Overtourism, un termine relativamente nuovo che sta diventando di uso comune usato per descrivere il fenomeno del turismo di massa, quel turismo che a detta di Caterina Borelli, dottoressa di ricerca in antropologia all’Università di Barcellona:

“È quel turismo mordi e fuggi quello che ha l’impatto più pesante sul tessuto cittadino. Fa collassare il trasporto pubblico, intasa le zone centrali e le direttrici per raggiungerle, mentre i turisti consumano cibi da asporto che generano quantità sproporzionate di rifiuti e acquistano paccottiglia. Il danno all’immagine della città, per non parlare della qualità di vita dei suoi abitanti, è evidente”

Sorrento sta sperimentando pienamente questo fenomeno, l’identità sorrentina si sta perdendo, i negozi che assolvevano i bisogni dei Sorrentini sono stati sostituiti da negozi che vendono cineserie a quattro soldi, l’intarsio, quell’arte tutta sorrentina che l’ha resa famosa in tutto il mondo, è oramai estinta, vasti agrumeti annientati per far spazio a mega parcheggi, borghi marinari ridotti ad un immenso labirinto di tavoli e tavolini, i tipici “monazeni”,dove venivano costruiti i famosi gozzi sorrentini, trasformati in ristoranti o bar. Per non parlare dello spopolamento di Sorrento da parte dei propri cittadini per mancanza di appartamenti in fitto,oramai tutti case vancanze o B&B, che sta trasformando la città in un enorme “villaggio turistico”.

Tutto quello che viene fatto a Sorrento è in funzione esclusiva di un turismo mordi e fuggi che lascia poco o nulla alla città.
Purtroppo una soluzione che vada bene per tutti non esiste, di certo e che se accettiamo che un artigiano vada via per fare spazio all’ennesima friggitoria, che la maggior parte degli appartamenti diventino B&B o casa vacanze, che il mare sia inquinato, che il traffico è un costo da pagare per avere più denaro allora Sorrento è destinata a morie. Bisogna cominciare a pensare ad un turismo sostenibile, un turismo che riesce a creare luoghi da vivere e da visitare, dove i sorrentini non si sentano ospiti in casa loro.

Continuare ad incentivare gli arrivi senza porsi domande sul livello dell’accoglienza, di fatto, non è più sostenibile non è più accettabile promuovere il territorio anziché proteggerlo.

Auspico la costituzione di un tavolo di confronto tra operatori turistici, albergatori, associazioni di cittadini e sindaci, al fine di salvaguardare una delle mete turistiche più amate e conosciute al mondo, in modo da lasciare in eredità ai nostri figli un luogo di certo migliore di quello che è diventato adesso.

Rosario Lotito