Un esposto articolato su sette pagine. Così Claudio d’Esposito il Presidente dell’Associazione WWF Terre del Tirreno lancia la sua controffensiva al progetto per la realizzazione di un parcheggio in via Iommella, di fronte alla celebre tenuta del Pizzo.

L’atto è stato inviato in giornata alla Regione Campania – UOD Pianificazione territoriale – Urbanistica -Antiabusivismo, al Soprintendente delle Belle Arti e Paesaggio di Napoli ed al Procuratore della Repubblica.

“Con delibera di Giunta del giorno 08.09.2016 il Comune di Sant’Agnello ha approvato l’istanza dei sig.ri Anna Maria Ruocco, Giro, Giuseppe e Giampiero Scarpati e Filomena Starace per eseguire direttamente l’intervento previsto dal PUP ovvero la realizzazione, in via Iommella Grande (zona territoriale 2 del PUT) di un parcheggio interrato in parte da destinare a rotazione ed in parte da destinare a box pertinenziali.
Quanto deliberato dalla Giunta Comunale di Sant’Agnello è illegittimo così come illegittimo è il
favorevole parere espresso dalla Soprintendenza Archeologica e belle Arti di Napoli”.

Questa la premessa dell’esposto in cui d’Esposito ricostruisce, oltre alla vicenda, anche l’evoluzione normativa e gli indirizzi giurisprudenziali che chiarirebbero la assoluta illegittimità di un eventuale permesso.

Il rappresentante dell’associazione del Panda bacchetta anche la Soprintendenza scrivendo che…

“…non si comprende perché solo nel Comune di Sant’Agnello sia possibile derogare alle disposizioni del Piano Paesistico. Né, per vero, è giustificabile che la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Architettonici di Napoli non abbia adottato nei confronti dell’intervento da realizzarsi in via Iommella Grande, zona territoriale 2 del PUT, criteri di valutazione maggiormente rigorosi delle disposizioni del PUT pur seguiti in altre occasioni dalle quali sono, poi, scaturite le decisioni del TAR innanzi richiamate. Per altre vicende la Soprintendenza ha ritenuto che le disposizioni del PUT fossero inderogabili trovando concorde in ciò la Magistratura Amministrativa”.

Così, alla luce di tutte queste osservazioni d’Esposito chiede:

  • Alla Regione Campania, cui l’art. 39 del DPR 380/01 concede la facoltà entro dieci anni dalla loro adozione di annullare le deliberazioni ed i provvedimenti comunali che autorizzano interventi non conformi a prescrizioni degli strumenti urbanistici o dei regolamenti edilizi o comunque in contrasto con la normativa urbanistico-edilizia vigente al momento della loro adozione, di intervenire in tal senso. E’ di certo l’ipotesi della delibera della G.M. n. 98/16del Comune di Sant’Agnello. Alla Regione spetta, peraltro, anche l’onere di difendere i propri orientamenti come quelli espressi con la nota citata a firma della dott.ssa Adinolfi.

  • Alla Soprintendenza di volere, in ossequio ai pareri espressi in passato e confermati quanto a legittimità dal TAR e dal C.d.S., annullare e/o revocare il parere favorevole all’intervento dei 7sig.ri Scarpato approvato dalla Giunta di Sant’Agnello. Sarebbe opportuno che l’Amministrazione richiedesse sul punto esplicito parere all’Avvocatura Dello Stato non fosse altro perché alla stessa fu demandato di difendere, in sede giudiziaria, vittoriosamente la tesi espressa dalla Soprintendenza che la normativa regionale in materia di parcheggi interrati pertinenziali (l.r. 19/01) non fosse da intendere derogatoria rispetto alle disposizioni del PUT.

  •  Alla Procura della Repubblica di verificare se nei fatti descritti possano ravvisarsi reati.