Stranamente oggi sono in anticipo.

Sarà  la voglia di concludere quanto prima questa performance, l’ennesima avventura in cui mi ritrovo coinvolta, senza sapere né come, né quando.

Ebbene sì, tra poco meno di un’ora, sfilerò in passerella.

Ecco come non farsi mancare nulla nella vita.

Non pensate, però, a un evento di alta moda con tanto di stilisti rinomati, non esageriamo.

Bisogna semplicemente promuovere la boutique di un’amica e quindi sfoggiare i migliori abiti ed accessori della sua collezione.

Quando mi è stata proposta la cosa, mi è quasi venuto da ridere.

Io sfilare?

Non mi ci vedo proprio. Infatti ho provato in tutti i modi a rifiutare, ho anche specificato che sono un disastro nel portamento, ma Tiziana,  la proprietaria del negozio, è stata irremovibile. Me lo ha chiesto come favore personale e mi è sembrato brutto dir di no.

Così eccomi qua, in un locale sul lungomare di Napoli,  ovviamente all’aperto e con tanto di giornata ventosa.

Sono venuta in auto con un’amica, Sara, un’altra  modella arruolata, titubante come me. E′ grazie a lei se adesso siamo qui con largo anticipo, ha insistito a partire prima, temeva di trovare traffico nel tragitto Sorrento-Napoli.

Sfileremo in cinque e per ognuna di noi sono previsti tre cambi.

Do un’occhiata a quello che dovrò indossare e per fortuna sono abiti che incontrano il mio gusto. Ho però qualche dubbio per i tacchi vertiginosi, visto che bisognerà sfilare su un tappeto srotolato sulla pavimentazione a pavè.

Mi sa ne vedremo delle belle…

In pochi minuti lo spiazzale si riempie e terminano i posti a sedere. Ci sono il sindaco, un paio di assessori e diversi giornalisti della stampa locale.

Non mi aspettavo tutta questa gente, comincio a pentirmi di essere qui.

Ma ormai è fatta … ecco Tiziana, è con le altre tre “modelle”, tre belloccie stangone, che secondo me sono professioniste del settore. Insomma, io e Sara vorremmo scomparire.

Ah, perché sono venuta?

Troppo tardi per ripensarci. Il Dj fa partire la musica, il presentatore intrattiene il pubblico e noi di corsa ad indossare il primo cambio.

Sarò la quarta, quindi ho tempo di capire da che lato va infilata questa strana gonna nera, lunga da una parte e corta da un’altra. Praticamente mi ritrovo con le gambe scoperte quasi per intero… brrr, che freddo!

“Dai, tocca a te, presto!”

Già? Giusto il tempo di allacciare il sandalo e mi ritrovo sul red carpet.

Com’è che camminano le modelle? Boh! Le vedo sempre con le espressioni serie, manco avessero passato un guaio.

A me, invece, vien da sorridere. Solo l’idea di essermi ritrovata a sfilare, mi diverte.

Primo giro andato.

“Veloci con i cambi, su!”

Tiziana è davvero agitata, vuole che  vada tutto bene.

Che ansia!

Dov’è il mio secondo cambio?

Ah, ecco qui: un abito nero, lungo e un po’ “fru-fru”, a effetto svolazzante.

Ai piedi,  décolleté rosse, con tacchi alti.

Le indosso.

Il numero è giusto, lo avevo specificato nella scheda delle misure, ma se cammino, la scarpa sinistra sfugge dal tallone.

Maledette décolleté, sempre la stessa storia!

Che faccio adesso? Tra pavé e scarpa sfuggente, la vedo dura.

Inserisco un fazzolettino ripiegato nella parte a contatto con il tallone e che Dio me la mandi buona.

Eh, mi sa chiedo troppo dalla vita.

Sono a pochi metri dalla chiusura e … oh no!  La scarpa se ne è andata!

Faccio qualche passo per inerzia con il piede sinistro nudo, quindi torno indietro, m’invento una piroetta e Cenerentola riprende la sua scarpina.

Sempre con il sorriso stampato sul volto.

Perché io sono la prima a ridere delle mie disavventure.

Guardo Tiziana con la coda dell’occhio, sta ridendo anche lei … meno male!

Ridono ed applaudono tutti: ho conquistato il pubblico con la mia autoironia!

Mi viene in mente un episodio simile, di un bel po’ di anni fa, al mio primo mak-p,  quando frequentavo il primo anno delle scuole superiori.

Non indossavo décolleté con super tacchi, ma delle semplici ballerine (vi risparmio ulteriori dettagli sull’orripilante vestiario della mia adolescenza).

Neanche il tempo di entrare in pista e una delle due ballerine … se ne andò.

Panico.

Non la trovavo, c’era una tal confusione di ragazzini che ballando la spingevano da una parte all’altra ed io mi son ritrovata a saltellare alla ricerca della scarpina perduta, a ritmo di dance.

Imbarazzata era dir poco. Sarei sprofondata per la vergogna.

Adesso? Ci rido su.

Eh già,  col passare degli anni, sono riuscita ad acquistare sicurezza e disinvoltura.

Non è stato facile, ma  l’ho preteso da me stessa, per affrontare le situazioni più disparate a testa alta e con allegria.

Ed è un atteggiamento, questo, da prendere in considerazione, perché aiuta a vivere con più leggerezza, con quella giusta dose del saper sdrammatizzare, che non fa mai male.

Intanto sono alle prese con il terzo cambio.

Stavolta mi tocca un bel Borsalino color panna con fascetta di pelle nera.

Bene, dopo la precedente uscita ingloriosa, meglio camuffare il volto sotto le larghe falde del cappello, no?

Maelka