Contro tutto e tutti.

Insomma quale approdo migliore per gli scontenti non contenti del Movimento 5 Stelle?

Invece così non è stato. Il messaggio non è passato e gli scontenti hanno preferito restare scontenti e disertare le urne. Tanto da poter far dire, sempre nei sottotitoli, che ORA X non ha solo stravinto le elezioni, ma le ha anche perse.

Conclusioni

Per concludere, dei circa 2 e 300 cittadini di Sant’Agnello che cinque anni fa hanno votarono l’ex Sindaco Gianmichele Orlando e che quindi decisero di non accordare il proprio voto a Piergiorgio Sagristani:

  • il 16% è approdato nella fila dello stesso Sagristani;
  • il 30% in quelle del Movimento 5 Stelle;
  • l’11% in quelle di ORA X
  • ed il 43% ha mandato a quel paese tutto e tutti. Si è astenuto.

E’ un dato su cui fermarsi a riflettere.

Certo quello dell’astensione è un trand nazionale, ma l’astensione nelle amministrative in Comuni molto piccoli è un segnale forte. Un segnale anche coraggioso. Chi si astiene sceglie di dire apertamente all’amico o al parente o al proprio medico o ad altro che non lo ha votato.

Che se n’è fottuto!

Chi si astiene non può fare il furbo. Non è coperto dal segreto dell’urna. Non può lasciare alcun dubbio.

Chi si astiene non vota e basta e lo dice anche apertamente.

Chi si astiene si è rotto le palle e, soprattutto, chi si astiene è contagioso.

Guai ad ignorarlo.

Guai a fermarsi al titolo e a non leggere i sottotitoli.

Johnny Pollio