“Ma devo andare alla conquista del largo, speranza eretta, speranza innalzata, speranza feroce come le onde nel mare delle nostre incertezze”.

Scelgo questa foto, tra le tante del tuo profilo, per intessere una corolla di parole nel giorno in cui tanti hanno pianto e accompagnato la tua morte.

Non mi spaventa di nominare la parola “morte” anche se viviamo nel tempo della paura a guardare con occhi bambini il naturale -anche se tragico e angosciante- passaggio “oltre”.

Non temo di parlare della tua morte perché sulla tua bocca persino le parole drammatiche prendevano la piega di un sorriso e il fisiologico coraggio femminile si ergeva a guardare dritto negli occhi anche il buio.

Ho scelto un incipit di “speranza disperata” e una foto da protagonista per meglio narrare ciò che hai trasmesso a me di te: il coraggio.

Molti anni fa – 13 per la precisione – mi chiamasti a casa tua perché avevi saputo che stavo per mollare l’idea ardimentosa e dirompente di candidarmi sindaco.

La Quaresima del 2006 fu una passione di solitudine a scegliere ciò che un po’ mi ha cambiato la vita e il destino e a un certo punto mi stavo arrendendo, quando il tuo incontro mi scosse, mi feri’, mi inquieto’…

“Che hai da perdere? Niente? Allora buttati e abbi il coraggio di andare fino in fondo. Poi sarà quello che sarà.”

Queste le tue parole che sentii arrivare da un cuore infiammato e persino ingenuo…questa la tua spinta che mi invitava a scegliere coraggiosamente pronto anche a perdere…questa la tua speranza che mi aiutava a guardare ciò che la paura offuscava ai miei occhi…

Oggi sorrido pensandoti e ringrazio Dio per averti incontrato, perché quel “giorno” avevo bisogno del tuo cuore e dei tuoi occhi.

Sempre così ti ricorderò: donna di coraggio e speranza.

A-Dio Rosellina…

Giovanni Ruggiero