La pittura egizia, essenzialmente di tipo funerario, assolve a una funzione prettamente religiosa: i dipinti sono realizzati per ornare templi e camere sepolcrali, in modo da rendere più confortevole la vita ultraterrena del defunto.

Pitture parietali nella tomba del faraone                             Tutankhamon, XIV sec. a.C.

Le immagini più ricorrenti sono  tratte dagli scenari della vita quotidiana, affinché le anime dell’al di là possano averne a mente i ricordi: lavori agricoli e artigianali, ma anche cerimonie e banchetti con suonatori e danzatrici.

Se i soggetti  sono piuttosto variabili, il linguaggio  è invece ben codificato, nonché tramandato da generazione a generazione, in particolare per la rappresentazione convenzionale della figura umana.

L’obiettivo principale della pittura egizia è fornire ai defunti e alle divinità un’immagine riconoscibile con immediatezza e dunque semplificata in modo elementare. Ecco perché gli uomini sono raffigurati secondo una visione schematica “combinata”, dove alla visione frontale subentra quella laterale, privilegiando il criterio della migliore visibilità. Il volto è così dipinto di profilo, per mostrare bene la linearità della fronte, del naso e del mento, mentre l’occhio appare tutto intero; il busto è frontale, ma gli arti e i piedi risultano di profilo.

Ramsete I tra il dio Anubi e il dio Horus, pittura parietale dalla tomba di Ramsete I

L’esigenza di una rapida fruizione dell’opera spiega anche la scelta di rappresentare le figure maschili con un colore più scuro rispetto a quello utilizzato per le donne, dipinte con una carnagione sensibilmente più chiara.

Si segue, inoltre, in principio di gerarchia dimensionale, per cui le proporzioni  non sono realistiche, ma obbediscono all’intento di esaltare il potere e la sacralità dei personaggi più importanti. La supremazia del faraone e degli dei è dichiarata dalle loro maggiori dimensioni, ma anche dalla presenza di attributi divini.

Queste modalità rappresentative riguardano la figura umana, mentre per gli altri soggetti si procede con più libertà. Elementi naturalistici, animali e oggetti sono ritratti anche con più attenzione ai dati realistici,  indagati con una maggiore indole inventiva.

Le scelte compositive sono contraddistinte da un’impostazione spiccatamente geometrica. Ne deriva una marcata rigidità bidimensionale dal singolare effetto decorativo.

Tomba di Ramsete I, seconda metà del II                          millennio a.C.

I colori, dotati di gran vivacità, sono stesi in modo uniforme, in ampie campiture(*) definite da una marcata linea di contorno nero.

Le tinte si ricavano macinando vari pigmenti poi diluiti con acqua, con l’aggiunta di resine o albume. Si ottiene così una sorta di tempera a colla, molto resistente.

Il pittore  dispone le immagini su un’unica linea ideale, a volte sovrapposta ad altre, in modo da definire uno schema narrativo a fasce orizzontali.

Spesso sullo sfondo vengono inserite anche scritture geroglifiche, che si accompagnano alle scene raffigurate donando un effetto di particolare raffinatezza formale.

Tra le svariate testimonianze pittoriche pervenute su pareti di templi e di camere sepolcrali,  vanno ricordati i dipinti delle tombe di Ramsete I  e di Tutankhamon (*), entrambe situate nella cosiddetta Valle dei re, nei pressi dell’antica città di Tebe, l’odierna Luxor, un’area geografica di grande importanza archeologica, in quanto eletta a luogo di sepoltura dei sovrani del Nuovo Regno.

Mariaelena Castellano

PER SAPERNE DI PIÙ …

(*) LA STORIA DI TUTANKHAMON, IL FARAONE BAMBINO

Tutankhamon nasce nel 1341 a.C. e diventa il dodicesimo sovrano della XVIII dinastia del Nuovo Regno, governando dal 1333 al 1323 a.C.

Il suo vero nome è Tutankhaton, ossia “immagine vivente di Aton”. Il dio solare Aton è venerato dal  faraone Ekhnaton, che durante il suo regno ne impone il culto monoteista. Quando a soli otto anni  sale al potere Tutankhaton, viene ripristinato il culto di  tutte le altre divinità e si conferisce particolare importanza al dio Amon. Pertanto il nome del faraone bambino diventa Tutankhamon, “immagine vivente di Amon”.

Maschera funebre di Tutankhamon

Malato fin dall’infanzia, muore ad appena diciannove anni. Nonostante la brevità del suo regno, è ricordato non solo per aver consentito di nuovo la venerazione  di Amon  e delle altre divinità, ma anche per aver riportato la capitale dell’Egitto a Tebe.  

Tuttavia, la notorietà del nome di Tutankhamon è legata principalmente alla sua tomba, scoperta nel 1922 nei pressi di Luxor, dopo cinque anni di scavo nella Valle dei Re. Al suo interno, l’archeologo Howard Carter  rinviene  tesori di inestimabile valore e, dopo tre anni, emerge anche la mummia del faraone, custodita in sarcofagi incastrati uno nell’altro. Il cadavere risulta ricoperto da amuleti e gioielli, mentre sul volto era riposta la sua rinomata  maschera funebre, oggi esposta al Museo Egizio del Cairo, insieme agli altri preziosi reperti rinvenuti nella tomba.

La fama di questa sepoltura non si deve soltanto ai tesori in essa custoditi, ma anche al mistero della maledizione di Tutankhamon, destinata a chiunque avesse a che fare con la sua tomba. Sembra, infatti, che sul sarcofago del faraone sia riportata la frase:

“La morte sopraggiungerà su rapide ali per colui che disturba la pace del re”

Già nel 1923, un anno dopo il rinvenimento archeologico, si inizia a parlare di maledizione in seguito alla morte del conte di Carnarvon, il finanziatore della spedizione archeologica, colpito da un’infezione per puntura d’insetto, che si trasforma in polmonite. In realtà, il conte era ammalato già prima che iniziasse la spedizione e, inoltre gli archeologi che vi partecipano moriranno diversi anni dopo.

Probabilmente, la maledizione rappresenta semplicemente il tentativo degli antichi Egizi di contrastare le depredazioni del corredo funebre reale, mentre al tempo del rinvenimento della tomba, essa viene utilizzata come trovata pubblicitaria per procurare più notorietà a questa importante scoperta archeologica.

IMPARIAMO I TERMINI

(*) CAMPITURA: in pittura, la zona delimitata da un contorno in cui il colore viene steso in modo uniforme..