Ci sono argomenti delicati, difficili da trattare. Terreni scivolosi dove avventurarsi può risultare fatale.

La nostra missione è anche quello.

Osare.

Quindi osiamo.

Lo spunto ce l’ha offerto la delibera di Giunta numero 40 del 14 marzo scorso. Approvata su proposta dell’Assessore alla responsabilità ed ai diritti civili e sociali Rossella Russo.

Già questa precisazione serve a capire tanto.

La delibera è passata all’unanimità, ma la proposta era rimasta a prender polvere negli uffici per ben due mesi. Infatti, il parere di regolarità tecnica era stato apposto dal fu Funzionario Carlo Pepe addirittura il 17 gennaio scorso.

L’oggetto è il seguente:

“INTITOLAZIONE DI UN TRATTO DI STRADA AL NOME DI “CARMELA D’ALESSIO”. DETERMINAZIONI”

Che c’entrerà mai la toponomastica con la responsabilità ed i diritti civili e sociali di cui si occupa la Russo è un mistero affascinante almeno quanto quello della costruzione delle Piramidi della piana Giza, comunque così è se vi pare e anche se non vi pare.

Il senso dell’atto è chiaro.

Vogliono intitolare una strada, più precisamente…

“… il tratto di via Ripa di Cassano compreso tra l’incrocio con via delle Rose e fino al confine con il comune di S. Agnello”…

…alla compianta Carmela D’Alessio, la mamma di Piano di Sorrento che alla vigilia del Capodanno del 2012 venne investita da un automobile in via Iommella, nel tratto santanellese di via Ripa di Cassano.

Un’iniziativa che, a quanto si legge nel corpo della delibera, nasce da un’istanza presentata dalla famiglia della vittima. Nell’aprile del 2016 (due mesi prima delle ultime elezioni comunali) il Comune inviò una nota alla Prefettura chiedendo un parere circa la fattibilità della proposta. A gennaio del 2017 dalla Prefettura facevano sapere che…

“…per quanto concerne l’intitolazione di strade a persone decedute da meno di dieci anni, sarebbe stato necessario fornire all’Ufficio di Governo ogni utile elemento sulle caratteristiche dell’interessato, in linea con quanto previsto dall’art. 4 comma 2 della su citata Legge 23 giugno 1927, n. 1188 che, esplicitamente, per le autorizzazioni in deroga, fa riferimento esclusivamente a persone che abbiano benemeritato della nazione”.

Risposta scontata. Per la verità lo sanno anche le pietre della strada che funziona così.

Passa esattamente un anno e alla Russo viene in mente di fornire alla Prefettura quell’utile…

“…elemento sulle caratteristiche dell’interessato”.

Nasce così la proposta di delibera con tanto di descrizione dell’utile elemento…

“Rilevato che non vi è benemerenza più grande del gesto di una donna che, in uno slancio di amore materno, si pone a protezione della sua bambina, sacrificando la propria vita pur di preservare l’incolumità della sua creatura; Rilevato altresì che la signora D’Alessio è stata docente di scuola primaria, svolgendo il suo ruolo di educatrice anche di soggetti diversamente abili in vari istituti scolastici, e da ultimo presso l’I.C. “Vincenzo Gemito” di Anacapri; Al fine di dare – se non un senso – almeno un significato alla prematura scomparsa di Carmela, nel senso della sensibilizzazione dei nostri cittadini sul tema della sicurezza stradale, affinché, soprattutto le giovani generazioni, nel leggere il nome di Carmela D’Alessio, ricevano un monito chiaro al rispetto delle norme in materia di sicurezza stradale ed un esempio di incondizionato amore materno”.

Quindi la benemerenza consisterebbe nel fatto che la donna “…in uno slancio d’amore materno” si sarebbe posta “…a protezione della sua bambina, sacrificando la propria vita pur di preservare l’incolumità della sua creatura”.

Tutto molto bello se non fosse che la storia è stato un tantino mistificata. E’ la stessa delibera che lo chiarisce quando nella premessa ci racconta il triste evento in questo modo…

“…Carmela D’Alessio che portava con il passeggino la sua bambina di appena 5 anni, quando all’improvviso le stesse venivano investite alle spalle da un’autovettura”.

Ora una persona che viene investita alle spalle da un’autovettura come fa “…in uno slancio d’amore materno” a proteggere “…la sua bambina, sacrificando la propria vita pur di preservare l’incolumità della sua creatura”?

Non poteva farlo. Non perché non voleva farlo. Anzi, se avesse potuto, siamo certi che l’avrebbe fatto, ma non poteva e basta. Era di spalle, non sapeva cosa il destino stava per riservare a lei ed alla sua bambina di lì a pochi attimi.

E’ stata una tragica fatalità, non un gesto eroico.

Tragica fatalità come quella che vide come protagonista il compianto Giovanni Gargiulo, investito anni fa a bordo della sua “Vespa” mentre percorreva via Cavone.

Tragica fatalità come quelle dei fratelli Staiano naufragati a largo dello Scaricatoio, anche loro nel 2012.

Tragica fatalità come quella del giovane Ivan Porzio, che nel 2007 perse la vita in un incidente sul Corso Italia, dopo aver sbattuto la testa in un idrante posto sul marciapiedi.

Poi ci sono le tragiche fatalità della Marina d’Equa, del terremoto del 1980.

La città è piena di queste tragiche fatalità.

Eppure via Cavone non è stata ribattezzata via Giovanni Gargiulo, né via Scaricatoio via Fratelli Staiano, né il Corso Italia Corso Ivan Porzio.

Alle vittime della Marina d’Equa ed a quelle del terremoto una piccola lapide e via.

Perché allora nel caso della D’Alessio si è deciso di alterare in questo modo la realtà dei fatti?

Che senso ha tutto questo?

Ad onorare la memoria della vittima?

Non sarebbe stato più elevato, se questo era realmente l’intento, adottare delle misure che in futuro avrebbero potuto evitare il verificarsi di tragedie simili in quel pericolosissimo tratto di strada?

Invece no, la circolazione in quel budello è e resta la stessa di quando avvenne l’incidente, però con una differenza: se il Prefetto darà l’ok la strada si chiamerà via Carmela D’Alessio così che…

“…le giovani generazioni, nel leggere il nome di Carmela D’Alessio, ricevano un monito chiaro al rispetto delle norme in materia di sicurezza stradale ed un esempio di incondizionato amore materno”.

Ma ci facciano il piacere.

Inoltre se via Ripa di Cassano si dovrà trasformare in via Carmela D’Alessio, come III Traversa Bagnulo da sei anni si è trasformata in via Mario d’Esposito, quando poi sulle mappe della Città, recentemente pubblicizzate dal Sindaco Vincenzo Iaccarino ancora si chiama III Traversa Bagnulo, allora risparmiamola questa pantomima.

Evitiamo allora, se è possibile, questa ennesima ipocrisia. Questo ennesimo tentativo di arricchire il proprio plafond di consensi in una sorta di campagna elettorale permanente.

Ecco anche questa volta lo abbiamo fatto.

Abbiamo osato.