A proposito di ciò che sta avvenendo all’Ospedale di Sorrento, lo avevamo già anticipato oggi: è probabile che la verità sia nel mezzo.

In effetti ci siamo andati vicino.

Insomma il Consigliere comunale di minoranza Mario Gargiulo ha detto una palla…ma anche no.

Quella di Gargiulo è una verità ad intermittenza. Dipende cioè da quando si ha la fortuna o sfortuna di avere a che fare con il nosocomio sorrentino.

Ieri sera e stamattina, ad esempio, per alcun ore è stata vera la denuncia di Gargiulo. Ora no, domani non si sa.

E’ tutto così precario, come ci racconta un operatore sanitario, uno di quelli che si stanno facendo il culo in prima linea. Uno di quelli, però, che non possono esporsi, perché dall’alto non si vuole.

Deve apparire che è tutto normale, anzi meglio del normale.

Invece normale non è, anzi è anormale.

Il problema è questo: i posti di pronto soccorso riservati ai malati Covid non bastano. Le stanzette isolate che sono state predisposte non reggono l’urto e così può accadere quel che è realmente accaduto ieri sera.

Vale a dire di servirsi del reparto ordinario per ospitare un malato Covid. Ovviamente se un malato Covid, finisce nelle stanze ordinarie dopo succede che devi chiudere e sanificare tutto.

Nelle more che avviene questo le emergenze ordinare vengono gestite “alla bersagliera” nella tenda destinata al triage. Insomma si scambiano i posti.

Come se non bastasse il personale si trova a barcamenarsi a tipo Pasqualino Baudaffi dell’ultima scena di “Vieni avanti cretino”.

Corri nell’aria Covid.

Vestiti da ghostbusters.

Assisti il paziente.

Termina.

Svestiti.

Igienizzati sano sano.

Rivestiti.

Assisti il paziente ordinario.

Ricomincia il giro.

E se sfugge qualcosa ci scappa il contagio tra il personale, come sta avvenendo ormai a ritmo giornaliero.

Tutto questo, però, non si deve sapere.

Insomma sperate solo che non vi accada niente e che, se proprio vi deve accadere, di trovarvi nella fascia di intermittenza giusta.

Non vi fidate?

Fate come cacchio vi pare, ma noi come sempre, vi abbiamo messo in guardia.