Seduta di Consiglio comunale d’altri tempi quella tenutasi nella giornata di ieri a Piano di Sorrento. Iniziata alle 9 e 45 di mattina e conclusasi intorno alle 21 e 30.

“Non credevo si protraesse sino a quest’ora”.

Nelle parole di Vincenzo Iaccarino c’è tutto lo sconforto e la sorpresa per quanto accaduto. Parole pronunciate a caldo, nel corso della stessa seduta. Intorno alle 20. Subito dopo l’approvazione del bilancio. Prima di mollare le redini e correre scortato dai vigili in direzione Chiesa di Mortora, dove la Processione era lì ad attenderlo. Dietro di lui ad abbandonare il resto della ciurma è stato anche capogruppo Marilena Alberino. Per lei prima uno strappo a casa, poi il saluto al corteo del sodalizio della rossa della Trinità ed infine la corsa a dare manforte al Iaccarino in coda ai processanti di Mortora.

Mentre gli  altri, i sopravvisuti, erano ancora lì. Nell’aula consiliare del Palazzo Municipale. A trascinarsi stancamente gli ultimi punti dell’ordine del giorno.

Una seduta fiume, ma anche un fiume in piena.

Iaccarino & c. hanno scoperto per la prima volta il significato di un confronto con un gruppo consiliare che fa opposizione. Fino ad ora non lo sapevano e per questo non l’avevano nemmeno preventivato.

Di qui una serie di errori.

A partire dalla scelta del giorno. Il Venerdì Santo a Piano di Sorrento non è un giorno come tutti gli altri. Tre sodalizi che a partire dal tardo pomeriggio si preparano per le consuete processioni. Una Città che si ferma.

La maggioranza aveva pensato di aggirare l’ostacolo mettendo la bandierina dello start alle 9 del mattino. Nella peggiore delle ipotesi puntavano di stare a casa per le 15.

Ingenui.

Sarebbe stato così se non fosse accaduto nulla prima.

Invece qualcosa era accaduto.

La pattuglia sino ad allora sgangherata della minoranza si era arricchita recentemente di un tassello importante. Quell’Antonio D’Aniello cresciuto politicamente nella scorsa consiliatura. All’ombra del duo Gianni ed Anna Iaccarino. Un duo che – sino a quando è rimasto compatto – all’ex Sindaco Giovanni Ruggiero aveva fatto vedere i sorci verdi.

D’Aniello ha fatto tesoro di quell’esperienza e si è presentato in Consiglio comunale caricato a pallettoni.

Pronti via e D’Aniello legge una dichiarazione in cui annuncia le ragioni del divorzio.

Emerge così il secondo errore della maggioranza.

Un errore che viene da lontano.

Un errore che ha un nome ed un cognome: Mario Russo.

Nella seduta di ieri Russo ha dimostrato tutti i suoi limiti caratteriali e tecnici nel ruolo di Presidente dell’Assise. Con le ore contate e tredici argomenti iscritti all’ordine del giorno (altro clamoroso errore), oltre ad una mozione ed alle interrogazioni, non ci si può permettere certamente di buttarla in rissa con la minoranza persino su una semplice dichiarazione.

Invece lui, mostrando un’incredibile ingenuità ed immaturità politica, lo ha fatto e, come se non bastasse, ha trascinato nell’agone anche i suoi. A partire dall’ancora più ingenuo Sindaco Vincenzo Iaccarino.

Hanno aperto una prateria alla neonata opposizione. Una prateria in cui D’Aniello ha iniziato a scorribandare, ma in cui ben presto ci si sono infilati a turno anche tutti gli altri. Michele Maresca, Salvatore Mare, Maria Cappiello e persino il “pompiere” Raffaele Esposito. Le narrazioni buoniste ed ab urbe condita di quest’ultimo mai come questa volta sono servite a far scorrere il tempo.

Così dopo tre ore di accuse, elucubrazioni pseudo storiche e rivoluzionarie teorie del diritto (su tutti quella del Presidente omino del Subbuteo che leggerete a breve nel commento del nostro di Presidente) ci si accorge che ancora non si è partiti con le interrogazioni.

Un’ecatombe.

Ormai però la frittata è fatta. La rotta verso l’iceberg è tracciata.

Così riescono ad impiegare anche tutte le due ore destinate alle interrogazioni su pochi quesiti, tra questi il futuro dei parchi. Frullati di parole continuamente alimentati dalla vena polemica della maggioranza, sempre istigata dal Presidente Russo.

Sulla mozione (per la cronaca gli indirizzo per locare i negozi di via San Michele) entra in scena direttamente il Sindaco Vincenzo Iaccarino che shackera un’infinita moltitudine di palle che finiscono con il mettere in imbarazzo prima il suo capogruppo Marilena Alberino e poi il malcapitato ragioniere capo Vincenzo Limauro.

Morale della favola solo intorno alle 14, quando ormai sono già sfatti e Rossella Russo si dimena come un’ossessa, riescono a partire con il primo vero punto all’ordine del giorno: l’elenco annuale delle opere pubbliche ed il programma triennale.

Lì l’Assessore Sergio Ponticorvo prove a tener botta, ma quando hai una programmazione di opere pubbliche che si limita ad asfaltare qualche strada e rifare qualche marciapiedi non è che puoi fare miracoli.

Quindi altri fiumi di parole.

Così come la restante parte degli argomenti che introducono il piatto forte: il bilancio di previsione.

Arriva l’altro errore che parte da lontano. La delega in capo al Sindaco Vincenzo Iaccarino.

Iaccarino legge la sua relazioncina e poi si liquefa, lasciando l’onere di respingere gli assalti al solito rassegnato ragionier Limauro, che spera invece di poter prima o poi rientrare nella sua natia Agerola. Iaccarino, quasi a voler dimostrare che quelle carte lui le firma, ma non è che lo conosce proprio a menadito, lascia a più riprese l’aula.

In fondo è così che si fa quando si vede la malaparata.

L’ultimo grande errore, quello che suggella la giornata, è stato l’abbandono anzitempo dei lavori da parte dello stesso Iaccarino e della Alberino. Come Sindaco e come capogruppo di maggioranza hanno dato un pessimo esempio. Nessun impegno istituzionale può mai essere più istituzionale di una seduta di Consiglio comunale.

Quella seduta l’hanno voluta loro, l’hanno difesa loro e loro se la dovevano sciroppare sino alla fine.

Invece così non è stato.

Così non va bene.

Niente è andato bene.

Lo avrà certamente capito il vice-Sindaco Pasquale D’Aniello che già da oggi sarà a lavoro per ricucire. Se c’è qualcuno che ha qualcosa da perdere in questo cambio di musica è proprio D’Aniello.

Pasquale ovviamente.

Lui che da mesi già sta studiando da futuro Sindaco non può proprio permettersi il ripetersi di scene simili.

Sansone, potrà e dovrà anche morire, ma i filistei devono sopravvivere se un giorno, nemmeno tanto lontano, vorrà tenerli al suo seguito.