E’ trascorso quasi un mese da quando è finito in manette l’imprenditore stabiese Adolfo Greco.
All’alba del cinque dicembre scorso, gli uomini della squadra mobile di Napoli – coordinati dalla DDA – hanno rinvenuto nella sua casa una “montagna di denaro in contanti”. I soldi, oltre due milioni di euro, erano custoditi in una intercapedine
Oltre al re del latte, l’operazione denominata Olimpo ha contato complessivamente 14 arresti e 21 indagati.
L’indagine ha riguardato una serie di delitti contro il patrimonio (estorsioni), la persona (violenza privata) e l’ordine pubblico (violazioni in materia di armi ed esplosivi), aggravati dal metodo e/o dalla finalità mafiosa, negli anni 2013-2016 ai danni di imprenditori, esercenti commerciali e professionisti a Castellamare di Stabia, Pompei, Gragnano, Pimonte ed Agerola.
Nei giorni a seguire i giornali hanno cominciato a sfornare i numerosi dettagli che compongono le oltre 800 pagine dell’informativa redatta dalla Squadra Mobile Sezione Anti-corruzione di Napoli e dalla sezione investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Castellammare di Stabia.
Pagine in cui la Penisola sorrentina di fatto compare solo in pochi passaggi. Passaggi per lo più di contorno. Come quella relativa ad un imprenditore sorrentino ed alla sua speciale “regalia” ad un personaggio di spicco della malavita. Oppure un interesse dei clan per i paventati lavori al Campo Italia di Sorrento.
Per il resto quasi nulla.
Nulla in quelle oltre 800 pagine, ma non nulla in assoluto.
Già perché c’è un allegato a quella informativa. Un atto composto da appena 13 pagine che invece dice e dice anche tanto.
Si tratta di una richiesta di proroga delle intercettazioni ambientali negli uffici aziendali della C.I.L. srl, l’azienda che fa capo proprio ad Adolfo Greco. Quelle 13 pagine sono numerate. L’ultima reca il numero 636. Dopo vi è un omississ. La prima porta il numero 626.
Sono l’estratto di un’altra informativa attualmente al vaglio della DDA. Un’informativa che vede al centro i lavori di riqualificazione dell’ex Cirio di Castellammare .
Quell’estratto di 13 pagine si apre con un’intercettazione telefonica tra una dipendente del Comune di Castellammare di Stabia e l’architetto nominato dall’allora Provincia di Napoli quale commissario ad acta per il rilascio del permesso a costruire proprio dell’ex area Cirio.
Poi gli inquirenti passano a descrivere quelli che vengono definiti…
I membri del Comitato d’affari.
Ecco per aprire questo 2019 è su quelle 13 pagine che ci concentreremo nei prossimi giorni.
Su quello che dicono e su quello che lasciano intendere.
Buon Anno
Clan di Bertoldo