Quando qualche giorno fa leggevo il report sul riparto dei fondi dei servizi sociali nel Comune di Piano di Sorrento, subito ha bussato alla mia mente Maria.

Maria ovviamente è un nome di fantasia, ma solo il nome lo è. E’ una tenera ottantenne che ho conosciuto qualche anno fa per motivi di lavoro.

Lei non lo sa e, seppure se ne fosse resa conto, non lo ammetterebbe mai.

Maria è un’ultima.

Da oltre un anno è vedova. Vive sola. L’unico figlio che ha si barcamena ad oltre mille chilometri da casa. Prova con suo il stipendio da operaio ad andare avanti lui e a far andare avanti il suo piccolo che vede una volta ogni quindici giorni. Come capita a tanti papà separati.

Ferragosto, Natale e, quando capita Pasqua, il figlio di Maria torna a casa dalla mamma che lo aspetta. In quella casa che per fortuna è stata ereditata dai nonni paterni. Per il resto dell’anno Maria è sola. Sola con i settecento euro e rotti della sua pensione minima, ritoccata della quota di reversibilità che le hanno riconosciuto dopo la morte del marito.

Sola con i suoi acciacchi e la sua invalidità al 100%.

Il lunedì ed il mercoledì mattina viene per qualche ora una signora a darle una mano nelle pulizie domestiche. Un sorta di manna dal cielo. Una manna che, però, erode un po’ di quei settecento e rotti euro. Poi ci sono le bollette, le tasse e la spesa, ma soprattutto tanta solitudine.

Ci sono poi i servizi sociali che l’hanno “omaggiata” per una volta a settimana di un po’ di assistenza.

Una botta di culo che le consente di uscire dal suo rifugio e respirare un po’ di umanità. Una prece al marito al cimitero ed a qualche altro caro. Un rapida corsa al supermercato, inseguendo le offerte del mese, prima di tornare a rintanarsi.

Prima di tornare ad essere ultima.

Incontrai Maria poco prima dell’estate. Dopo avermi raccontato un po’ delle sue giornate mi disse:

“Avvoca’, ma pecché ‘o signore nun me chiamma?”

Era serena nel pronunciare quelle parole. Serena ed anche fiera. Non una lacrima.

Aveva forse capito di essere un’ultima. Ultima e dimenticata o, meglio ancora, cancellata.

Già perché oggi per gli ultimi non c’è proprio più spazio. Quel poco che prima ricevevano, ora lo devono condividere con penultimi, terz’ultimi e quart’ultimi. Diventa un nulla.

Riprendo in mano i report che il Clan ha predisposto. Quelli che riguardano la ripartizione dei fondi destinati al sociale a Piano di Sorrento.

Mi soffermo sul capitolo destinato agli anziani. Anche lì c’è un taglio tra la previsione iniziale e la variazione finale. Un taglio da dodici mila euro, dodici mila euro sottratti proprio all’assistenza domiciliare per gli anziani.

Servono soldi come abbiamo visto. Soldi per coprire il boom delle richieste per gli asili nido. Le domande sono passate dalle iniziali 6/7 a 25. Il Comune per ogni bambino versa una quota di compartecipazione.

Per tutti.

Per chi ha un reddito basso, ma anche per chi guadagna più di tremila euro al mese. Ovviamente la compartecipazione varia, ma ce n’è per tutti.

A Maria e a quelli come Maria restano le briciole.

Ultimi e cancellati a Piano di Sorrento come altrove…in attesa che quel Signore li chiami.

Johnny Pollio

(In evidenza immagine di repertorio)