“CIAO “NONNO”… 
OGGI PIANGIAMO UN PEZZO DELLA NOSTRA STORIA 🔴🙏
Era nato “nonno”. Due passioni hanno caratterizzato il suo itinerario di vita, fors’anche prima della Famiglia: il calcio e il mare. Una vita laboriosa, intensa. L’infanzia sulla sabbia di Marina di Cassano, l’adolescenza tra il campo Italia e l’istituto nautico Bixio. Una sequenza di pane e pallone. Un personaggio unico e irripetibile, ci ha lasciati sgomenti. Addio a Franco Maresca‘o nonno“.

Calciatore di un Sorrento romantico animato dall’ingegnere Antonino Cesaro e i fratelli Maresca con il mitico Granbar, direttore di macchina a bordo dell’Angelina Lauro e dell’ Achille Lauro, allenatore della scuola calcio e delle giovanili del Sorrento. Una sequenza di ricordi, storie e storielle di fantacalcio sorrentino. Ne racconto una… Ad un suo allievo poco motivato disse… “non di fioretto, ma di sciabola…”!
Si, così è stato Franco Maresca. Un maestro di calcio, un maestro di vita. Ciao, “Nonno”


 Tutte le squadre rossonere impegnate nel prossimo weekend scenderanno in campo con il lutto al braccio. Prima del calcio d’inizio di Sorrento-Picerno sarà osservato un minuto di raccoglimento”.

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E’ il testo del comunicato diramato dal Sorrento Calcio dopo aver appreso della morte di Franco Maresca, da tutti conosciuto come ‘o Nonno.

Di lui ho pochi ricordi, in prevalenza di quando ero bambino. Di quando mia mamma ci portava a casa delle sue zie in via dell’Accademia a Sorrento. ‘O Nonno aveva sposato una cugina di mia madre Teresa e avevano tre figli Rosalba, Fernanda e Pippo. Non si “toglievano” troppi anni da me e da mia sorella Patrizia. Per cui spesso eravamo compagni di gioco.

Ricordo che l’idea del papà di quelli che definivo miei cugini si chiamasse ‘o Nonno mi incuriosiva e mi faceva ridere. Poi un giorni mia mamma mi spiegò le ragioni di quel soprannome.

Crescendo io e quelli che ho sempre considerato cugini ci siamo un po’ persi di vista. Quando ci incontriamo, però, ci salutiamo sempre con affetto. Come se fossimo cugini-cugini, rispettando le usanze di quelle famiglie di un tempo molto più simili a vecchie tribù.

Perciò io e gli amici del Clan abbracciamo calorosamente Rosalba, Fernanda, Pippo e zia Teresa e salutiamo ‘o Nonno.

Johnny Pollio