Non scriverò nulla sulla questione Aquarius, ci stanno pensando già decine e decine di miei amici e conoscenti. Praticamente un post, un commento, un articolo, un’immagine pubblicata ogni pochi minuti. Un trionfo di altruismo…alleluia!

Mi dovrei sentire un po’ in colpa, però, nel non partecipare al “sostegno” (virtuale) agli ultimi.

E invece no!

Non mi sento in colpa perché di tutti questi altruisti, ne ho visti ben pochi spendere un commento in soccorso degli ULTIMI del nostro Centro di igiene mentale, quelli che si apprestano ad essere trasferiti altrove, perché qui non in penisola non possono più stare. Ne ho visti ben pochi indirizzare un post critico ad uno dei nostri Sindaci peninsulari, alla Dirigenza Asl o al Presidente De Luca, affinché si ravvedano e non privino queste persone del loro piccolo, ma prezioso microcosmo. Ne ho visti, addirittura, ancor meno scendere in piazza, alla fiaccolata in loro aiuto!

Un esempio sicuramente non basta, ma dà il senso della misura: è più facile essere altruisti sulle cose che non ci tangono che su quelle che, in un modo o nell’altro (anche solo per “sconvenienza” politica) ci riguardano da vicino!

Vorrei vedere allora se la nostra Penisola diventasse un delle sedi logistiche per lo smistamento immigrati, con un bel centro di accoglienza in prossimità di Piazza Lauro o di Piazza Cota o di Piazza Matteotti, o ancora di fronte alla Basilica di Meta. Vorrei vedere se in una delle nostre zone collinari sorgesse una baraccopoli, una serie di “casette” di fortuna create dagli ultimi recuperando lamiere e altri materiali in giardini e nei valloni.

Vorrei vedere i tanti che si lagnano, minacciando di chiamare l’asl, anche solo se il vicino di casa, per pochi minuti, poggia sul pianerottolo il sacchetto dell’umido maleodorante convivere con i problemi sanitari legati, purtroppo, a certe situazioni che da emergenziali si trasformano in croniche.

Vorrei vedere quanti, a cui a volte pesa pure regalare un panino alla mendicante ferma alle porte del supermercato, provvederebbero a sfamarne anche solo un paio, ma tutti i giorni.

Vorrei vedere quanti accorrerebbero offrendo un proprio immobile, magari trasformato in b&b o, fittato a prezzi stellari, per dare a questi ultimi un tetto sulla testa.

E se il governo, improvvisamente, svegliatosi proletario, le requisisse queste abitazioni per adibirle, a canoni imposti, a tutti i nostri fratelli bisognosi? L’accoglienza è vera se c’è condivisione…e la condivisione non è quella dei post sui social, ma quella dei problemi reali.

Anna Iaccarino