Sono in tanti a ricordare Geppino Russo in queste ore.

Lo avrei voluto fare anche io. Avrei voluto raccontarvi anche di quando questo blog inizialmente si sarebbe dovuto chiamare Il nuovo Carottese, anziché Il Talepiano. Fu un’idea di Giancarlo d’Esposito. Ne parlai anche con Geppino. Lui fu subito entusiasta, eravamo a casa sua. Chiamò la moglie e chiese di recuperare qualche vecchia copia del Carottese. Per mostrarmi il suo lavoro.

Io fui orgoglioso quando mi disse che ero uno dei pochi degno di riprendere quel cammino. Poi non se ne fece più niente.

Optammo per un altro nome.

Optammo per una storia nuova da scrivere, la storia del Talepiano.

Oggi un po’ mi dispiace, ma forse doveva andare così, in effetti il Talepiano un po’ di spirito di quel Carottese lo ha assorbito.

Già il Carottese, quell’esperienza che anche Claudio d’Esposito ricorda bene e che racconta dal suo profilo facebook.

Allora è proprio a Claudio che lascerò la parola.

Johnny Pollio

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Ciao Geppino!

Sono tanti i ricordi legati a Geppino Russo… avevo appena 14 anni quando fui “scritturato” per realizzare delle vignette satiriche per il periodico Il Carottese. Erano i miei primi disegni su commissione… non ne capivo nulla di politica e solo crescendo, dopo anni, riconobbi chi erano quei volti che disegnavo!

Un indomito combattente dalla mente sempre giovane, un vero imprenditore della politica. Fu suo il merito di unire tutte le “compagini politiche” per sconfiggere la “lunga monarchia dello scudo crociato” … di quello che veniva da lui apostrofato come “Re Gargiulo I°” … nelle vignette satiricamente immortalato, su sua indicazione, seduto sulle case con tanto di scettro in mano e livrea in ermellino!

Poi ci ritrovammo su idee contrapposte, a dissertare sulla costruzione della caserma dei pompieri e del parco a verde di via San Michele, nei ruoli lui di primo cittadino e io di rappresentante di un’associazione ambientalista. Ad ogni discussione e/o mancato accordo, invece di mandarmi a quel paese, mi ripeteva sempre: “apprezzo la tua coerenza”!

L’ultimo incontro con Geppino risale alla scorsa estate mentre fotografavo gli alberi di jacaranda a rischio taglio nei pressi di Euronics... lo intravidi da lontano nel suo abito sempre impeccabile… era in ottima forma… gli andai incontro e ci trattenemmo oltre mezz’ora a chiacchierare piacevolmente. Mi confidò della sua malattia e della sua stoica resistenza, mi chiese perché avevo “posato la matita” e mi spronò paternamente a non arrendermi nelle mie battaglie, confessandomi che non si riconosceva più in una politica che aveva ormai toccato il fondo intenta com’era solo a mercanteggiare.

Geppino Russo fa parte della storia di tutti noi, ora che non c’è più lascia un senso di vuoto e un grande dispiacere per aver perso un buon uomo e uno degli ultimi “galantuomini” della nostra terra!

Un abbraccio affettuoso a Caterina, Maria, Nello e ai familiari tutti!