Cari lettori,

una settimana di silenzio.

Una settimana in cui non abbiamo provveduto ad aggiornare il blog non può passare inosservata.

Non può non essere spiegata.

Allora lo faccio, a nome dell’intero Clan di Bertoldo.

Anche perché mi tocca. Sono io la “pietra dello scandalo”. Com’è giusto che sia.

In fondo sono io che presiedo questa associazione chiamata Clan di Bertoldo. Sono io il responsabile di tutto ciò che viene scritto in questo blog, come viene chiaramente specificato in home page.

Quindi sedetevi con calma e, se avete pazienza, leggete.

A seguito della pubblicazione del commento a mia firma, dal titolo

“Mario Russo, Rossella Russo e la teoria del Presidente omino del Subbuteo”,

lo stesso Presidente del Consiglio comunale di Piano di Sorrento Mario Russo, evidentemente infastidito da quanto riportato nella mia riflessione, ha pubblicamente espresso tutto il suo disappunto. Lo ha fatto con uno sfogo su Facebook. Uno sfogo in cui ha lasciato chiaramente intendere che io sia uno “sfaccendato” e solo per questo motivo mi posso dedicare a curare un blog.

Ho ritenuto pertanto di spiegare allo stesso Russo, in una replica pubblicata sempre su queste pagine, che lo scrivere è per me una passione (hobby) al pari della politica per lui. Quindi come per lui è compatibile la politica con il suo lavoro, non vedo perché non sia compatibile lo scrivere con il mio lavoro.

A sostegno di questa mia argomentazione ho specificato che la passione dello scrivere mi viene da lontano. Dai tempi in cui frequentavo il liceo. Ho aggiunto che questa passione mi ha comunque consentito di diplomarmi, laurearmi e iniziare e continuare la mia attività professionale.

Tutto qui, come potrete voi stesso apprezzare.

A fronte di questa replica Russo si è inalberato ancora di più

E’ così tornato alla carica e, sempre pubblicamente:

  1. Ha espresso giudizi molto poco lusinghieri sulla mia attività professionale. Benché – per sua stessa ammissione – non ha mai avuto a che fare con me come legale.
  2. Ha insinuato che il blog non si occuperebbe con particolare zelo del Comune di Meta, in quanto un mio parente sarebbe stato ammesso agli orali in un concorso che si sta svolgendo proprio presso questo Ente.
  3. Ha poi scritto, sempre riferendosi a me, le seguenti testuali parole: 

“Non e’ che hai dimenticato di essere stato l’addetto di un Politico Poi Indagato per Camorra ?” 

Le esternazioni di Russo hanno anche ricevuto un autorevole avallo. Quello del Consigliere di maggioranza Marialaura Gargiulo che le ha pubblicamente definite…

“…puntuali e veritiere”.

Sulla prima accusa, pur se molto sgradevole proprio perché pubblica, sarei stato disposto a passarci sopra.

In fondo ciascuno è libero di farsi i giudizi che vuole, anche se tali giudizi non sono il frutto di conoscenze dirette.

Per cui mi sarei limitato ad augurare, sia al Russo che alla Gargiulo, di incontrarmi un giorno come avvocato delle loro controparti, in modo da poter valutare in prima persona la fondatezza delle loro sensazioni a pelle.

Sulla seconda accusa, anch’essa molto sgradevole, non tanto per me, ma per il parente coinvolto (che poi in realtà non è un parente, ma mia moglie Anna Iaccarino e quindi coniuge, ma questo è un dettaglio), pure sarei stato disposto a passarci sopra. Poi sarà mia moglie a valutare il da farsi. Per me parlano le pagine di questo blog e non solo.

Sulla terza accusa mi sono letteralmente congelato.

Non sapevo cosa rispondere.

Un’accusa così grave e così infamante a cui non ero in grado di replicare per un semplice motivo:

Russo e poi la Gargiulo mi avevano premesso che evidentemente quella circostanza (l’esser stato addetto di un politico poi indagato per Camorra) l’avevo dimenticata

E’ chiaro che se una cosa l’hai dimenticata, non puoi dire che non è vera. Devi far tutti gli sforzi per ricordare e poi, se puoi, rispondere. In caso contrario, se proprio dalle meningi, dagli anfratti della memoria, non ti esce niente devi alzare le mani.

Russo e la Gargiulo erano riusciti laddove in tanti erano sino ad ora falliti. Avevano tirato fuori dal mio armadio non uno scheletro, ma un intero cimitero di morti viventi.

Ho così riunito il Clan è ho detto loro che a queste condizioni non potevo andare avanti. Non saremmo stati più credibili.

Russo e la Gargiulo avevano pienamente ragione.

Ho fatto di più.

Siccome ero disposto anche a pagare a caro prezzo questa mia grave dimenticanza, ho intrapreso un’azione giudiziaria nei confronti sia di Russo che della Gargiulo.

Già perché almeno in Tribunale entrambi avrebbe dovuto per forza di cosa aiutarmi a ricordare, altrimenti poi i problemi sarebbero stati i loro.

Intanto il blog sarebbe rimasto sospeso, fino a quando non sarebbe venuta fuori la verità.

Per fortuna il Presidente Mario Russo con un successivo post ha deciso a modo suo di fare chiarezza ed ha così scritto:

“L’avvocato Giovanni Pollio sa benissimo che la Collaborazione a cui mi riferivo come ho scritto “Non e’ che hai dimenticato di essere stato l’addetto di un Politico Poi Indagato per Camorra ?” era diretta a ricordargli il suo impegno nella Compagine dell’ Udeur di Mastella dove per anni e’ stato a stretto contatto e nella diatriba tra l’ex On Di Nardo e L’ex Onorevole Insigne , quest’ultimo indagato “POI”(come ho scritto, e non so con quale esito) per appartenenza vera o presunta ed a collegamenti con i Casalesi. (Non quelli di Meta)”.

Nel leggere queste parole è scattata l’euforia di tutti. Ieri sera al Clan abbiamo brindato e festeggiato.

E’ stata la fine di un incubo.

Non sono stato addetto di nessun politico poi indagato per Camorra

La parola addetto (che nel secondo post si trasforma in collaborazione) si riferiva al mio…

“…impegno nella Compagine dell’ Udeur di Mastella“.

Al di là dell’euforia generale, però, stamattina mi ritrovo qui a scrivervi questa lunga lettera.

Lo faccio per rispondere ad una precisa sollecitazione del Presidente Russo.

E’ stato infatti lui a chiedermi le ragioni per cui sia stata omessa nel mio “curriculum” questa esperienza, Mi ha invitato perciò pubblicamente a fornire una risposta:

“Se e’ vero o non e’ vero”.

In modo da farne prendere atto a parenti amici e sostenitori.

Io ovviamente lo faccio, anche se parenti ed amici conoscono bene la mia storia e sostenitori non ne ho. Non ne posso avere. Non sono una star del cinema, della musica o dello sport e men che mai della politica.

Sono un semplice libero pensatore, come faccio ad avere sostenitori? Al massimo posso avere qualcuno che mi stima, ammesso e non concesso che lo abbia.

In ogni caso questa risposta la fornisco, ma non sarà per lui e per la Gargiulo una bella risposta.

Ho omesso nel mio curriculum di “scrittore” questa esperienza, perché non c’è alcuna esperienza di “scrittore” collegata né all’UDEUR, né a Di Nardo né ad Insigne.

L’esperienza a cui si riferisce Russo è un’esperienza politica. Di mie esperienze politiche – in quello che lui definisce il mio curriculum – non ne ho parlato. Così come non ho parlato di sport, associazionismo ed altro.

Non le ho considerate pertinenti.

Io dell’UDEUR non sono stato né addetto, né collaboratore. 

Non sono stato a “libro paga” né dell’UDUER, né di Di Nardo né di Insigne, come potrebbe esserlo un addetto o un collaboratore. Sono stato solo iscritto al loro stesso partito, partito di cui sono stato anche eletto Segretario di area.

E’ una cosa completamente diversa.

Mi sembra strano che il Presidente Russo, a cui tutto si può dire tranne che non abbia padronanza della lingua italiana, non conosca la differenza enorme che passa tra questi termini.

Quello che voleva dire Russo non lo dovevo capire io

Quello che voleva dire Russo lo doveva capire la indistinta moltitudine di lettori del suo post pubblico. Perché Russo non mi ha scritto in privato, ma ha scritto sul suo profilo pubblico di facebook. Un profilo dove possono leggere in tanti,

Invece l’indistinta moltitudine di lettori ha capito un’altra cosa.

Ha capito ciò che Russo aveva chiaramente scritto:

Che io ero stato addetto, e quindi a libro paga, di un politico poi indagato per Camorra!

Così non va bene.

Visto che ci siamo, visto che Russo (più che i miei parenti ed amici) vogliono sapere la mia storia la racconterò.

Sarà ancora più noioso, lo so.

Le sfide però sono sfide e si accettano fino in fondo

Nel 2000 io ed altri amici, non solo della Penisola, decidemmo di iscriverci all’UDEUR. Avvenne all’indomani della nascita dello stesso partito, che si separò dal CCD per collocarsi con il Centro-sinistra. Nacquero così i Governi D’Alema

La gran parte di noi aveva vissuto l’esperienza del Movimento per la Democrazia – La Rete, fondato nel 1989 da Leouluca Orlando, Nando Dalla Chiesa (figlio del generale Carlo Alberto assassinato dalla Mafia), Claudio Fava (figlio del giornalista Pippo anch’egli vittima della Mafia), Carmine Mancuso (figlio del Maresciallo di Polizia Lenin sempre vittima di Mafia) e Carlo Palermo giudice scampato ad un attentato…della Mafia.

Insomma non proprio abituali frequentatori di cosche!

Nelle intenzioni di Mastella, il nuovo UDEUR sarebbe dovuto essere un partito di area cattolica collocato nel centro-sinistra. Infatti poco dopo divenne presidente del “Campanile” quel Mino Martinazzoli storico esponente della sinistra DC da cui proveniva lo stesso Leoluca Orlando.

All’indomani della mia iscrizione venni eletto Segretario dell’UDEUR in Penisola sorrentina

Nel partito ancora non militava Vittorio Tiberio Insigne. Come Segretario mi ritrovai di lì a poco a “governare” le elezioni di Sorrento, dove al primo turno avevamo sostenuto il compianto avvocato Ennio Barbato.

Barbato rimase fuori dal ballottaggio. In sede di apparentamento, dove ero capo delegazione insieme all’amico di sempre avvocato Giovanbattista Pane, facemmo il primo atto non da UDEUR. Rinunciammo alla proposta di un assessorato avanzataci dal candidato a Sindaco del Centro-sinistra Ferdinando Pinto. Spiegammo all’avvocato Gaetano Milano (capo delegazione di Pinto) che non ci interessavano le poltrone. Potevamo anche farne a meno, ma a condizione che si resettasse il cosiddetto progetto Impregilo.

Ricordo che l’Onorevole Nello Di Nardo quando seppe questa cose ci voleva “simpaticamente” scannare.

Non poté fare niente. La firma per l’apparentamento la dovevo mettere io ed io, per non cadere in tentazione, me ne partii per Dubrovnik. Evidentemente anche la pessima abitudine delle vacanze parte da lontano. 

L’apparentamento non ci fu e Pinto perse le elezioni per una manciata di voti

Poi arrivò Insigne che divenne Consigliere regionale dell’UDEUR. Con l’avvento di Insigne nacque la diatriba a cui Russo si riferisce. Russo però omette di specificare in quella diatriba io da che parte stavo.

Strano che non lo sappia, perché di quella diatriba facevano parte anche l’attuale vice-Sindaco di Piano di Sorrento Pasquale D’Aniello ed un altro importante sostenitore dell’attuale Amministrazione: l’ingegner Antonio Elefante.

Entrambi considerati uomini di riferimento di Insigne a Piano di Sorrento.

Insomma visti gli ottimi rapporti che ha Russo, quanto meno con D’Aniello, poteva chiedere chiarimenti a lui.

Avrebbe scoperto che io, a differenza dello stesso D’Aniello e di Elefante, in quella diatriba ero contro Insigne

A conferma di questa mia posizione aggiungo che, contro il volere di Insigne (e sotto sotto anche di Di Nardo), alle elezioni del 2003 a Sant’Agnello condussi l’UDEUR a fare un accordo con Rifondazione Comunista. Portammo così in Consiglio comunale Antonino Castellano (non l’attuale assessore, ma l’ex PRI) contro il listone del Sindaco Piergiorgio Sagristani.

Sempre contro il volere di Insigne (e sotto sotto anche di Di Nardo) alle elezioni di Meta del 2004 portai l’UDEUR a sostenere il dottor Bruno Antonelli, contro Tobia Cafiero, Carlo Sassi e quello stesso Peppe Tito che Russo menziona in riferimento alla mia linea morbida su Meta.

Poi, all’indomani delle elezioni di Meta lasciai il partito, in aperto contrasto anche con Di Nardo che a Sorrento voleva candidare Gaetano Milano a Sindaco.

Questa è la storia che Russo voleva si sapesse.

Questa è la storia dei miei quattro anni nell’UDEUR

Una storia corredata da nomi e circostanze, quindi facilmente riscontrabile.

Una storia in cui il sottoscritto si vanta di non aver mai ricevuto nomine, incarichi o prebende grazie a quel partito ed a quelli che Russo definisce…

“…stretti contatti”.

Sfido chiunque a provare il contrario.

Una medaglia in petto, non un motivo di vergogna.

Non c’è ragione per nasconderla, ma solo ragione per ostentarla.

Una storia, però, che ha un finale ancora più amaro per Russo.

Infatti, seppure nella famosa diatriba io non fossi stato contro Insigne, ma fossi stato insieme al vice-Sindaco Pasquale D’Aniello ed all’ingegner Antonio Elefante dalla parte di Insigne, non sarebbe cambiato proprio niente. Non tanto perché Insigne è stato indagato solo dopo che io avevo lasciato il partito, ma quanto perché Insigne è stato assolto da quelle accuse.

Questo però è un problema eventualmente tra Russo ed Insigne. Se Russo infatti realmente non conosceva l’esito di quel processo a carico dell’ex Consigliere regionale, aveva il dovere di informarsi prima di scriverlo. Se non riusciva comunque ad informarsi non poteva scriverlo.

Non si può dire ad una persona che è indagata per un reato, se poi quella persona intanto è stata assolta. Non è corretto. Significa diffamare.

Si parla quando si è certi, altrimenti si resta in silenzio!

Non solo, si dice – come ha fatto la Gargiulo – che certe affermazioni sono…

…veritiere…

…quando si è certi, altrimenti si resta in silenzio!

Vedete, come chiestomi da più parti, avrei potuto lasciar cadere la storia qui

Sarebbe bastato che il Presidente Russo e il Consigliere Gargiulo avessero detto:

“Abbiamo sbagliato”,

“Ci siamo espressi male”,

“Abbiamo scritto pensando ad altro”,

…quello che accidenti volevano.

Non c’era bisogno neanche di scuse sacramentate.

Invece no.

Russo – nel secondo affondo la Gargiulo non lo ha seguito – ha voluto strafare, allora la storia non può finire qui.

Deve andare avanti

E’ un mio diritto, ma anche un mio dovere.

Ovviamente non sul blog, né sui social, ma nei luoghi deputati a questo.

Il blog, dopo il necessario chiarimento, deve riprendere solo il suo cammino.

L’armadio è stato aperto ed era vuoto.

Vuotissimo.

Nessuno scheletro, nessun cimitero di morti viventi.

Altre polemiche con il Presidente Russo non ci interessano.

Non intendiamo raccoglierle.

Né riguardo alla vicenda del concorso di mia moglie (è bravissima a difendersi da sola), né riguardo agli anonimi del clan (il nostro blog a differenza di altri ha indicato un responsabile reale ed un indirizzo fisico), né riguardo al velato invito da lui rivoltoci ad essere più incisivi nell’attaccare l’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Ponticorvo marito della collega Paola Astarita. 

In merito a quest’ultima accusa mi sento in obbligo di precisare che noi non attacchiamo nessuno per partito preso.

Nelle nostre categorie mentali non esistono le persone buone e le persone cattive

Esistono fatti che ci piacciono e fatti che non ci piacciono. Ponticorvo, di fatti sino ad ora non ci risulta ne stia facendo tantissimi. Basta dare uno sguardo a ciò che si sta realizzando a Piano di Sorrento nel campo delle opere pubbliche.

Cosa potremmo mai dirgli allora? Al massimo che la Città è ferma, ma questo lo abbiamo detto – e non solo noi – tante volte. Se Russo è a conoscenza di altro ce lo facesse sapere, anche anonimamente e noi valuteremo e pubblicheremo.

Come facciamo con tutti.

Un’unica stilettata però consentitecela

Sempre sui fatti e mai sulle persone.

Russo nel suo post racconta:

“Ricordo che mi dimisi da assessore preconizzando ed anticipando Boxlandia ,quindi nessun primato …..( Basta cercare fra gli album sul Mio Profilo la lettera di Dimissioni e cercare la rassegna stampa di quel Novembre 2010 )”.

Non sappiamo cosa accidenti scrisse in quella lettera Russo. Con calma la recupereremo, la riproporremo e, se sarà il caso, la commenteremo pure.

Sappiamo però cosa votò Russo il 9 aprile del 2008, quando era Assessore ai Lavori Pubblici e Consigliere di maggioranza nel corso del primo mandato del Sindaco Giovanni Ruggiero.

Votò favorevolmente alla delibera con cui si approvavano i criteri per la realizzazione di parcheggi pertinenziali a cura dei privati. Una delibera che diede la stura definitiva allo sventramento della Città in tutte le aree, persino nei centri storici.

Insieme a lui votarono sì, così non facciamo un torto a nessuno, lo stesso Sindaco dell’epoca Ruggiero, l’attuale Sindaco Vincenzo Iaccarino, l’attuale vice-Sindaco Pasquale D’Aniello. Ancora espressero il loro voto favorevole: Salvatore Cappiello, Francesco Gargiulo, Lauro Carotenuto, Luigi Maresca, Giuseppe Russo, Marco D’Esposito (non l’attuale Consigliere di maggioranza), Michele Russo e Lorenzo Zurino.

Assenti per la maggioranza il solo Costantino Russo, mentre Rossella Russo non partecipava al voto essendo allora Assessore esterno. Assente anche tutta la compagine di minoranza. Composta da Maurizio Gargiulo, Giovanni Iaccarino, Daniele Acampora, Antonio Borrelli, Alberto Maggio, Marilena Alberino e Antonio Russo. Tutti questi, tranne gli ultimi due, si allontanarono dall’aula dopo la discussione.

Gli atti ufficiali così riportano.

Ancora una volta non si tratta di una lista di buoni e cattivi

Ancora una volta si tratta di un fatto.

Si tratta solo di un provvedimento che, a nostro sommesso giudizio, rappresenta una brutta pagina per la Città.

Chi lo ha votato, compreso Russo, non è né brutto, né cattivo. Chi lo ha votato secondo noi ha sbagliato e per questo lo critichiamo, senza offenderlo.

Le offese non ci appartengono, le critiche sì!

Pertanto, alla luce di questo documento che rendiamo noto, crediamo che nella sua lettera del 2010 il Presidente Russo non abbia preconizzato ed anticipato un bel niente.

Il grosso di quello che doveva accadere era già accaduto, anche grazie al suo voto. Se poi vuole pure l’elenco completo dei parcheggi realizzati grazie a quella delibera glielo facciamo avere.

Complimenti anche per questo suo “primato”.

Intanto ai pazienti lettori tutti insieme diciamo:

Riallacciate le cinture che da domani si riparte.

Johnny Pollio