Ieri ero lì. Sul Corso Italia, all’incrocio con la salita di via Santa Teresa. Così ho potuto assistere, praticamente a quanto è avvenuto all’uscita dei ragazzi dell’Isituto Nautico.
Subito dopo l’aggressione, uno dei ragazzi che ha partecipato al pestaggio è scappato verso la Circumvesuviana. Una giovane vigilessa l’ha inseguito, intimandolo di fermarsi. Lui l’ha ignorata dicendole che aveva da fare ed ha continuato verso via San Michele. Dopo un po’ è giunta l’ambulanza e poi anche i genitori, o due parenti della vittima. Erano visibilmente preoccupati.
Intanto, nel capannello di gente che si era formato si commentava. Qualcuno ha precisato che uno l’aggressore scappato fosse di Castellammare di Stabia. Qualcuno ha aggiunto che in passato era stato già due volte sospeso dalla scuola per ragioni disciplinari.
Quello che certamente so e che quindi posso dire è che questi sono comportamenti che non ci appartengono, ma si stanno radicando. Per difendersi si pone ora un dilemma: trasformiamo costoro in persone civili o diventiamo noi come loro???
Le mie vicende personali sono note.
A giugno si prescriverà ogni reato e/o addebbito ad un tizio che qualche anno fa mi aggredì vicino alla mia auto. Mi distrusse il cellulare e mi riempì di botte. Denunciai tutto. Dodici udienze, imputato nullatenente che non si sa ancora se è capace di intendere e di volere (ben 3 CTU nominati per una perizia sono “spariti”!!!).
Il tizio, un giorno, per ricordarmi che c’era il processo, passò anche dalla sede del WWF di Meta a distruggermi la nuova auto con un bastone.
Nonostante questo nulla di nulla. Di stranulla!
Sino ad ora ho perso solo tempo, energia, soldi e salute
… e NESSUNA giustizia!!!
Nonostante ciò vado avanti … ma quanti riescono a denunciare e a perseverare per ottenere giustizia?
Claudio d’Esposito