Erano gli anni ’70 che il compianto Domenico Modugno cantava il suo “Vecchietto dove lo metto”. Probabilmente mai e poi mai avrebbe immaginato che un giorno il dilemma si sarebbe spostato dal vecchietto al defunto.

Eppure è ciò che è accaduto pochi giorni fa al cimitero di Meta.

Una storia che ha davvero del surreale. Protagonista una famiglia metese che, dopo il rito funebre, si è vista negare la tumulazione del caro estinto. Dire che i figli del defunto erano stati previdenti. Avevano provveduto ad acquistare un loculo nuovo di zecca, quelli che fanno parte del nuovo nicchiario. Lì sarebbe dovuto andare il papà per godere del riposo eterno.

Invece?

Invece è successo che quel posto gli è stato negato.

Il loculo c’è, ma non può essere utilizzato.

Motivo?

Banale, quanto irritante: manca il collaudo.

Allora che si fa?

Servono altre soluzioni, soluzioni che però confliggono con le ultime volontà del defunto. Il surreale diventa paradossale.

Però c’è poco da fare: senza collaudo quella nicchia non si può utilizzare. Meglio ancora non la si può utilizzare ufficialmente, però…

Però se la si utilizzasse e non si sapesse niente?

Già potrebbe essere questa la soluzione, ma come si fa?

Si fa come si è fatto.

Il defunto è stato tumulato, ma ufficialmente non è stato tumulato. E’ lì ma non si vede. Nessuna iscrizione, nessuna foto, niente fiori, niente lumini. Solo un numero.

Per il momento è lì che si prega. Davanti ad un numero, in attesa del collaudo con tanto di spoglie del defunto dentro.

Surreale, paradossale, irritante.

Li abbiamo utilizzati tutti quelli che ci venivano in mente, ai lettori la facoltà di aggiungere gli altri.