Ho deciso di farmi da parte in questa esperienza amministrativa, perché voglio dare l’opportunità di vivere un po’ la mia famiglia. Ho bisogno di stare con mia moglie e con i miei figli. Tutto questo accadrà nel momento in cui questa nave sarà in porto. Sarà in un porto sicuro dove Meta ritornerà a splendere, dove ognuno di noi avrà quell’abbraccio che ormai ci manca da parecchio. Questa è una mia promessa personale che faccio ai miei concittadini però all’indomani che tutto passerà e metteremo tutte le cose apposto e ritorneremo ad essere una comunità sorridente perché il Covid sarà spazzato via e sono sicuro che questo Covid sarà spazzato via, avrò anche io il mio diritto sacrosanto di dedicarmi alla mia famiglia. Lasciare la scena e ritirarmi in silenzio.

Sono queste le parole che il Sindaco di Meta Giuseppe Tito ha lasciato al “suo” popolo nel consueto messaggio urbi et orbi della mattina.

Tito, insomma, si è detto pronto a lasciare e a farsi da parte.

Subito?

No, appena finirà l’emergenza. Non spiega se per emergenza si debba intendere solo quella sanitaria o anche quella economica. Non dice insomma quando, ma lo farò.

Un Tito mesto che usa frasi ad effetto, il richiamo alla famiglia ed alla comunità, dopo le cazziate dei giorni scorsi ed il malumore che comincia anche a farsi più forte.

Un Tito mesto anche politicamente. Alla mancata elezione dell’amica Amato nel Consiglio regionale, ha dovuto aggiungere anche la sconfitta alle comunali di Sorrento, dove il Sindaco del Popolo si era schierato a fianco di Mario Gargiulo.

Una doppia scoppola che di certo non lo ha lasciato indifferente e che lo avrà evidentemente indotto a questa virata alla libro Cuore, nel tentativo di recuperare un po’ di terreno perduto.

Staremo a vedere.