E’ una denuncia gravissima quella esposta pochi minuti fa da Raffaele Esposito, studente e rappresentante del Liceo Scientifico di Sorrento.

Una denuncia contro i toni ed i modi della politica di oggi. Una denuncia che deve far fermare tutti a riflettere. Non possono essere queste le istituzioni.

Crediamo sia giunto il momento di dire basta, per questo pubblichiamo integralmente la denuncia di Raffaele, sperando che quanto prima si faccia chiarezza.

“Deluso, sono molto deluso dalle istituzioni, e lo dico da giovane che si è sempre impegnato nella cittadinanza attiva e nella politica scolastica. Voglio raccontarvi cosa mi è successo stamattina, premettendo che credo sia diritto di ogni persona poter protestare o essere in disaccordo con una gestione politica.

Nei giorni scorsi c’è stata una polemica sulla chiusura delle scuole, con Sorrento che è stato l’unico comune a non aver provveduto con un’ordinanza: a scuola c’è stato il caos, e sicuramente non per colpa della preside, della dirigenza scolastica o di noi rappresentanti. Stamattina abbiamo partecipato all’orientamento universitario organizzato dallo stesso Comune e, appena il sindaco Giuseppe Cuomo è salito sul palco per portare i suoi saluti agli studenti, molti ragazzi (me compreso) abbiamo deciso di manifestare il nostro disaccordo con la gestione del rischio meteo in maniera pacifica, fischiandolo.

Il risultato? L’assessore Massimo Coppola si è avvicinato a me, e dandomi uno schiaffetto dietro la testa mi ha obbligato a uscire dalla sala dicendomi “Devi ringraziare che sono assessore, altrimenti ti avrei ucciso di mazzate qui a terra”. Tutto questo per qualche fischio e un po’ di disappunto da parte di studenti che, giustamente, nei giorni scorsi hanno subito un grave disagio per le condizioni meteo e per il mancato intervento del Comune.

Prima di tutto voglio chiedere scusa alla scuola e ai suoi dirigenti, forse con il mio comportamento ho messo in difficolta qualcuno, se ho esagerato me ne ne scuso pubblicamente. A queste persone invece, da giovane con qualche difetto caratteriale dettato dall’inesperienza, voglio dire che se questo è il loro modo di ascoltare i giovani e di confrontarsi con loro, beh io continuerò a protestare in maniera pacifica, a fischiare, a essere anche fuori dalle righe se necessario. Perchè io, alla rappresentanza quella vera, ci credo ancora”.