E’ stato un 8 marzo insolito quello che si è celebrato ieri presso la Casa comunale di Sant’Agnello. Un 8 marzo che ha segnato una brutta pagina nella storia politica dell’intera Penisola sorrentina.

Ieri infatti si è aperto ufficialmente il nuovo libro della Democrazia 2.0.

Già perché la tanto sbandierata Terza Repubblica è da ieri a pieno titolo sbarcata anche in provincia. Una Terza Repubblica fondata sui social che assomiglia sempre più ad un Secondo Regime.

Infatti è stato proprio per la giornata di ieri che il presidente (la “p” minuscola in questo caso non è un refuso) del Consiglio comunale Gennaro Rocco aveva deciso di fissare la seduta del civico consesso in cui si sarebbe discusso anche della mozione per disciplinare l’uso del Campo di via dei Pini. Un atto proposto dai tre Consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle.

Insomma la Festa delle Donne Rocco l’ha voluta celebrare così. Poi per la verità nel corso della discussione si è ricordato anche di fare…

…gli auguri a tutte le donne, soprattutto alle ultime. Alle donne di strada. Alle donne meno fortunate di queste qua che stanno in questa sala.

Commentare però le gesta del presidente (altro non refuso) ormai è diventato come sparare sulla croce rossa, meglio lasciar perdere. Anche perché intanto nell’aula e nel corridoio si stava consumando lo strappo. 

Genitori, istruttori, ragazzi ed anche bambini.

Tanti, tantissimi.

Chiamati alle armi da questo messaggio virale girato a manetta tramite WhatsApp nelle frenetiche ore che hanno preceduto la seduta consiliare:

Un messaggio da cui, seppur sollecitato, il Sindaco Piergiorgio Sagristani solo timidamente ne prendeva le distanze nel corso del dibattito consiliare, mentre l’Assessore Attilio Massa (l’altro chiamato in causa) preferiva dilettarsi nel gioco del silenzio.

Distanze o non distanze, le istruzioni impartite dall’anonimo messaggiatore sono state rispettate punto per punto.

Le “truppe cammellate” hanno risposto presente.

Presenti, ma per fare cosa?

La maggioranza aveva i numeri e le argomentazioni per respingere agevolmente quella mozione, così come ha sempre fatto per il passato. In tutta onestà anche io non la condividevo e non la condivido.

Ad un semplice Sindaco sarebbe bastato questo per stare sereno, per sentirsi forte. 

Sagristani però non è un semplice Sindaco. Nella Terza Repubblica non esistono più i semplici Sindaci, ma solo i Signori della Città. E’ lui, Sagristani, è il Signore della Città di Sant’Agnello e, in quanto Signore della Città, doveva dare un ulteriore segnale di forza. 

Di onnipotenza.

Doveva umiliare, mortificare, sottoporre al pubblico ludibrio quel timido, e volenteroso ed in parte anche tenero tentativo di fare opposizione che dall’atto dell’insediamento ad oggi stanno provando a portare avanti i Consiglieri del Movimento 5 Stelle.  

Doveva farli simbolicamente linciare dai suoi sudditi. Così, a futura memoria. Per far capire loro che sino ad oggi hanno osato anche troppo. E’ giunto il momento di rimettere la testa nel sacco.

Nella Terza Repubblica (pardòn Secondo Regime) non è ammesso il dissenso, non è ammessa critica, non è ammesso nemmeno il confronto.

Credere, obbedire, votare e mettere like.

Sì, like. Quelli sotto i post sui profili dei vari Signori. Una sorta di voto di preferenza permanente. Un voto che, a differenza di quello nell’urna, non è segreto. 

E’ pubblico, pubblicissimo.

Quando il voto virtuale non basta, però, ecco arrivare la mobilitazione generale a colpi di messaggini. Una mobilitazione generale che ha visto coinvolto ieri persino ignari bambini. 

Perché l’albero si raddrizza quando è piccolo.

I bambini devono imparare da subito come funzionerà la Terza Repubblica (pardòn il Secondo Regime).

Da genitore questa cosa mi rattrista e non poco. Da genitore mio figlio a far caciara al Municipio non lo avrei mai portato, al massimo gli avrei spiegato perché era opportuno cambiare istruttore. Non prima però di essere andato dal Sindaco a dire:

“Se non sei in grado da solo di dire ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle che quella mozione non è condivisibile. Che in una società in cui bambini e ragazzi ormai non hanno altro svago che un po’ di palestra. Che è possibile trovare soluzioni condivise anche per tutelare le pur legittime richieste dei residenti dell’area, Be’ se non sei in grado di fare tutto ciò in un sereno dibattito consiliare, allora tornatene a casa”.

Ecco perché mi candido ad essere il primo “deportato” della Terza Repubblica (pardòn Secondo Regime). 

Johnny Pollio