COMUNICATO STAMPA

Apprendiamo da un video apparso su una testata on-line, di una esternazione dell’amministratore della società vinicola De Rosa, proprietaria dell’albero, della manifestata insistenza nel voler eliminare l’esemplare di pino domestico di piazza della Repubblica, già scampato alle motoseghe. Credevamo che la vicenda fosse chiusa ma così non sembra! Non si capisce chi e cosa ci sia dietro questa storia. Ormai è un rimbalzo di critiche e responsabilità, ma al WWF i dettagli di questa incresciosa vicenda li conosciamo molto bene!

Contrariamente a quanto si afferma nella video-intervista l’allarme non arrivò dal comune, ma da una lettera inviata proprio dalla Casa Vinicola De Rosa S.r.l. in data 9 novembre 2018 (prot. Comune n° 19654) in cui si allertava di un rischio crollo dell’albero sottolineando come in data 21.01.2014 una relazione a firma del Dott. Agr. Giuseppe Coppola ne consigliasse il taglio a raso (n.d.r. pur accertando il buono stato di salute della pianta!) per la semplice constatazione che detto pino “si presentava inclinato verso sud” condizione sufficiente a “rappresentare un pericolo per la pubblica e privata incolumità” a detta dei proprietari. Nella stessa nota si sottolineava come il pino si fosse “ulteriormente inclinato”. Falso!

Dall’osservazione della pianta effettuata negli ultimi 13 anni (!) dalla nostra associazione, e dal confronto con alcune foto, è possibile dedurre come l’albero in questione, a distanza di tempo, appaia nella stessa identica posizione e non si sia ulteriormente inclinato, come invece erroneamente segnalato dai proprietari con una nota che ha procurato un “allarme” ingiustificato!

Ulteriore conferma del fatto che l’albero non si sia “ulteriormente inclinato” è dato dalla semplice osservazione del primo cavo allocato nel 2014 anche per monitorare la pianta: tale cavo dopo sei anni non appare affatto in tensione (e neppure gli altri allocati di recente)!

Il primo tentativo di eliminare la pianta risale a ben 13 anni fa, nel 2007, quando qualcuno si convinse che quell’albero era pronto a cadere. Fu fatta una perizia che suggerì semplici, ordinarie e oculate operazioni di alleggerimento e rimonda della chioma, indicando con precisione i rami da potare. Dopo sette anni la storia si è ripetuta e nel 2014 fu fatta un’altra perizia, dallo stesso identico agronomo, che fotocopiò le stesse identiche pagine A4 della vecchia perizia ma, stavolta, cambiando le conclusioni e ritenendo quella “inclinazione verso sud” assolutamente pericolosa!!!

Il WWF, pur di contribuire ad accertare i fatti e tutelare la pianta, nel 2019 ha prodotto, a sue spese una perizia che ha riguardato nel dettaglio la verifica dell’inserzione dell’unica branca esistente in prossimità della stessa, con approfondimento strumentale tramite resistografo, dalla quale “… non sono emerse situazioni di grave pericolo imminente e/o di evidenti segnali di cedimento strutturali della branca che si protende verso la pubblica via da far ipotizzare un imminente grave rischio per la pubblica e privata incolumità”.

Ciononostante a maggiore garanzia di sicurezza, si sono prescritti alcuni interventi da attuarsi tramite l’apposizione di due ulteriori funi espansibili collaudate, dotate di stabilità a lungo termine e di appositi ammortizzatori per una oscillazione efficace, capaci di sostenere un peso di 8 tonnellate ciascuna. Si tratta di un sistema di consolidamento delle chiome brevettato molto usato in tutta Europa. Le funi dinamiche allocate, aggiunte al cavo già presente (di 2t.), permettono complessivamente di reggere un peso di ben 18 tonnellate!

“E’ davvero difficile che quell’albero, imbracato com’è, possa spezzarsi o fare danni – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno –  Amo gli alberi e so a cosa servono (cosa che sfugge a chi è troppo preso da altri affari?) e ritengo l’abbattimento di una pianta senza motivi una cosa deplorevole. Ho osservato e documentato dal basso, alzando gli occhi a quell’albero, come ha resistito ad eventi atmosferici estremi, passati e recenti: il 29 ottobre 2018, quando la perturbazione nord atlantica “Vaia”, una delle più forti, distruttive e violente della storia meteorologica recente, con raffiche a 217,3 km/h,  ha colpito l’Italia da nord a sud e, poi ancora, il 23 febbraio 2019, quando il vento che soffiava ad una velocità di 72 km/h. ha causato vistosi danni ad alberature e manufatti in tutta Italia, e infine il 12 novembre 2019 quando una violenta perturbazione da sud ha provocato danni e crolli di alberature in tutta la penisola! Non solo quell’albero non si è mosso ma i tiranti non sono mai andati in tensione!!!

La cosa che più fa rabbia è l’assurda perseveranza da ormai 14 anni a voler eliminare la pianta. Che i proprietari siano intolleranti al verde lo dimostra il fatto che quando nel 2014 si riuscì a convincerli col WWF a piantare un altro alberello di pino, da far crescere in caso di abbattimento dell’esemplare grosso, questo fu subito fatto sparire all’indomani dell’inaugurazione del centro.

L’intervista sfogo concessa all’amministratore della CaViDe Srl. da Positano news ci rattrista per la cattiva informazione che tale testata giornalistica rischia di fare! Non capiamo davvero cosa ci sia dietro tanto accanimento. L’amministratore dice che teme di andare in carcere se dovesse cadere l’albero? Ma poi sottolinea che è disposto a prendersi le sue responsabilità penali ma non quelle civili? Sarebbe sufficiente fare una polizza assicurativa sulla pianta, come si fa quando si guida un’auto, per essere coperti in caso di incidenti! Stiamo parlando di una società con un fatturato non irrilevante… si tratterebbe di sborsare poche centinaia di euro.”

Stiamo perdendo alberi ad un ritmo non più tollerabile, in tutta Italia, e a nulla valgono i pochi nuovi impianti con alberelli di dimensioni risibili. Non è la stessa cosa: per ogni grosso albero abbattuto ce ne vorrebbero almeno 70 di piccoli! E mentre le motoseghe lavorano senza tregua, avvallate dalle frettolose perizie di taluni agronomi in cerca di sbarcare il lunario, migliaia di pini domestici in Campania stanno soccombendo a causa della micidiale cocciniglia del pino (Toumeyella parvicornis). Quelli che si salvano li abbatte l’uomo!

Cosa farà il WWF? Ce lo chiedono in tanti. Di sicuro staremo in trincea fino alla fine anche in caso di abbattimento della pianta per accertare la verità. Poi cominceremo a capire perché in quella mega struttura commerciale (di dubbia legittimità) stanno, tra l’altro, sparendo uno dopo l’altro anche gli alberi gnomi del parcheggio?