Nessuno dei cinque imputati era presente ieri mattina nell’aula della sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata. Al processo cosiddetto PIEMME che si celebra innanzi al Giudice monocratico dottor Feminiano. Un processo che vede tra l’altro a giudizio, oltre ai proprietari ed ai rappresentanti dell’impresa di lavori, anche il geometra Michele Amodio e l’ingegner Antonio Elefante.

Il primo come responsabile dell’ufficio urbanistica, il secondo come progettista dell’intervento di restauro dei capannoni che oggi ospitano la società e che confinano con il cimitero.

Presenti invece i due testimoni indicati dall’accusa: il Comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Sorrento Camillo Bernardo e l’ingegner Graziano Maresca. E’ stato proprio sull’ex capo dell’Ufficio tecnico che il Pubblico Ministero, dottoressa Andreana Ambrosino, che ha concentrato il suo fuoco di fila di domande.

E’ stata così ricostruita l’intera complessa vicenda. A partire dalla realizzazione dei capannoni, avvenuta negli anni ’60, passando per tutti i rimaneggiamenti successivi e soffermandosi doviziosamente su quel sopralluogo del 2014, da cui poi scaturì l’ordinanza di demolizione.

Praticamente sulla madre di questo processo.

La Ambrosino, però, è andata anche oltre ed ha chiesto a Maresca  del contenuto della sentenza del TAR che poi annullò l’ordinanza di demolizione. Maresca ha annuito, confermando quanto probabilmente l’Ambrosino volesse sapere.

Quella sentenza, infatti, bocciò il provvedimento nella forma, ma non nella sostanza. L’ordinanza andava semplicemente rifatta come ha chiarito Maresca. Così puntuale è arrivata la nuova domanda del Pubblico Ministero.

“E’ stata rifatta?”

Maresca un po’ spiazzato ha così precisato che da oltre un anno non lavora più presso il Comune di Piano di Sorrento, ma che sino a quando era rimasto in servizio non gli risultava che gli uffici avessero provveduto a riemettere l’ordine di demolizione. A quel punto il PM ha chiesto chi fosse l’attuale funzionario all’edilizia del Comune e Maresca lapidario ha aggiunto:

Il geometra Michele Amodio.

E’ stata poi la volta degli avvocati della difesa ed a prendere la parola è stato il legale dello stesso Amodio, nonché dell’ingegner Elefante, l’avvocato Giuseppe Ferraro, che si è soffermato sull’approfondimento di una vecchia DIA risalente al 2006.

Il processo è stato poi rinviato in prosieguo di istruttoria al prossimo 20 febbraio, quando saranno chiamati a testimoniare i testi indicati dalla difesa.