Siamo prigionieri di lamiere e CO2

Tavoli tondi e quadrati. Permanenti e non. Incontri e convegni, con esperti e non. Poi ancora: furgoni Arpac fissi e mobili. Per concludere: i nasi bionici.

Tutto questo per fare cosa?

Per dirci cosa?

Che stiamo morendo di traffico. Di smog, di stress.

In una parola che non viviamo più. Siamo prigionieri di lamiere e CO2.

Certo che Lor Signori devono essere beoni forti se non se ne sono accorti ancora. Scriviamo beoni perché stamattina ci sentiamo buoni. Il termine giusto sarebbe un altro, che per vero ci fa anche rima.

Le proposte però dove sono?

Le targhe alterne

A dire il vero una mezza idea l’ha lanciata, suo malgrado, un Consigliere comunale di minoranza di Piano di Sorrento. Salvatore Mare del Movimento 5 Stelle. Una mezza idea è pure esagerata come definizione.

La verità è che Mare, nel bel mezzo di una seduta in cui si parlava persino d’altro, alla sollecitazione di un collega della maggioranza che gli chiedeva lui cosa avrebbe fatto, ha dapprima provato a dire che non toccava a lui che non governava fare proposte e poi, dopo un minuto di raccoglimento, se n’è uscito con le targhe alterne.

Quella delle targhe alterne è stata la prima pensata che gli è circolata per la testa. Se gli fosse venuto in mente Gigi Buffon avrebbe detto:

“Starsene a casa a mangiare fruttini e bersi una Sprite”.

Invece no: ha sparato le targhe alterne. Magari dopo qualche secondo si sarà anche dimenticato di averlo detto. Lo streaming però l’ha inchiodato e noi abbiamo creato e rilanciato la notizia.

Il nostro è stato una sorta di esperimento all’insaputa di Mare. Gli altri organi di stampa hanno ripreso ed approfondito, ne è nato un dibattito anche sui social. Come sempre sono usciti i favorevoli ed i contrari.

Viva a Dio!

Qualcosa di concreto si è mosso. Prova evidente che la proposta si attende e non ce la si fa più.

Dai Palazzi però, dopo un primo momento di sbandamento, cosa hanno pensato di fare invece?

Raddoppiare: tavoli, incontri e furgoni.

Allora sono beoni forti.

Hanno sul tavolo operatorio un paziente che ha tutti gli organi interni in pappa e loro continuano a richiedere analisi del sangue e delle urine?

Non hanno capito che:

S’enna movere!

Allora la proposta la facciamo noi

Nel silenzio generale, nella pochezza di chi ci amministra abbiamo solo una possibilità: la proposta la lanciamo noi. Perché noi, a differenza loro, non abbiamo interessi forti da assecondare. A noi ce ne fotte dello spread turistico. Noi come voi, come tutti i cittadini che non contano niente, abbiamo solo la necessità di campare e far campare i nostri figli.

La proposta è semplice è diretta: il Corso Italia a partire da Meta e sino a Sant’Agnello deve essere limitato solo al transito dei residenti, dei mezzi di soccorso e dei servizi di linea interni. Esclusivamente i servizi di linea interni, senza trucchi.

Chi deve andare a Sorrento o a Massalubrense si servirà della strada per i Colli, compreso navette e quant’altro. Se questa soluzione non sta bene, si prendessero la Circumvesuviana, il traghetto, la Mongolfiera, il deltaplano.

Non sono affari nostri.

Noi abbiamo il diritto di vivere. I nostri figli hanno il diritto di vivere.

Il comparto turistico ne risentirebbe?

Può essere, però sarebbe anche più motivato nel richiedere a chi di dovere di investire nella mobilità alternativa. Si dirotterebbero altrove quelle pressioni che attualmente vengono esercitate solo sugli Amministratori locali.

Conclusioni

To be or not to be that is the question

Ecco che il dubbio dell’Amleto shakespeariano si trasforma. Non è più tra l’essere ed il non essere, bensì tra l’essere ed il benessere.

Il turismo ci porta benessere, ma ci sta togliendo l’essere. Il vivere dignitosamente.

Così non va più bene. O si riesce a coniugare o è la fine.

Traffico, bed & breakfast che si mangiano le case, ambiente mortificato, agricoltura distrutta: sono solo alcune delle controindicazioni più evidenti di questo benessere.

Le vittime più in vista che sacrifichiamo quotidianamente sull’altare dello spread turistico.

Clan di Bertoldo