E’ trascorsa esattamente una settimana da quando abbiamo lanciato la notizia dell’inchiesta ai danni del Sindaco Piergiorgio Sagristani, dei componenti dell’ex Giunta, della Segretaria generale Loredana Lattene e di un privato cittadino. Un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per fatti risalenti al dicembre del 2014.

Una notizia che presto è stati ripresa dagli organi di informazione anche regionali e commentata da tutti.

Da tutti ma non dai politici. L’unico a lasciarsi andare a poche battute rassicuranti è stato lo stesso Sagristani che ci ha fatto sapere di essere sereno e fiducioso nell’operato della Magistratura.

Per il resto silenzio totale.

Silenzio totale da parte delle altre persone coinvolte, così come da parte del resto della maggioranza che sostiene Sagristani. In questo caso non c’era da attendersi nulla di diverso. A memoria d’uomo a Sant’Agnello ha parlato sempre e solo Sagristani. Per sé e per i suoi.

A fare scena muta sono stati anche i tre neo-eletti consiglieri del Movimento 5 Stelle.

Fabio Galano, Tatiana Di Maio ed il loro capogruppo Fabio Aponte, però, sono alle prese con dirette streaming, buche, cartelli stradali ed altre importanti questioni epocali. Attendersi altro sarebbe stato alquanto pretenzioso.

Per finire si è totalmente smaterializzato Gennaro Rocco. Lui ed il suo Movimento rivoluzionario ORA X  avevano preannunciato fulmini e saette in campagna elettorale, non appena è scoccata l’ora X dell’elezione è successo però il patatrac.

Rocco, ammaliato dal seducente canto della sirena Sagristani, ha accettato di andare a “dirigere il traffico” durante le sedute del Consiglio comunale. Il suo incarico di Presidente dell’Assise cittadina ha gettato così nello scompiglio una buona parte del suo elettorato, che già non era stato particolarmente numeroso, ed ha messo la sordina al megafono degli scontenti.

Eppure di cose da dire ce ne sarebbero state tante, pur senza addentrarsi nelle vicende giudiziarie.

Innanzitutto per quali ragioni l’Amministrazione decise di entrare così a gamba tesa in una questione tra privati?

Per quali ragioni l’Amministrazione rinunciò a parte del suo credito, pur essendo garantita dal fatto che il suo debitore era a sua volta creditore di un terzo che, guarda caso, era lo stesso che poi si è comprato a “buon mercato” il credito del Comune?

Per quali ragioni l’Amministrazione, pur essendo tenuta, non pensò di vendere al migliore offerente questo suo credito? Si chiama evidenza pubblica. Qualcuno avrebbe potuto chiedere di comprarlo per 300 mila euro e non per 250 così come ‘è avvenuto.

Quale era l’urgenza di vendere in “quattro e quattro otto” quel credito per un valore inferiore?

Tutte scelte politiche di cui Sagristani e i suoi dovrebbero dar conto alla Città, se qualcuno osasse farglielo presente però…

Però a Sant’Agnello quando mai si è visto qualcuno osare?