E’ un lungo racconto quello di Francesco Gambardella. Un racconto che prende spunto dal conferimento della cittadinanza onoraria all’ex Senatore Raffaele Lauro. 

Ricordi di fatti e di uomini di una Meta che fu. Di una politica che fu.

Poi l’amara conclusione legata alla fine dell’ARIPS (l’ex CAPS), nato per l’intuizione di un Sindaco metese, Francesco Russo, e “liquidato” da un altro Sindaco metese: Giuseppe Tito. 

“Ho appreso che l’Amministrazione di Meta ha conferito la cittadinanza onoraria all’ex senatore Prof. Raffaele Lauro.

Non seguo più da molti anni le vicende della mia amata META, e quindi non conosco le certamente valide ragioni che hanno portato al prestigioso riconoscimento.

Certo, l’Amministrazione guidata da Peppe TITO, con questo gesto ha fatto qualcosa di unico, che, credo, non sia mai avvenuta nella Storia di META.

Certamente non è avvenuto nel periodo in cui seguivo da vicino e vivevo dal di dentro la comunità metese.

Di questa piccola,amabile, dolce, lucente perla, che è META, sono stato Consigliere ed Assessore per un lungo periodo della mia giovinezza.

Erano gli anni ’60-’70. Ero espressione di un gruppo di amici accomunati ed animati da una forte passione politica. Erano anni caratterizzati da vigorosi fermenti nel mondo giovanile.

Fermenti che, pur ricchi di contestazioni, portarono me, Nino, Giuseppe, Luigi, Ele, Bruno, Salvatore, Sergio, e tanti altri, ad entrare e confrontarci nelle Istituzioni, piuttosto che solo a combatterle. Come fecero molti altri coetanei.

Fra noi c’era anche Antonio Soldatini.

Il Concilio si era chiuso da poco, e lui contestava aspetti ritualistici e manifestazioni festaiole che poco si addicevano allo spirito conciliare. Anche quello era lievito di crescita.

Per noi ragazzi metesi, a seguirci nelle nostre analisi e riflessioni, ed aiutarci a dare uno sbocco propositivo e costruttivo, furono quei personaggi di elevato spessore morale e culturale di cui era ricca Meta, e che avemmo la fortuna di conoscere.

Su tutti il Prof. A. Sposito e l’On. G.Liguori. Ma anche l’Avv. A. Fienga ed il Prof. F. Mangone, furono espressione e protagonisti della vivace intellighenzia metese dell’epoca. C’era anche Davide Russo, che esprimeva al meglio il talento metese nel campo marittimo-imprenditoriale, e coniugava al meglio la solidarietà e la generosità. A lui si deve il periodo aureo della Pro-Meta.

Anche nel campo culturalmente e politicamente contrapposto al nostro, c’erano amici di valore e di grande passione civile: Mariano Lardaro,Lauro Gargiulo, ed il povero Mimmo Cacace, che ci lasciò prematuramente.

A capo di quell’Amministrazione comunale c’era Francesco RUSSO. Fu un grande Sindaco . Le opere ed infrastrutture di cui gode oggi META, sono frutto dell’iniziativa e del lavoro di quella amministrazione guidata da Francesco RUSSO.

Il Porto, le nuove strutture scolastiche con i plessi del Liceo Classico e delle Scuole Medie, il nuovo Ufficio Postale,l’illuminazione pubblica a Casa Astarita, solo per citarne alcune.

Avviò anche l’iter per dare a META un Piano Regolatore,come strumento di crescita socio-economica.

I percorsi non furono semplici. Le opposizioni (allora, sì che c’erano le opposizioni!) non davano tregua. I Consigli comunali erano infuocati come non mai. I confronti accesi. Ricordo il capogruppo del PCI Lauro Romano, detto Pozzo.

Gli scontri e le contrapposizioni erano nette e dure. Ma mai da parte sua una scorrettezza, mai un’offesa. Un signore. Alla fine ti dava la mano. Un vecchio comunista molto attento alle ripercussioni delle lotte politiche. Il tessuto sociale doveva rimanere sempre e comunque integro.

Il giorno che le BR rapirono Aldo MORO, marzo 1978, la sezione della Democrazia Cristiana di Meta rimase aperta tutto il giorno, come segno di rifiuto e di risposta democratica al terrorismo. La sera, venne a trovarci in sezione DC una delegazione del PCI. Il vecchio comunista Pozzo ci teneva a portarci la solidarietà sua e del suo partito. Proprio come si fa con un parente,con un amico.

I partiti, allora, educavano,formavano. Ti mettevano a disposizione un patrimonio etico-culturale che veniva dalla Storia.

In quegli anni non erano state ancora istituite le Regioni. Per ogni pratica bisognava andare a Roma, e fare file ed attese estenuanti nei vari ministeri.

Si andava a Roma con la propria macchina. I Comuni non avevano auto blu. E si andava a spese proprie.

Partivamo da Meta alle quattro del mattino . Qualche volta con la macchina di Francesco Russo, qualche altra volta con la macchina di Nico Ruggiero. Erano gli unici della Giunta comunale ad avere un’auto capace di arrivare dignitosamente fino a Roma. E tornare.

Io ero studente universitario, ed avevo qualche difficoltà anche a partecipare alla colletta per far benzina.

Di quella Giunta comunale è rimasto solo il sottoscritto, e non per particolari meriti, ma solo per bontà divina. Ero l’enfant di quella Giunta, composta ed animata da Nico Ruggiero,Matteo Montefusco,Carmelo Maresca,Michele Cafiero,Lauruccio Pollio. Oltre che dal nostro Sindaco Francesco RUSSO.

Francesco RUSSO creò anche il CAPS, avviando la realizzazione di quella che sarebbe divenuta una delle opere che hanno evoluto e dato benessere e prestigio al nostro comprensorio: l’Acquedotto di Sorrento.

Ironia della sorte, fu ,allora, un grande Sindaco di META a creare questa fondamentale infrastruttura pubblica, ed è un Sindaco di META, oggi, a decretarne la fine, liquidandolo.

Sarebbe bello, giusto e doveroso se i posteri si ricordassero delle benemerenze dei loro predecessori. Soprattutto se questi hanno portato lustro alla propria comunità di nascita ed appartenenza.

Credo che l’attuale amministrazione comunale debba doverosamente rendere un tangibile riconoscimento e tributo anche alla memoria di tutti quei concittadini che sono stati protagonisti illustri della vita culturale e politica di META, che con la loro opera hanno espresso al meglio le peculiari doti e le enormi capacità del popolo metese”.