Due sentenze bomba quelle pubblicate stamattina dal TAR Campania Napoli. Due sentenze che riconoscono la illegittimità dei parcheggi interrati che stavano per sorgere lungo Corso Italia.

L’ha spuntata così l’Associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società che aveva impugnato i provvedimento innanzi al Magistrato amministrativo che ha condannato il Comune di Meta anche al ristoro delle spese.

Due sentenze fotocopia che sanciscono un principio dalla portata innovativa laddove viene precisato che:

“Le normative comunali, che ammettono una limitata possibilità di realizzare in zona agricola interventi edilizi, devono essere interpretate nel senso che si deve comunque assicurare tutela al territorio agricolo e alla sua concreta utilizzazione a fini alimentari, dovendo al contrario ritenersi del tutto inconciliabili con le finalità di una zona agricola la realizzazione di strutture che ne pregiudichino definitivamente la destinazione naturale del territorio e comportano la sua deruralizzazione” (così T.A.R. Piemonte Torino Sez. II, 18-01-2017, n. 134). Dunque, come osservato da parte ricorrente, se l’area è classificata come agricola, ciò significa che tutti gli interventi che su di essa insistono devono essere interpretati e riguardati nella prospettiva degli usi agricoli, come del resto si evince dall’art. 16 comma 1 del PRG; le utilizzazioni infrastrutturali di mobilità che la norma consente, in quanto compatibili con l’area de qua, sono dunque quelle infrastrutture leggere e funzionali all’uso agricolo che non incidano sullo stesso, prevaricandolo. Nel caso di specie sono state autorizzate due autorimesse interrate per un numero complessivo di 47 box pertinenziali: costruzioni, evidentemente, del tutto slegate da un rapporto di funzionalità con l’uso agricolo, ma funzionali all’utilizzo residenziale intenso, escluso in zona agricola. Ed è pacifico, in giurisprudenza, che la destinazione agricola del suolo non deve rispondere necessariamente all’esigenza di promuovere specifiche attività di coltivazione, e quindi essere funzionale ad un uso strettamente agricolo del terreno, potendo essere volta a sottrarre parti del territorio comunale a nuove edificazioni, ovvero a garantire ai cittadini l’equilibrio delle condizioni di vivibilità, assicurando loro quella quota di valori naturalistici e ambientali necessaria a compensare gli effetti dell’espansione urbana”.

Ricordiamo che uno dei due parcheggi lo stava realizzando una società che vede come partecipante anche il vice-Sindaco Pasquale Cacace.