Finalmente eccomi nella “postazione cuscino”:  anche questa giornata è andata.

Mi sento esausta.

In mattinata sono stata a Napoli per un lavoro. Doveva essere un servizio veloce, ma alla fine ho perso molto più tempo del previsto.

Colpa  di tutta una serie di disavventure che non vi sto a raccontare.

Avevo poi dimenticato quanto fosse stressante il tragitto in Circumvesuviana. Appena salita, le carrozze erano già piene, sono  riuscita a stento ad infilarmi in un posto dove potevo appoggiarmi.  I tizi vicino a me gesticolavano animatamente e chiacchieravano a voce alta, un fastidio continuo. A ogni fermata del treno, saliva altra gente e lo spazio diventava sempre più angusto. Per non parlare delle correnti d’aria dai finestrini aperti.

Un’odissea.

Per portarvela a breve, sono rientrata a casa in pomeriggio inoltrato, con un gran mal di testa.

Potevo andarmene già a letto, quella sì sarebbe stata un’idea felice!

E invece no.

Ho avuto la brillante trovata di rilassarmi in modo diverso. Così ho improvvisato un “pomeriggio beauty”, con tanto di maschere fai da te, creme e cremine per prendermi cura di pelle e capelli.

Saranno mesi che volevo organizzare una cosa del genere, magari con le amiche, in una Spa. Poi, come al solito, tra il dire ed il fare…

Quindi, carpe diem! Reduce da una giornata di battaglia, l’ideale sembrava  concedersi del tempo  per la  bellezza ed il benessere            

Non l’avessi mai fatto!

Ho scaricato da internet delle ricette per maschere naturali da poter preparare in casa. Intrugli di miele e yogurt per il viso, impacchi di olio, uova ed aceto per i capelli.  Ho poi finalmente aperto quella confezione di fanghi alle quattro argille, che stava prendendo polvere da un bel po’ sullo scaffale. A completare l’opera, crema all’olio di argan per tonificare le braccia.

Ho trafficato una mezz’oretta in cucina, alle prese con le maschere fai da te.

I tuorli d’uovo da spalmare sui capelli non mi entusiasmavano molto, immaginavo già la puzza. Poi ho letto di tutte le proprietà benefiche e che con due passate di shampoo si sarebbe eliminato il cattivo odore. Insomma, mi sono lasciata convincere.

Ecco, immaginatemi con il viso cosparso di un impasto appiccicoso al miele, i capelli imprigionati in una cuffietta di cellophane e gocciolanti di tuorlo, uovo ed aceto.

Ah, dimenticavo! Avevo anche spalmato i fanghi sulle cosce, per poi indossare quei ridicoli pantaloncini  in dotazione nel pacco. Insomma, un pagliaccio del circo al mio confronto sembrava una persona seria.

Tempo di posa: mezz’ora.

Accendo la musica, mi preparo una tisana e … bussano al citofono!

Chi sarà? Non aspettavo nessuno.

E a chi potevo aprire  conciata com’ero?

Seconda bussata, più forte e duratura, tanto da far sganciare la cornetta dell’apparecchio.

Si sentivano voci e suoni di fischietto dal microfono.

Ho risposto. Era un vigile.

“È sua la macchina … targata …. ?”

Ovviamente sì.

“Deve spostarla urgentemente, l’ha parcheggiata davanti a un passo carrabile!”

Mi stavo sentendo male.

Eppure ero convinta di averla messa dall’altro lato. Possibile mi sia confusa? O ci sarà  un altro passo carrabile a cui non avevo fatto caso?

Il dilemma però era come scendere in quelle condizioni!

Una sciacquata ultra rapida per corpo e viso, mentre per la testa ho infilato un cappellino sopra la cuffietta.

Ho avuto anche l’infelice idea di specchiarmi prima di scendere, giusto per ammirare la mia faccia stravolta.

Altro che relax da pomeriggio beauty!

Mi son precipitata giù, ma mi sentivo scorrere sul viso parte dell’impacco: gocce untuose di olio, pezzi di tuorlo.

Non vi dico la puzza.

Il vigile mi guardava con l’aria divertita, quasi mi rideva in faccia.

Io l’avrei fucilato, ma prima avrei fucilato me, che al citofono alla domanda sull’auto avevo risposto “Sì, è la mia”, per poi scoprire di aver fatto confusione con il nome del modello. Insomma, non era la mia di macchina ad essere in divieto!

Son tornata a casa nervosa più che mai.

C’era ancora la musica accesa. L’ho spenta. La tisana era fredda. L’ho buttata.

Giusto il tempo di farmi uno shampoo per liberarmi da quell’olezzo disgustoso ed eccomi nel mio adorato  letto, dove avrei dovuto infilarmi molto prima.

Senza questo puzzo di uova marcia però.

Povero il mio cuscino!

Maelka