Sembra quasi attendere la nostra telefonata, Giuseppe Tito il Sindaco di Meta rinviato a giudizio poche ore fa dal Tribunale di Torre Annunziata.

Sicuramente sono un po’ amareggiato, ma forse è meglio così. Avrò finalmente la possibilità in un processo di fare emergere la verità. Una cosa è certa. Voglio l’assoluzione, sull’infamante accusa di corruzione non accetterò la prescrizione. Voglio dimostrare la mia innocenza.

Così esordisce Tito che forse si aspettava che almeno alcuni reati sarebbero stati “stoppati” dal Giudice dell’Udienza Preliminare. Invece non è andata così. Il primo febbraio prossimo inizierà il processo. Un processo che si prevede lungo, se non addirittura lunghissimo.

Certo verranno ascoltati un bel po’ di testimoni. Dipendenti, ex amministratori. Dovrà emergere la verità.

La ricerca della verità viene ripetuta quasi come un mantra.

Spostiamo il tiro sul lato politico. Chiedendogli cosa accadrà in primavera quando ci saranno le elezioni.

Tito risponde secco:

Per quanto mi riguarda non cambia niente. Vado avanti, com’è giusto che sia. A giudicare dalla vicinanza dimostrata dal resto della mia squadra non credo cambi niente per nessuno. Dobbiamo terminare il mandato e continuare il nostro lavoro.

Ogni tanto dalle sue parole trapela un po’ di emozione, ma anche tanta voglia di riaccendere subito il motore.

La sorpresa ce la riserva nel finale:

Grazie per la telefonata.

Restiamo spiazzati e rispondiamo:

Grazie a te per la disponibilità.