E’ stato presentato questa mattina il ricorso al TAR per chiedere di invalidare le elezioni tenutesi poche settimane fa e che hanno portato alla vittoria dell’attuale Sindaco Massimo Coppola.

Ad annunciarlo è stato il dottor Bruno Morelli con una lunga missiva inviata al nostro blog. Una missiva in cui viene minuziosamente ricostruita l’intera vicenda e che pubblichiamo integralmente di seguito.

Gentilissimo Direttore
Per inquadrare e rendere comprensibile a tutti il significato e gli obiettivi dell’iniziativa che ho assunto,
il 6 ottobre scorso, con l’invio dell’esposto alla Commissione Elettorale Circondariale, alla Prefettura di
Napoli e al Ministero degli Interni, che denunciava la sussistenza di una causa ostativa alla candidatura
di Marco Fiorentino. non rilevata dagli organi deputati al controllo delle candidature, ritengo,
innanzitutto, utile richiamare la definizione degli scopi perseguiti con le norme sull’incandidabilità
sancita in una sentenza dal nostro Supremo Organo di garanzia costituzionale:
«il fine primario perseguito delle cause di incandidabilità previste in materia di elezioni e nomine
presso le regioni e gli enti locali è quello di allontanare dallo svolgimento del rilevante munus
pubblico i soggetti la cui radicale inidoneità sia conclamata da irrevocabili pronunzie di giustizia.
In questo quadro la condanna penale irrevocabile è presa in considerazione come mero
presupposto oggettivo cui è ricollegato un giudizio di “indegnità morale” a ricoprire determinate
cariche elettive: la condanna stessa viene, quindi, configurata alla stregua di “requisito negativo”
o “qualifica negativa” ai fini della capacità di partecipare alla competizione elettorale e di
mantenere la carica (Corte cost., sentenza 31 marzo 1998, n. 114)
E, in aggiunta, quanto sullo stesso tema è stato affermato da autorevole dottrina:
l’incandidabilità (…) è più specificamente diretta a impedire che, accertata da una sentenza
irrevocabile di condanna la condizione di indegnità morale di un soggetto, questi possa assumere
incarichi pubblici, così ledendo l’interesse dell’intera collettività a che le funzioni pubbliche siano
svolte da soggetti «dalle qualità adeguate alla portata civica della funzione». La sussistenza di una
siffatta causa ostativa impedisce a monte al soggetto di partecipare, candidandosi, alla vita
democratica del paese. L’obiettivo è, dunque, quello di rompere (o interrompere) la connessione tra
lo svolgimento di funzioni pubbliche (particolarmente, le cariche elettive) e comportamenti
ritenuti socialmente pericolosi (ai quali il legislatore riconnette il fenomeno della corruzione e
dell’illegalità nella pubblica amministrazione). Valeria Marcenò, L’indegnità morale dei candidati
e il suo tempo, in Giurisprudenza costituzionale, fasc.1, 2014,
Ciò premesso, devo subito evidenziare che la mia iniziativa sebbene chiaramente destinata a destare un
notevole clamore, non fosse altro per la notorietà del personaggio coinvolto, è stata inizialmente accolta
con grande scetticismo e incredulità da parte di tutti. Solo “Il Talepiano” ha subito raccolto il mio invito
e ha dato una completa informazione sul contenuto dell’esposto. Tutti gli altri organi di stampa locale e
nazionale, ai quali avevo pure rivolto lo stesso invito e inviato le informazioni, hanno, invece, deciso di
mantenere un assoluto silenzio sulla vicenda.
Eppure doveva risultare evidente a tutti quanto fosse poco giustificabile l’inopinata mancata rilevazione
della causa ostativa alla candidatura di Fiorentino, considerate le note e complesse vicende giudiziarie
che lo avevano visto coinvolto insieme al Comune di Sorrento. La sentenza penale di condanna che lo
ha reso incandidabile, infatti, oltre ad essere citata nel suo certificato giudiziale pubblicato sul sito del
Comune, era stata anche riportata, con dovizia di riferimenti, in un manifesto pubblico che, insieme ai
miei familiari, decidemmo di far affiggere sui muri della città una settimana prima del giorno fissato per
le votazioni.
Altrettanto inquietante doveva risultare anche il fatto che, malgrado il passaggio in giudicato della
sentenza di condanna definitiva di Fiorentino risalisse al 17 febbraio 2017, egli era riuscito a rimanere
in Consiglio Comunale ancora per circa due anni per poi essere dichiarato decaduto a gennaio 2019 per
altra causa. Non potendosi, peraltro, minimamente dubitare che il PM del Tribunale di Torre Annunziata
abbia dato immediata comunicazione della condanna inflitta al nominativo in questione all’Organo
Consiliare e al Prefetto ai sensi dell’art 10, comma 4, del D. Lgs 235/2012.
Dunque, mi sarei aspettato, data la rilevanza dei temi e le indesiderate conseguenze del caso sollevato
che, quanto meno gli attori più direttamente coinvolti, sentissero l’obbligo di intervenire pubblicamente
per illustrare in modo chiaro e netto il proprio pensiero e la posizione che intendevano assumere sulla
vicenda . Invece, almeno per le prime due settimane ci fu un silenzio “assordante”.
Poi, il 24 ottobre, rispondendo alle domande che mi erano state rivolte da Agorà mi fu data l’opportunità
di aggiungere molti chiarimenti all’iniziativa assunta e, soprattutto, di esprimere un giudizio critico nei
confronti di maggioranza e minoranza per l’atteggiamento di assoluta noncuranza rispetto a quanto da
me denunciato. Anche in questo caso, però, solo Fiorentino si sentì in dovere di rispondere alla mie
accuse con un intervento pubblicato sullo stesso numero di Agorà.
Nell’occasione egli affermò di voler far chiarezza su una vicenda che impropriamente, teneva banco nelle
cronache locali, alimentando un’informazione volutamente distorta e lesiva della sua persona, sul piano
personale e su quello politico. Ribadì, l’assoluta infondatezza della mia tesi e mi accusò di
comportamento ideologicamente e materialmente inteso alla diffamazione e non solo, affermando che
tale condotta poteva aver concretato l’ipotesi di reato prevista dall’art. 87 del DPR 570/1960,
annunciando che si sarebbe rivolto alla Giustizia.
Finalmente, nei giorni immediatamente successivi alla mancata proclamazione di Fiorentino decisa
dall’Ufficio Centrale Elettorale, il caso ha acquistato maggiore spazio sui giornali locali, sui blog e nei
commenti pubblicati sui social. Un dibattito, tuttavia, rimasto – a mio avviso- molto povero di contenuti
e, soprattutto di tensione morale. Verificato, pertanto, che nessun componente della maggioranza
sembrava voler assumere un’iniziativa per scongiurare il rischio di un commissariamento conseguente
alla dichiarazione di nullità delle elezioni da parte del Giudice Amministrativo, ho reso pubblica una mia
proposta che sostanzialmente mirava, almeno, a conferire un’apparenza di regolarità e legittimazione
al Consiglio Comunale e alla Giunta, escludendo gli eletti nelle liste collegate a Fiorentino e facendo
dimettere gli assessori nominati, concordati o condivisi con l’ex sindaco.
La mia ipotesi è stata, però, subito “bollata” come un ultimatum alla maggioranza (sic!) e autorevoli ed
illustri rappresentanti della stessa, a fine novembre, dalle pagine di Positano News hanno affermato di
essere assolutamente tranquilli sulla validità delle elezioni, stante la natura dell’accordo siglato con
Fiorentino. “Il gruppo di Massimo Coppola ha scelto di andare legalmente da solo al ballottaggio. Per cui
se si dovesse andare al Tar, di fatto, nessun accordo è stato preso e le elezioni non possono essere
compromesse”. A tali affermazioni a fatto eco il parere “illuminante” e “autorevole” dell’avv. Paolo Pane
esponente di assoluto rilievo della maggioranza il quale ha sottolineato “la giustezza della scelta politica
operata dal gruppo, quanto mai opportuna poichè in tal modo è stato escluso il rischio di annullamento
delle elezioni”.
Di fronte a tanta profondità di pensiero e di argomentazioni pur manifestando il massimo rispetto per
una simile autorevolissima tesi, con i miei pochi amici abbiamo scelto di mantenere la nostra
modestissima opinione e ispirandoci ai principi sopra richiamati per ricostruire un corretto
svolgimento della competizione elettorale, unico mezzo per assicurare l’eguale e libera espressione del
voto, abbiamo deciso stamane di depositare il ricorso al TAR per far dichiarare la nullità delle recenti
elezioni comunali.