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Non si possono iniziare a leggere quelle 13 pagine, quelle pagine che parlano del Comitato d’affari, se prima non si fa un piccolo passo indietro. Se prima non ci si addentra in ciò che è già stato.

Non si dà uno sguardo, cioè, alle oltre 800 pagine della prima informativa inviata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

800 pagine che dicono poco o nulla della Penisola, ma – come abbiamo detto – dicono e soprattutto parlano del cosiddetto affare Cirio.

L’origine di tutto.

L’ex stabilimento industriale Cirio era stato rilevato all’inizio degli anni 2000 da una società, la POLGRE Europa 2000 srl. Una società in cui figuravano sia Adolfo Greco che Tobia Polese. Quest’ultimo (meglio noto come Don Antonio – Il Boss delle Cerimonie, titolare del Grande Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate) è poi deceduto nel 2016. Inoltre, come riportato sempre nell’informativa, in detta società risulterebbe – come una sorta di socio occulto – anche Savatore D’Oriano, ritenuto finanziatore di Sabato Polese, un altro dei soci formali.

Bisogna arrivare a pagina 11 della prima informativa per poter trovare il primo riferimento all’affare Cirio. E’ lì che gli inquirenti – nel soffermarsi sulla candidatura alla carica di Consigliere comunale della Città delle Terme di Luigi Greco (figlio di Adolfo) nella lista che sosteneva l’attuale parlamentare di Forza Italia Antonio Pentangelo – così scrivono…

Quest’ultimo (Pentangelo ndr), come le indagini dimostreranno, difatti, avrebbe poi assunto un ruolo strategico fondamentale nello scacchiere di GRECO Adolfo per la realizzazione dei suoi intenti criminosi riguardo alle vicende concernenti la riqualificazione dell’area ex industriale Cirio ed alle vicende legate all’Area Sviluppo Industriale di Castellammare di Stabia. PENTANGELO Antonio costituiva, infatti, l’anello di congiunzione tra l’imprenditore indagato e il Deputato della Repubblica CESARO Luigi, detto “Giggino a’ purpetta”. Il CESARO, da Presidente della Provincia di Napoli, assunto il seggio di Parlamentare, avrebbe poi nominato con proprio decreto, il suo “delfino” stabiese, alla poltrona di facente funzioni di Presidente della Provincia, carica che lo stesso avrebbe poi ricoperto fino all’avvicendamento della neonata realtà Città Metropolitana di Napoli. Tale nomina sarebbe poi stata utilizzata proprio dal GRECO relativamente alla vicenda “Cirio”.

Dopo poche pagine si aggiunge un ulteriore tassello che riguarda un altro imprenditore, molto noto in Penisola, ed anche altri personaggi…

Da una conversazione telefonica tra GRECO Adolfo e il costruttore PASSARELLI Giuseppe, con il quale il GRECO aveva stipulato un contratto di permuta per la riqualificazione dell’area ex industriale della CIRIO, trapelava l’interesse di “terzi” a detti lavori ed il coinvolgimento nell’affare CIRIO di personaggi direttamente riconducibili ad un consesso delinquenziale operante nel comprensorio stabiese, il clan D’Alessandro.
Le attività degli inquirenti si dirigevano quindi anche verso tale nuovo filone investigativo.

Questo il quadro di fondo.

Per arrivare invece alla prima intercettazione riguardante la Cirio, è necessario ancora scorrere qualche pagina del lavoro svolto dalla Questura di Napoli. La data è quella del 5 dicembre del 2013. Siamo negli uffici della CIL srl in uso ad Adolfo Greco.

Greco ha convocato presso di sé Michele Carolei (arrestato come lo stesso Greco nell’ambito dell’operazione Olimpo), fratello di Paolo a sua volta esponente apicale del clan D’Alessandro ed attualmente detenuto. Si discute circa una richiesta estorsiva ricevuta pochi giorni prima da un autista della CIL.

Dopo aver parlato a lungo dell’accaduto, ad un certo punto Greco sbotta:

Io mi augurerei che noi dentro la Cirio non facessimo niente.

Poi, sempre più infastidito, aggiunge…

No, statemi a sentire,…che io, non lo facciamo solo per fare … (incomprensibile)……ma, ve lo giuro sulla cosa che tengo più cara, pur di niente, io tengo, …io quante volte penso, ma non solo, …dico se per caso si matura, perché quello si maturerà a livello Regionale si maturerà…

Carolei prova a rasserenarlo dicendo che è un problema che non va creato, ma Greco aggiunge…

dico, …dico che non ci sta “Paoluccio” no, (si riferisce, verosimilmente, a CAROLEI Paolo, fratello di Michele) che il quale si gestiva lui, anche per le persone che lo faranno, parlava con quello che lo deve fare, perché non siamo noi sicuramente perché noi nel modo più assoluto, noi prendiamo quello che ci spetta ed è finita, poi uno deve fare anche lui un regalo e lo fa, però se lo deve piangere il costruttore quello che è, ma già pure con il costruttore che la presenza di Paoluccio era… (si sovrappongono le voci).

In questo passaggio, pur se non in maniera esplicita, Greco allude chiaramente alla permuta fatta con l’imprenditore Passarelli. A quel punto Carolei coglie la palla al balzo e suggerisce:

…don Adolfo io volevo dire un’altra cosa, …voi mi fa piacere che… (incomprensibile)…io, …se a voi vi fa solo piacere di una semplice cosa diciamo, pure senza offesa, pure quelli la della Sonrisa (Hotel la Sonrisa della famiglia POLESE Tobia) a Gennaro (?) lo vogliono bene tutti quanti…se voi vedete le cose vostre e vi fa piacere con la massima (incomprensibile) che se il piacere che sta lui per di mezzo, poi per il resto non ve lo create il problema…

Gli stessi inquirenti poi precisano che per Gennaro deve intendersi l’imprenditore Gennaro Solimene, peraltro cugino dei Carolei.

Greco però subito ribatte:

…ma noi, …noi, noi, …là e una cosa troppo, troppo grossa e ci vogliono gente che ha grande… Poi dopo all’interno di queste, …cioè Gennaro si deve mettere in contatto con chi deve fare, perché chi deve fare deve avere, ripeto, …un lavoro di una grande importanza…

Carolei chiede chi c’è dietro Passarelli e Greco tergiversa un po’ e sposta il tiro. Prova a spiegare le ragioni della scelta

…eh ma quello, …e allora poi il contatto Gennaro con Passarelli, quindi da noi Michele, …Gennaro che cosa deve fare e lo fa! Questo. Però il capostipite della cosa, chi ha possibilità economica, si ma anche Gennaro, perché oggi il problema è che le banche non danno mutuo, non lo danno a nessuno, anche Passarelli è venuto l ‘altro giorno qua…

Nel discorso interviene anche il figlio di Adolfo Greco, Luigi, e il discorso passa sulla crisi del mercato immobiliare. Dopo un po’, però, Adolfo Greco in maniera che appare definitiva chiarisce:

…è una bella cosa, quello lo hanno fatto loro, vedi che cosa hanno fatto. Loro da anni, …perciò Gennaro tiene…. Loro hanno investito, loro hanno fatto il progetto, hanno messo tutto, se va in …al termine, …se va in porto noi facciamo, se no noi non spendiamo nemmeno un lira perché solo per fare un progetto di questo ci vogliono un cofano di migliaia e migliaia di euro che Paoluccio (incomprensibile) …noi non abbiamo fatto nulla, ma con Paoluccio sempre abbiamo detto che il riferimento era lui da qua e da la…

Insomma, come scrivono gli stessi inquirenti, dalla discussione emerge che sarà in ogni caso Paolo Carolei, a rappresentare, in ordine alla realizzazione dei lavori di riqualificazione della Cirio, il riferimento “camorristico” sia per la proprietà che per il costruttore.

 

Bisogna scorrere diverse decine di pagine ed arrivare al maggio del 2014, per imbattersi nuovamente nella vicenda Cirio. In quel periodo, dopo la diffida al Comune di Castellammare di Stabia la POLGRE 2000 era praticamente in attesa della nomina del Commissario ad acta da parte del Presidente della Provincia facente funzione, vale a dire Antonio Pentangelo. Quel Commissario ad acta che si sarebbe dovuto sostituire all’inadempiente Comune nel rilascio del permesso a costruire.

Insomma i frutti stavano maturando.

La conversazione intercettata avviene sempre negli uffici della CIL. A discutere sono ancora Adolfo Greco e Michele Carolei.

I due parlano di Giovanni De Angelis, Magistrato in servizio presso il Tribunale di Torre Annunziata. Ad un tratto Carolei chiama di nuovo in causa i Passarelli. Greco smorza ancora ed introduce un altro nome noto in Penisola…

Quelli sono amici miei, quelli sono, quelli hanno fatto ..con l ‘ingegnere Elefante, …inc…ingegnere Elefante hanno fatto tutto..il progetto senza che noi spendessimo una lira.

Carolei però insiste e si lamenta del fatto che Passarelli, sta dando il lavoro a tale Cocò (che dalle conversazioni successive si scopre essere l’imprenditore edile di Gragnano Liberato Paturzo, anche lui arrestato nell’ambito dell’operazione Olimpo).

Adolfo Greco però ribadisce un concetto già più volte espresso:

quando all’epoca fu fatto…inc…questo lavoro qua, però, si debbono mettere a disposizione con tutti ..noi decideremo chi dare…

Carolei continua a mostrarsi preoccupato e ripropone il nome di Gennaro Solimene, ritenuta persona di maggiore garanzia per tutti.

Greco continua a gettare acqua sul fuoco e ribadisce:

e va bene ma è naturale, ora vuoi vedere che il capitano dei Carabinieri …un giudice che prima stava a Castellammare, disse signor Greco …inc…voi quando farete il fatto della “CIRIO” voi dovete scrivere tutto, …inc… perchè voi altrimenti passate i guai…il Maggiore dei Carabinieri e io lo farò…Michele io non esiste proprio, noi trasferiamo…inc…quando…inc… noi trasferiamo però ragazzo vedi invece bravo. Però noi… una volta che abbiamo
trasferito,… nel modo più assoluto…dico hai capito?… capito? Per fare una cosa del  genere, ci vuole una forza, ci vogliono le forze, ci vuole gente che ha come avere i soldi dalla banche, se no…già ora…non fai niente,… perché, non si vende, perché se va il singolo per avere il mutuo non lo da.

FINE PRIMA PUNTATA – CONTINUA

Clan di Bertoldo