Ancora una volta mi ritrovo a leggere di fatti, che hanno come argomento l’omosessualità e la “maturazione” in genere.

Ancora una volta resto senza parole.

Mi riferisco, in particolare, all’articolo da voi pubblicato (leggi qui), in cui si parla addirittura di un “decalogo degli atti impuri” che verrebbe insegnato in qualche scuola.

A me sembra assurdo.

Sono dell’avviso che:

  1. a scuola gli insegnanti di religione dovrebbero limitarsi ad insegnare teologia e non ad inculcare, spesso, falsi ideali ai ragazzi;
  2. l’omosessualità non debba essere repressa, né tanto meno dagli insegnanti;
  3. la masturbazione, che è “lecita”, non possa essere argomento di “insegnamento” in alcun modo. Si è sempre fatto, sin dai tempi passati.
  4. sia sbagliato utilizzare insegnamenti “ingannevoli” con i giovani. Anche perché è evidente che si sta ottenendo l’effetto contrario. Non è il “diverso” o chi si “masturba” ad andare controcorrente, ma lo è chi insegna e lo fa con tale presunzione da far paura. Gli insegnanti pensassero a fare gli insegnanti, ma non di cose personali. Alcuni insegnanti hanno già fatto abbastanza “guai” con le loro etichette.

Giuseppe D’Aniello