All’indomani dell’annuncio da parte del Sindaco Vincenzo Iaccarino di aver istituito un tavolo di concertazione sulla cosiddetta “vicenda charter”, il Consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Salvatore Mare, interviene sull’argomento con un commento in cui si stigmatizza l’inutilità dell’iniziativa di Iaccarino.

In realtà l’impressione è che Iaccarino, rimasto fuori dalla vicenda (il Comune di Piano di Sorrento, a differenza di quello di Sorrento non si è costituito al TAR), abbia cercato di mettere in qualche modo anche la sua bandierina.

Ecco cosa ha scritto Mare:

“«Abbiamo voluto promuovere un tavolo di concertazione tra le rappresentanze delle società e dei lavoratori che operano nei nostri porti, la Capitaneria di Castellammare di Stabia e la dirigenza dell’Istituto Nautico “N. Bixio” di Piano per individuare un percorso condiviso finalizzato a fornire a coloro che operano nel settore un’opportunità di formazione specifica che sarà messo a punto da parte di tutti i soggetti coinvolti e sarà attuato dall’istituto nautico».
Così il Sindaco di Piano di Sorrento dr. Vincenzo Iaccarino sulle pagine on line de “ilMattino”.
E cosa c’entra il nautico che notoriamente forma allievi ufficiali di navigazione e di macchine?
Qui si apre l’ennesimo percorso formativo (a pagamento?) che nessuno dei diretti interessati ha chiesto, percorso tra l’altro già giustamente individuato dalle Capitanerie di Porto nella figura del «Conduttore per il traffico locale».
Nello specifico, per ottenere questa qualifica è necessario aver svolto 18 mesi di navigazione con mansioni di coperta, e sostenere un piccolo esame presso l’autorità marittima, pagando l’esosa somma che non arriva nemmeno a € 2,0, (poi ci sono le marche da bollo per il ritiro).
Il nautico, anziché svilire il proprio ruolo, provi a migliorare il percorso formativo degli ufficiali e a far svolgere al suo interno i corsi STCW, durante il periodo di studi e senza costi aggiunti per gli allievi.
Le amministrazioni invece, alzino la voce presso le istituzioni per il ripristino dei titoli professionali, considerato che il nautico non «sforna» più allievi capitani, né esistono più quelli di lungo corso o di macchine, soppiantati dalle qualifiche di comandanti o direttori a scadenza quinquennale (I.M.O.).
Si facciano ambasciatori per l’abrogazione di quell’obbrobrio del DM121/2005, in modo da lasciar decidere ai marittimi dove imbarcare, in base alle migliori offerte ricevute e non necessariamente economiche, ma anche di vita.
Contribuiscano a istituire l’Osservatorio del Lavoro Marittimo previsto dalla legge 30/98.
Ecco, si facciano portavoce dei cittadini che lavorano sul mare, e non solo e male, di questa nuova categoria che finora tutti hanno ignorato; già ai tempi dell’Associazione Marinai Sorrentini e della L.A.A.M. chiedemmo ripetutamente aiuto alle pubbliche amministrazioni, senza ricevere mai un cenno, una risposta. Eppure la forza lavoro è stata un’eccellenza ed un traino economico per tutto il territorio: ricordo, l’unico fu l’ex Sindaco Ruggiero, che più di aiutarci ad organizzare una riuscitissima manifestazione a Villa Fondi il 28 marzo del 2011, non fece, ritirando in seguito l’impegno preso di sottoscrivere il documento scaturito da quella conferenza, da indirizzare al MIT.
Il mondo del Charter dei Natanti non merita tutto ciò: sicuramente ha bisogno di una regolamentazione giacché inesistente, e certamente può essere applicata sia la norma del grandfathering, sia quella del riconoscimento del titolo di conduttore di natanti adibiti al noleggio, così come accadde verso la metà degli anni 2000 per i padroncini di imbarcazioni da diporto. Non ha bisogno del glorioso (ei fu) Nino Bixio, ha necessità di tempo per adeguarsi a normative che vanno scritte insieme a loro, poiché queste non dovranno né potranno costringere chi ha fatto investimenti o semplicemente ha finora vissuto di questo lavoro, a chiudere l’attività”.