Se prevenire è meglio che curare, c’è per chi è ancora meglio uccidere.

A Piano di Sorrento, e ad onor del vero non solo qui, si agisce come nel far west con il cavallo zoppo, un colpo alla testa: ma più o meno 150 anni d’evoluzione ci costringono ad interpellare il veterinario, per valutare se eventualmente l’animale abbia ancora la recondita possibilità di trainare la carrozzella.

Così ad alberi violentati nel corso degli anni, più volte potati, capitozzati, amputati delle parti fastidiose, cui nemmeno le radici sono state risparmiate durante i rifacimenti di strade e marciapiedi (ndr: vedi ad esempio via Mercato), si applica l’eutanasia surrogatoria; in sostanza abbattuti e sostituiti con giovani esemplari, con il benestare dell’agronomo, senza che nessuno paghi per queste azioni dannose compiute sui “nostri” alberi.

Troppi interventi invasivi e poche cure per i nostri alberi, alcuni addirittura considerati fastidiosi durante il periodo della fruttificazione, e per questo da sostituire con fusti di altro sesso: qui trova attuazione il sessismo degli alberi, la misoginia verde.E se ciò per il cavallo può essere anche il naturale ciclo biologico, per gli alberi non è così poiché per raggiungere l’età della miglior funzione, depurativa, termoregolatrice e antirumore, impiegherà degli anni.

I Ginkgo Biloba* di via delle Rose, quei bellissimi alberi che in autunno colorano squallidi asfalti e cementi con le loro foglie, hanno una caratteristica, se sono “femmine” producono frutti maleodoranti. Ciò avviene dopo che la pianta ha compiuto 20 anni e quindi, solo dopo che sia trascorso tale tempo, avremo la certezza e potremo annunciare al paese: «Evviva, è un maschio»!

Chiaro che ci sono tecniche di innesto che garantirebbero la “virilità” del ginkgo, però magari dopo 20 anni, chi ha certificato la pianta potrebbe essere irrintracciabile se l’operazione non avesse avuto buon esito.

E poco importa se attività commerciali o produttive puzzano, magari con immissioni chimiche in atmosfera: le ginkgo biloba si, sono loro il problema.

Salvatore Mare (Consigliere comunale – Movimento 5 Stelle)