Con gli amici del gruppo Covid Map sono stato tre mesi a leggere e studiare numeri e tracciamenti, ma anche a fare statistiche e previsioni. Poi a maggio è ufficialmente finito tutto.

Di quel lavoro l’Unità di Meta, coordinata dall’architetto Diego Savarese e dal Consigliere comunale Corrado Soldatini ne ha fatto un documento rapporto. Un rapporto che è rimasto quasi secretato. Ignorato da tutti, persino dalla stampa. Quasi secretato fino a quando lo stesso Consigliere Soldatini non ha deciso di rispolverarlo.

A rileggerlo si capisce il perché ora siamo arrivati a questo punto. Lo si scriveva già a maggio.

Non è questo, però, ciò di cui voglio parlarvi stasera. Non di errori, colpe e responsabilità. Non è il momento. Verrà quel momento, ma certo non è ora.

Vedete quel lavoro, seppure sottobanco, abbiamo in parte provato a continuare a farlo. Non si è perso tutto. Anche questo però conta poco e nemmeno di questo voglio parlarvi.

Quello che voglio dirvi credo vi sorprenderà, se non altro perché sono io a dirvelo. 

Il Talebano.

Il terrorista.

Lo dico però con cognizione di causa. Assumendomi cioè la responsabilità di ciò che affermo. Sebbene ci sia in giro tanta preoccupazione e tanta sfiducia – da parte anche di chi meno te lo aspetti – la situazione in Penisola sorrentina è ampiamente controllabile.

Avete capito bene.

Ce la possiamo fare, serve solo uno sforzo e forse qualche bagno di umiltà.

La strada non è impossibile, esiste ed è percorribile. 

Agendo su alcun direttive ben precise: tamponi, ricoveri (per sintomatici ed asintomatici) e tracciamento, nel giro di poco tempo possiamo trasformare la Penisola in “zona verde”, altro che “zona rossa” contestualmente si può già iniziare a dare qualche risposta in campo economico.

Su questi punti ci siamo anche confrontati con chi può e deve agire e con molti di loro ci siamo trovati d’accordo.

Torno a dirvi ce la possiamo fare, credetemi.

Johnny Pollio