Ammetto che da un po’ che seguo sempre meno il mondo dei social, lo trovo sempre più noioso ed a tratti persino stucchevole. Ieri sera, però, mi è capitato di imbattermi in un post dell’amica Laura Cuomo che ha sollecitato la mia curiosità.

Un post lungo ed articolato in cui Laura ci ha raccontato della telefonata intercorsa tra lei ed il Sindaco di Meta Giuseppe Tito. Una telefonata in cui Tito

…Non è il sindaco di Meta che mi chiama a telefono stasera, ma è un genitore. La sua voce non è quella baldanzosa di sempre, stavolta è preoccupato, amareggiato… si sente.
Nella chiacchierata tra i due si parla della cosiddetta ordinanza anti-movida (che nulla ha a che fare con il COVID tanto per esser chiari) adottata da Tito qualche giorno fa.
 
Tito spiega a Laura le sue motivazioni, motivazioni che la stessa Laura fa proprie e ne diventa persino portavoce.
 
Laura ci fa sapere che…
…È “dal liberi tutti” che a Meta di notte le cose sono cambiate, mi dice. Ragazzi, giovani, giovanissimi… hanno l’età dei nostri figli. Arrivano in spiaggia già sballati, con le birre, con gli alcolici appresso e qui continuano a bere. Alcuni si sentono male e finiscono stesi per terra, altri si buttano a mare… ubriachi. Alle 4 del mattino molti sono ancora là, è uno spettacolo impietoso.
È una responsabilità troppo grande, me ne sono assunte tante in questi anni. Ma questa no, va troppo al di là di me.
Allo sfogo di Peppe Tito Papà, Laura aggiunge le sue considerazioni da Mamma…
Io lo ascolto con un dolore dentro, pensando a come erano le mie notti a mare, da ragazza… la pizza nel cartone, la cocacola, qualcuno con una chitarra, si cantava… poi l’emozione del bagno nel mare nero, tiepido, accogliente. Chi aveva un amore si baciava sotto la luna, era bellissimo. Poi via, tutti a casa. Salati e felici. Ma soprattutto vivi, vivi dentro. Mi sento male a fare il confronto, che cosa è successo in un pugno di anni? Perché hanno il male di vivere questi figli? Da genitore capisco il senso della delle parole di questo genitore-primo cittadino. Anche perché la voce è arrivata pure me… “che tien ‘a guarda’?” … è un attimo e il più debole se li ritrova addosso, in branco, resi violenti dall’alcol e dal resto che gira… è un attimo, i caschi che diventano armi… è un attimo.
Poi Laura riprende il racconto della telefonata che continua a mixarsi con le sensazioni che prova…
Meta non può essere questo, mi ripete… mi sono ucciso per un paese pulito, ordinato, sicuro… Da madre capisco, penso ai miei figli che potrebbero trovarsi a dover affrontare una assurdità così grande… Ma… io non sono solo la mamma, c’è l’altra me, quella delle battaglie contro i cancelli, contro i muri, contro le chiusure, contro la negazione del bene comune, per colpa degli altri.
Io sono colei che pensa che va respinta – con tutte le forze possibili – la parte malsana della società, a favore di chi vuole godere, con rispetto e cura, di ogni angolo del proprio paese. Anche di notte, perchè no. Provo a dirglielo, ma il suo disagio adesso è troppo grande.  E intanto penso che la cosa che apprezzo da sempre in quest’uomo, è la ricerca del confronto. “Altrove”, in casi analoghi, non ho trovato risposte neppure alle PEC firmate e controfirmate… Tu saprai trovare le parole, mi ripete.
E le parole Laura le trova prendendo in prestito una delle più belle poesie musicali di John Lennon
…Imagine all the people
Living life in peace…
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one.
Ragazzi, tornate a fare i ragazzi.
E soprattutto genitori, recuperate il ruolo genitoriale.
Io odio i muri che limitano la libertà.
Ho fatto mio l’invito di Laura. Ho galleggiato un altro po’ in rete e poi sono andato a nanna. Prima di prender sonno, però, ho riflettuto a lungo su quel post ed ho concluso che…
…non sono d’accordo.
E lo dico non per partito preso (anche se in molti penseranno così), ma per offrire un sereno contro-spunto di riflessione, uno contro-spunto che ora voglio condividere con voi. Per voi, ovviamente, intendo solo i lettori illuminati e liberi. Gli altri – i likeapprescindere, i lecchini e i servi sciocchi – è meglio che si fermino qui, che non vadono oltre nella loro lettura.
Si intossicherebbero solo.
 
Provate un po’ a riavvolgere la pellicola dei ricordi e proiettate la mente al febbraio del 2019. Poco più di due anni fa. Si era praticamente alla vigilia delle elezioni plebiscito che confermarono Giuseppe Tito alla guida di Meta. In quei giorni il quotidiano on line Positanonews pubblicò una dichiarazione di uno dei principali supporters di Tito, l’attuale assessore allo sport e spettacolo Roberto Porzio.
 
Porzio così tuonava:
Credo di aver fatto il bene di Meta, soprattutto nel mio settore, quello degli eventi. Un prossimo obiettivo, che dovrebbe essere fissato come obiettivo fondamentale in generale, è quello di rivalorizzare la spiaggia: sarebbe necessario un grosso lavoro per fare in modo che la gente venga attirata dalla spiaggia al centro del paese. Tutti i nostri punti forti, spiagge, grotte, devono essere valorizzati: ci deve essere vita, attività.
Per poi concludere dicendo che Meta sarebbe dovuta diventare ancora più attrattiva…
Come Ibiza.
Qualcuno ci rise su per quella dichiarazione, sembrò una esagerazione.
 
Per far capire che tanto esagerazione non era e che effettivamente Ibiza sarebbe potuto diventare un modello a cui ispirarsi, uno dei primi atti del Tito bis fu un’ordinanza che consentiva ai locali sul territorio di suonare e fare baldoria anche dopo la mezzanotte. Questo provvedimento faceva il paio con la contestuale apertura di diversi locali della cosiddetta Movida.
 
Insomma è cominciata a circolare tra i giovani ed i giovanissimi l’idea che…
…a Meta ci si diverte che Meta diventerà come Ibiza. Lo dice pure Roberto Porzio che mo’ sta ‘ncoppa ‘o Cumune e fa l’assessore.
Ora, come mestamente ci ricorda Laura, siccome nelle nuove generazioni la linea di confine tra divertimento e sballo no limits è davvero sottile,  l’evocare luoghi trasgressivi come Ibiza non fa altro che cancellarla del tutto quella sottile linea. Perché sia chiaro, e ci auguriamo che l’assessore Porzio questa cosa la sappia, i ragazzi non vanno mica a Ibiza a visitare  il Museo de Puig des Molins o l’Esglesìa de Santa Agnès. I giovani vanno a Ibiza perché Ibiza è il sinonimo di sballo no limits. Il famoso Sex & drugs & rock & roll, che Ian Dury pontificava a metà degli anni ’70, riveduto e corretto.
 

Vale a dire tutto ciò di cui oggi il Peppe Tito papà ha paura e che cerca di arginare con l’ultima ordinanza emessa.

Ecco perché non sono d’accordo con Laura Cuomo.

Ecco perché sono anni che dico che la politica non può diventare una pazziella; che quando si fanno delle scelte per la propria comunità, bisogna prima fermarsi a ponderare le eventuali controindicazioni. Perché altrimenti poi accade questo, che diventa difficile, se non impossibile tornare indietro.

Allora Laura Cuomo ed il Peppe Tito papà forse farebbero bene ad indirizzare il proprio legittimo sfogo, prima al Peppe Tito Sindaco ed ai suoi fedelissimi e poi ai genitori.

Johnny Pollio