Ieri pomeriggio avevo da poco finito di pranzare e mi accingevo ad affrontare quello che chiamo “riposino giapponese” (in pratica una pennichella con dizione esotica), quando il mio telefonino ha iniziato a balbettare quell’odioso piripì che ti annuncia che qualcuno ti ha messaggiato.

L’ho guardato quasi schifato. Quando il rito del Sol Levante chiama, niente e nessuno può fermarmi. Ho rinviato tutto al rientro sulla terra. In realtà, non essendo notoriamente amante dei social, quel messaggino pomeridiano lo sono riuscito a leggere solo in serata. 

Si trattava di due immagini che ritraevano una scheda ed un documento. Il tutto è accompagnato da una frase quasi telegrafica: 

Leggi bene all’ultimo.

Ho aperto il documento ed ho raccolto l’invito di leggere in calce. C’era scritto…

Il documento portava in intestazione un nome, quello dell’agronomo Tullio Esposito.

Ho messo da parte il messaggio e mi sono lanciato nella consueta attività voyeuristica social serale. E’ stato proprio mentre peregrinavo nel caotico mare della rete che ho scoperto che quei due fogli scansionati non erano stati inviato solo a me, ma stavano gironzolando anche sui social. Sembrava essere la parola fine sulla vicenda dell’albero tagliato a Piazza Scarpati.

Aveva ragione Tito, sempre le solite polemiche.

Questo il sunto dei tanti commentatori. A momenti me ne convincevo anche io. Poi però è scattata la molla. Non poteva essere diversamente. Quando non sei un likeapprescindere ed a quell’unico neurone che ti è rimasto in attività gli fai ballare la tarantella h24 tutto cambia.

Ho ripreso il telefonino, sono tornato al messaggio ed ho ascoltato le istruzioni dell’agronomo Tullio Esposito. Ho dato uno sguardo alla scheda VTA allegata.

E’ questa:

L’agronomo nella scheda, ci fa sapere che…

…la pianta si presenta sofferente con una vistosa cavità che dall’attaccatura delle branche si estende verso il basso sino al colletto.

Nel giudizio conclusivo, che poi è quello che conta, Esposito la classifica come C/D nella propensione al cedimento. Stranamente non suggerisce né interventi manutentivi, né ricontrolli.

Cosa significa però C/D?

Significa questo:

Rischio elevato per cui il tecnico incaricato…

…deve assolutamente indicare dettagliatamente un insieme di interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali.

All’esito di quegli interventi si procederà ad una nuova valutazione. Inoltre, solo nell’impossibilità di effettuare i suddetti interventi, l’albero…

…è da collocare tra i soggetti D, cosa che invece non è stata fatta.

Chi sono infatti i soggetti D?

Sono questi:

Sono le uniche essenze che devono essere abbattute! Però non è andata così, non è andata così perché l’agronomo nella relazione ha scritto diversamente. Cioè la relazione dice una cosa e la scheda un’altra.

La vicenda stava diventando intrigante, allora ecco che il neurone ha pensato bene di abbandonare la tarantella e si è lanciato nel Ballo di San Vito.

Ho riletto la relazione e sono stato colpito da due piccoli ed apparentemente insignificanti dettagli.

Il primo è questo:

L’agronomo cita un intervento programmato dal Comune. Un intervento che prevede ripiantumazioni e incrementi del verde. Insomma è stato il Comune a dire ad Esposito su quali piante andare a relazionare. 

Il secondo dettaglio è questo:

La data in alto.

Quella sottolineata in rosso, infatti, è la data di acquisizione a protocollo.

5 giugno 2019.

Praticamente all’indomani dell’elezione bulgaro che ha confermato Giuseppe Tito Sindaco di Meta. 

Si tratta di circa otto mesi fa.

Se quello che c’è scritto nella relazione, vale a dire che quell’albero costituiva un pericolo per la pubblica incolumità, allora significa che Tito, l’Imperatore Tito è stato un incosciente a non emettere un’ordinanza ad horas all’indomani del deposito della relazione di Esposito. Altro che prima la sicurezza, come aveva annunciato sul suo profilo facebook per smorzare le prime polemiche…

Ha lasciato il suo popolo per otto lunghi mesi nel rischio più totale. Basti pensare che in quegli otto mesi è accaduto di tutto. Ad esempio, solo poche settimane fa, si è abbattuta sulla Penisola un “venticatorio” così forte da provocare una mareggiata che ha sfondato il molo di sopraflutto e fatto tutte “chiancarelle” di uno stabilimento balneare lasciato lì anche in inverno.

Eppure Tito non ha eseguito la sentenza di condanna a morte dell’albero di Piazza Scarpati. Ha incredibilmente aspettato.

Incosciente, incosciente, incosciente.

Oppure no?

Per rispondere a quest’ultimo quesito, però, non bastava più neppure il Ballo di San Vito, serviva chiamare a raccolta l’intero Clan di Bertoldo. Anche se si era fatta notte. Bisognava farlo ed anche subito.

Infatti è stato fatto.

Una curiosità: sapete chi era il mittente di quel messaggio?

Il Sindaco Giuseppe Tito.

(FINE PRIMA PUNTATA)

Johnny Pollio