Ho letto l’intervento del Collega Ivan Gargiulo e non posso che essere d’accordo con lui.

A partire dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 478/2014 in poi è stato stabilito un principio: gli incarichi dirigenziali conferiti ai sensi dell’art 110 D. Lgs. 267/00 non sono sottratti alla disciplina dell’art. 19 del D. lgs n. 165/2001, per cui la durata minima non può essere inferiore a tre anni.

Certo, si tratta di una questione che resta molto dibattuta, ma la recentissima ordinanza numero 14/2019 della sezione leccese del TAR-Puglia, lascia intendere che – a meno che il legislatore nazionale non intervenga sulla materia – l’orientamento ormai è quello.

Il senso del mio intervento, però, non nasce tanto dalla idea di supportare Ivan che, di certo, non ha bisogno del mio sostegno giuridico, ma nasce dall’immediato parallelismo che ho fatto con la situazione presente negli uffici di Piano di Sorrento.

Infatti l’Amministrazione guidata dal Sindaco Vincenzo Iaccarino, con delibera di Giunta numero 210 del 22 novembre scorso, ha provveduto a modificare il piano di fabbisogno del personale per il triennio 2018/2020 ed ha così previsto l’assunzione di un Istruttore Direttivo Tecnico, a tempo pieno, per dodici mesi dalla data di assunzione, da destinare ai Settori Tecnici, mediante esperimento di procedura ai sensi proprio dell’art. 110, comma 1, del D. Lgs. n.267/2000.

Lo stesso Sindaco Vincenzo Iaccarino, con decreto del 31 dicembre scorso, ha provveduto poi a nominare istruttore direttivo tecnico e responsabile del V settore, l’architetto Francesco Cannavale, con un contratto della durata di appena un anno, ben al di sotto del limite minimo dei tre anni. Ecco l’analogia tra la questione sollevata da Ivan Gargiulo a Sorrento e quando accaduto a Piano di Sorrento. Infatti, come più volte evidenziato a più riprese sempre dalla Magistratura ordinaria del lavoro, ed anche da quella contabile, il trattamento deve essere il medesimo sia per i dirigenti che per le posizioni organizzative apicali, come quella attualmente ricoperta dall’architetto Cannavale.

Ebbene, qualora al termine di questo periodo il Sindaco Iaccarino volesse porre rimedio confermando la fiducia nel professionista fino alla scadenza del proprio mandato elettorale, la questione passerebbe in eredità al Primo cittadino entrante, visto che il contratto, pur portato alla fine della consiliatura, sarebbe comunque di durata inferiore a tre anni.

Fin qui la questione meramente tecnica, c’è poi anche una questione politica da valutare, una questione politica che non può non coinvolgere anche le restanti figure apicali legate all’ente con una contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Iaccarino, infatti, sin dal suo insediamento continua a rinnovare gli incarichi ai titolari di posizione organizzativa con una validità di pochi mesi, se non addirittura settimane, come da ultimo. Il tutto benché la legge ed il regolamento comunale approvato pochi giorni fa, gli consenta come termine massimo tre anni. E’ vero che non esiste un termine minimo, ma si ritiene comunque che questo non possa essere inferiore all’anno, anche ai fini della valutazione delle performance.

L’impressione generale che si avverte è che queste scelte assolutamente precarie, oltre a non costituire certezza nell’intero apparato comunale, corrono il rischio di creare un clima di totale sfiducia nei diretti interessati. E’ un po’ come se il presidente di una squadra di calcio assumesse un allenatore con contratti che si rinnovano di partita in partita.

Inoltre, ragionando in termine più generali, questa metodologia così esasperata può stravolgere quello che è l’impianto generale dell’ordinamento, minando al concetto di separazione ed autonomia delle figure apicali che devono trovare la cornice entro cui muoversi solo negli atti di indirizzo dell’organo politico e non in altro.

Insomma una questione molto delicata e sulla quale occorrerebbe una serena riflessione che va ben oltre le buche nell’asfalto, le aiuole, le bandiere blu e le lampadine fulminate.

Nel corso della scorsa consiliatura, più volte con l’attuale Sindaco Vincenzo Iaccarino abbiamo discusso della necessità, anzi quella sì priorità, di riformare la cosiddetta macchina comunale. Tuttavia, quello che non avrei mai pensato, però, che lui alludesse farlo in peggio.

Anna Iaccarino