Gent.mo dott. De Gregorio,

pur essendo di natura ottimista, dopo aver letto quello che ha scritto in sua difesa, mi sono reso conto che la nostra società difficilmente potrà riprendersi.

Si dott. De Gregorio, difficilmente, perché ormai non c’è più vergogna e quando lo “scuorno” viene meno, inizia la mancanza di rispetto e in alcuni casi il disprezzo totale nei confronti del prossimo.

Lei, nonostante il disastro che è sotto gli occhi di tutti, si erge a salvatore della “Patria”, e lo fa nel modo più subdolo che possa esistere: addossando, tra le righe, la colpa ai suoi subalterni.

In questo mi ricorda un po’ il generale Cadorna che dalle retrovie, senza la minima conoscenza delle sue truppe e con le scarse dotazioni che si trovava, voleva vincere la guerra basandosi solo sulla sua presunzione.

Allora, però, il Re capì che era venuto il momento di cambiare e nominò il generale Diaz.

Grazie alle sue doti di profonda umanità e grande sensibilità, Diaz riuscì a risollevare un esercito quasi pronto alla resa.

Saranno anche poche, ma le maestranze che lei dovrebbe gestire hanno una grande professionalità e meritano molto di più, fosse solo perché a differenza sua, combattono in prima linea.

Ho avuto l’onore di collaborare con alcuni di loro, sia nell’allestire le due ultime edizioni di “presepi in carrozza” sia nell’organizzare due aste di beneficenza e sono rimasto colpito dalle loro competenze e dal loro attaccamento all’azienda.

“…Chi di voi volendo costruire una torre non si siede prima a calcolare la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
Per evitare che se getta le fondamenta e non può finire il lavoro tutti coloro che vedono comincino a deriderlo dicendo: costui ha iniziato a costruire ma non è stato capace di finire il lavoro…”.

Mediti bene su queste parole del Vangelo di Luca, non è che ha messo troppa carne sulla brace ed ora non riesce a gestirla, mandandola in fumo?

Spesso anche dei sogni non resta che il fumo, ma l’altro giorno il ricordo è rimasto chiarissimo.

Ho sognato che lei, dott. De Gregorio, era stato messo li per traghettare, la “fu” circumvesuviana, verso la vendita a qualche privato.

Ogni tanto, però, chi l’aveva “piazzato” su quella poltrona, la chiamava, la faceva sedere a mo’ di Fracchia ed iniziava a inveire contro di lei.

De Gregorio, i possibili acquirenti mi hanno chiamato, le linee dei treni costano ancora troppo, faccia in modo che succeda qualcos’altro”.

“Ma cosa posso fare più, ore di attesa, treni che si fermano, rapine, risse…”

“Le ho detto ancora di più, il prezzo deve scendere “.

Mi sono svegliato mentre lei usciva dalla stanza del suo “capo”.

Per un momento ho creduto fosse tutto vero.

Poi tutto è ritornato alla normalità, era solo un sogno…?

Marcello Aversa