Arriva a stretto giro di posta social la replica della Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo, Maria Rosaria Sagliocco, al Presidente del Consiglio comunale Mario Russo.

Una replica in cui la Sagliocco, in maniera molto misurata, respinge le accuse che Russo le aveva rivolto.

La dirigente precisa anche che né lei, né il Consiglio d’Istituto avevano vietato l’uso della scuola, in quanto si erano limitate a chiedere garanzie che poi, evidentemente, non sarebbero arrivate.

Queste le parole della Sagliocco:

Ho cercato per tutto il giorno di poter accedere al post incentrato sulle pretese posizioni dell’amministrazione che rappresento scritto dal sig. Mario Russo, senza ad ora riceverne l’autorizzazione.

Dice che siamo nemici, ma ai nemici si concede almeno l’onore delle armi.

Rispondo pertanto qui, sperando che in qualche modo la mia risposta giunga all’obiettivo.

Spesso si preferiscono soluzioni semplici a problemi complessi.

Purtroppo la complessità non si semplifica, se non con leggerezza.

E’ facile retorica dire di sì e chiudere gli occhi, fino a che tutte le cose vanno bene, salvo poi puntare il dito o peggio ancora l’avvocato (che troppo spesso vengono usati a mò di clava), se succede qualche cosa.

Si è tra i molti e ci si nasconde, di fronte a noi il bersaglio è unico, evidente, e si pensa che tanto ha l’assicurazione.

Non si è nemici, nel far bene, solo nel qualunquismo si può esserlo, lo si è quando si cerca di risolvere in maniera semplice le questioni complesse, lasciando agli altri la responsabilità di quanto si sorvola.

A ciascuno il suo compito e per ciascuno le sue responsabilità.

Qualche anno fa si sono verificati danni a persone per un cancello non ben manutenuto ai campetti di via delle Rose, immediato lo scandalo e il disdoro pubblico e giornalistico.

Qualche anno dopo le giostre di San Michele si sono rivelate non a norma, e un bambino ferito, sono, solo dopo, state fatte prontamente smontare.

Io organizzo in sicurezza le manifestazioni della mia scuola, e quando lo faccio ne ho il controllo, ma questo controllo non mi è evidentemente possibile quando cedo le strutture a terzi.

La legge però mi considera responsabile ugualmente quando succede un incidente in quella struttura.

Devo purtroppo contraddirla signor Russo, al termine della manifestazione “di popolo” come lei la chiama, la struttura non ritorna indietro nelle condizioni in cui viene consegnata, e nemmeno migliorata come lei asserisce, e come forse avveniva quando lei da giovane partecipava all’organizzazione, bensì peggiori, e la scuola ricomincia dopo pochi giorni.

Certo la scuola fa parte dei doveri quotidiani e suscita minori simpatie delle” manifestazioni di popolo”.

Ma non è questo il punto, io ho avuto modo di accertarmi che nella scuola venisse fatto uso di fiamme libere, e questa cosa comporta dei rischi alla sicurezza delle persone e dell’edificio, di cui sono io per legge a rispondere e che è ben oltre i limiti per cui la struttura esterna della scuola veniva concessa, l’interno della scuola veniva aperto solo ed esclusivamente per dare accesso ai servizi igienici, necessari per la manifestazione.

Ho saputo che ci sono state persone che hanno pernottato all’interno della scuola, persone che si sono inerpicate sul tetto.

Hanno utilizzato e disperso una dotazione di palloni di cui la scuola aveva beneficiato in omaggio di terzi.

Lei, mi dicono, è uomo delle istituzioni, e in quanto tale non può non cogliere il profilo giuridico di quanto sto elencando.

Non ho denunciato è vero, non ho avuto intenzione di raccogliere prove e creare conseguenze che potrebbero essere gravi.

Ma alla luce di tutto questo ho chiesto che fossero verificate le condizioni di sicurezza, e una commissione competente, esterna alla scuola e pubblica, ha riscontrato che non ci sono.

Ho chiesto la verifica delle condizioni dell’edilizia scolastica, perché è una verifica opportuna da fare a scuola chiusa anche per il benessere degli alunni alla ripresa scolastica, e perché in caso di danno accidentale da rovina di edificio nei confronti di terzi, è la scuola ad essere responsabile, mentre è il Comune in quanto proprietario della struttura a dover provvedere. Ma questo, lei che è in amministrazione lo sa già.

Né io, né il Consiglio d’Istituto abbiano negato niente, abbiamo solo chiesto garanzie.

Questo è quanto mi è parso indispensabile risponderle su un luogo a mio avviso improprio come un social, per tutto il resto sono a disposizione nei luoghi e tempi adeguati.