Per il centro di igiene mentale di Sorrento sempre più difficile trovare una soluzione visto il NO del Sindaco Giuseppe Cuomo. 

Dal 1 marzo oltre 1000 pazienti, che sono in carico presso la struttura di Via del Mare in Sorrento, e 11 ricoverati troveranno la porta del Centro di Igiene Mentale di via del Mare Sorrento chiusa.

Decisione disumana

Il dirigente del dipartimento di Salute mentale, prima di andare in pensione, ha scritto una missiva con cui dichiara che il plesso non possiede i requisiti di legge e quindi deve  essere chiuso. Un dato emerge con chiarezza e che la necessaria riorganizzazione dei servizi sul territorio comporterà difficoltà e sacrifici  ai pazienti e alle famiglie della Penisola Sorrentina l’ennesimo servizio della sanità pubblica  cancellato come  in altre occasioni.

Ecco che la storia si ripete.

Su tale decisione  i cittadini hanno iniziato a protestare e chiedere spiegazioni. La situazione è precipitata dopo l’ennesimo rifiuto del Sindaco di Sorrento di destinare una parte dei locali  ex sede Arips alle attività .

Eppure la legge regionale demanda ai Sindaci del territorio reperire i locali per servizi sanitari. Il Sindaco di Sorrento ha fatto sapere che non ha locali di proprietà comunale da poter destinare al Centro di Igiene Mentale.

I cittadini della Penisola Sorrentina  si sono dati appuntamento il giorno 15 febbraio durante  i festeggiamenti del Santo Patrono in Piazza Tasso  perché pur se in doveroso  silenzio ma con uno striscione sensibilizzeranno  e coinvolgeranno Istituzioni e famiglie per chiedere con forza di evitare tale chiusura.

Un recente studio scientifico di alcuni anni fa  ci da un dato allarmante: Sorrento è la Penisola hanno una percentuale di suicidi superiore alla media nazionale.

La politica ancora una volta perde un occasione per dimostrarsi al servizio dei cittadini ed in special modo di quelli meno fortunati.

In questa situazione è doloroso credere che si trovino locali per l’accoglienza per i rifugiati e non per gli ammalati. Difficile comprendere una decisione del genere. Difficile spiegare che  la carità e solidarietà cristiana non tenga conto delle sofferenze umane presenti sul territorio. Come può il pastore abbandonare le proprie pecore soprattutto se  ammalate e con bisogno di cure, assistenza ed aiuto?

Rosario Fiorentino